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altre 6 persone denunciate

I più giovani continuano a trasgredire i divieti anticontagio

In foto: Due poliziotti in servizio con mascherine @Adriapress
Due poliziotti in servizio con mascherine @Adriapress
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 17 mar 2020 13:01 ~ ultimo agg. 18 mar 10:02
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Altre sei denunce da parte della polizia di Stato, ieri a Rimini. E la maggior parte dei furbetti sono ragazzi tra i 20 e i 30 anni, che in barba ai divieti imposti per contenere l’emergenza coronavirus continuano ad uscire di casa per vedere gli amici, per bersi una birra in compagnia o per farsi semplicemente un giro.

E’ il caso di un 20enne albanese piziccato dagli agenti a spasso, ieri alle 18, in piazza Tre Martiri. Alla richiesta di spiegazioni sul perché si trovasse lì, dato che risultava residente in via Pallotta, il giovane ha spiegato di essersi recato da un amico perché voleva sapere se il datore di lavoro lo avesse cercato, dal momento che aveva smarrito il cellulare. A quel punto i poliziotti si sono fatti dare il suo numero e hanno verificato la veridicità della motivaziane. Peccato, però, che il cellulare dell’albanese squillasse e fosse proprio nella tasca del giubbotto del 20enne. Scoperto, è stato denunciato.

Stessa sorte toccata a due amici, di 24 e 31 anni, ritrovatisi nel tardo pomeriggio di ieri in piazzetta Zavagli per bere una birra e fare quattro chiacchiere. La cena a casa di amici resta una delle scuse più gettonate. L’ha usata ieri sera anche un 29enne albanese, fermato dalle Volanti in via Porto Palos. Il giovane ha ammesso di aver cenato a casa di alcuni parenti e di star facendo rientro nella propria abitazione. Un motivo non certo di necessità che gli è costato una denuncia.

Infine due amiche di 36 e 47 anni, una residente a Rimini l’altra a Riccione, sono state fermate in auto dagli agenti. Una ha affermato di essere uscita per andare a fare la spesa, mentre l’altra ha spiegato di aver incontrato l’amica, dopo essere scesa dal metromare, e di averle chiesto un passaggio. Entrambe sono state denunciate per violazione dell’articolo 650 c.p.