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Numeri alla mano

Allontanarci oggi per essere più uniti dopo. Il messaggio del sindaco Ciotti

In foto: Ciotti in video
Ciotti in video
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 8 mar 2020 10:53 ~ ultimo agg. 10:54
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ieri pomeriggio, ancor prima della diffusione della bozza del nuovo DPCM, il sindaco di Morciano Giorgio Ciotti ha rivolto un videomessaggio ai suoi cittadini per spiegarela situazione attuale, i rischi di diffusione di contagio e per invitare a cambiare i propri atteggiamenti: l’obiettivo, spiega, è “tentare di allontanare fisicamente le persone per poter essere più uniti dopo”.

Aggiornamento sullo stato di diffusione del Coronavirus a Morciano

Breve intervento sulla situazione dei contagi da Coronavirus sul territorio di Morciano e sugli elementi precauzionali da mettere in atto.

Pubblicato da Giorgio Ciotti Sindaco su Sabato 7 marzo 2020

“Siamo una comunità piccola. Morciano è un Comune dove riusciamo a vederci quasi tutti i giorni, in strada, nei bar oppure nei negozi. Siamo una comunità che da due settimane ha capito che qualche cosa è accaduto. In questi giorni abbiamo assistito a un susseguirsi di ordinanze e decreti. Decreti che riguardano anche il nostro territorio se non altro per quanto concerne le scuole. Credo che dovremmo leggere un pochino meglio i sensi dei decreti e dovremmo leggere un pochino meglio le ordinanze che i vari Comuni stanno emettendo. Perchè? Facciamo parte di quella porzione di Italia che tra le prime ha iniziato a sperimentare la diffusione di questo Coronavirus. Le cose che leggiamo, che abbiamo letto e sentiamo alla televisione a volte possono apparire molto distanti da noi. Così non è, perché ci siamo dentro anche noi. I dati ci dicono che nell’ambito della provincia di Rimini questa mattina alle 8 abbiamo avuto una certificazione pari a 91 casi. Non vuol dire che nella Provincia ci sono 91 persone contagiate: 91 sono quelli che hanno avuto la necessità di rivolgersi al Sistema Sanitario Nazionale. I casi di persone anche non sintomatiche anche a Morciano sono ben di più. Di questi 91 casi ben 76 sono concentrati nella Valconca. Morciano è nella Valconca. Anche a Morciano noi abbiamo un certo numero di casi che ancora non arriva alla decina ma che comunque presuppone un sistema di quarantene pari a circa 42 persone. C’è un rapporto 1 positivo 6 quarantene. Il dato di Morciano è in linea con il dato statistico nazionale, il quale ci dice che esiste oggi probabilisticamente la possibilità che si vada ad un raddoppio dei casi ogni 2,6 giorni.

Fino ad oggi il Comune di Morciano ha rispettato questa statistica. Ogni 2,6 giorni a Morciano abbiamo un raddopio dei casi presenti. Se non faremo niente, e faremo finta che questa cosa a noi non interessa perché riguarda qualcun altro, questo 2,6 è un numero che ci porteremo dietro. Ergo: entro la prossima settimana potremmo avere 40 casi di coronavirus a letto con la febbre. Ogni caso si porta con sé una serie di quarantene: amici, parenti, genitori, persone strette. Le statistiche ci dicono che in genere ogni positivo si porta dietro qualcosa come 6 persone da porre in quarantena. Noi oggi a Morciano abbiamo qualcosa come 50 quarantene. Se non interrompiamo quel fatidico raddoppio ogni 2,6 giorni, anche le quarantene che oggi non arrivano a 50, statisticamente tenderanno a crescere di sei volte. Quindi potremmo arrivare a 250/300 persone in quarantena con tutti i problemi del caso. Quarantena significa stare da soli, evitare di contattare gli altri. Dobbiamo ricordarci che questa non è una punizione divina, abbiamo tutte le possibilità per fare in modo che questo raddoppio si possa ridurre. Dobbiamo fare in modo di ridurre il grado di contagiosità. Per fare questo bastano poche cose. La prima cosa: evitare tutto ciò che possiamo rimandare. Devo andare da qualche parte? Posso andarci la prossima settimana? Ci vado la prossima settimana. Voglio andare a trovare amici? Meglio superare questo momento difficile. Anche perché dobbiamo stare attenti a chi è più debole di noi. Le persone più a rischio sono gli anziani, che spesso stanno a casa e si ammalano non perché vanno in giro ma perché noi andiamo in giro: ci sentiamo forti e sani e non ci accorgiamo che rientrando a casa e non mettendo in atto le attività che dovremmo fare – lavarci le mani, non toccarci occhi e naso, evitare di starnutire – esponiamo coloro che stanno vicino a noi a dei rischi. Tentiamo di interrompere questo raddoppio di casi che anche a Morciano c’è ogni 2,6 giorni. Per fare ciò evitiamo luoghi affollati e incontri di qualsiasi tipo. Certamente ne usciremo. Pensiamo che la cosa ci riguarda. Non dobbiamo assolutamente dimenticarci di questo: la cosa non riguarda solo gli altri, solo chi ha malattie pregresse o anziani, riguarda noi, perché noi in teoria potremmo essere il veicolo per la trasmissione del virus. Pensiamo a questo, che siamo una comunità molto stretta, un territorio densamente abitato. Cerchiamo di organizzare la nostra vita per evitare almeno momentaneamente quei contatti sociali che possono mettere in pericolo noi e gli altri. L’ordinanza oggi in vigore nel Comune di Morciano è una delle più restrittive, me ne rendo conto, ma si pone un obiettivo chiaro: tentare di allontanare fisicamente le persone per poter essere più uniti dopo, nel momento in cui avremo superato questa cosa, destinata sicuramente a lasciare un ricordo indelebile”.