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appello del presidente

APG23 su prostituzione: fermare i clienti

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
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ven 13 mar 2020 17:42 ~ ultimo agg. 14 mar 10:14
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L’Italia è ferma per il coronavirus, centinaia di denunce sono scattate per chi non ha rispettato i provvedimenti del Governo, ma i clienti dell’industria della prostituzione continuano ad uscire in cerca di donne da sfruttare sessualmente”. La denuncia arriva da Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Papa Giovanni XXIII. La comunità in una lettera al Governo e alle Autorità locali ha chiesto che si “prenda ogni opportuno provvedimento al fine di limitare al massimo la diffusione del COVID-19 scoraggiando la domanda di prestazioni sessuali a pagamento“.

I clienti — precisa la lettera — contrariamente alle misure previste dal DPCM dell’11 marzo 2020, espongono loro stessi, le loro famiglie ed ambienti di lavoro a un possibile contagio. Un comportamento che mette in pericolo tutti, dato che in Italia il mercato della prostituzione coinvolge milioni di clienti”. La Comunità chiede anche che siano garantite “alle potenziali vittime di tratta informazioni adeguate sia rispetto ai rischi per la salute, sia sulle possibili vie di uscita dal sistema prostituivo“.

Infine nella lettera si fa appello affinché “in Italia si adotti il c.d. modello nordico, che prevede la sanzione dei clienti, percorsi di protezione e reinserimento sociale per le donne prostituite e programmi di educazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica. In molti paesi europei, a partire da Svezia e Francia, questo modello è già applicato ed è dimostrata la sua efficacia nella riduzione del numero di clienti, conseguentemente di persone prostituite e di questa forma di violenza verso le donne. Per tutelare la salute pubblica, per giustizia, per un’effettiva parità di genere“.