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a processo 37enne

Sospetta che l'amante lo tradisca con la moglie e lo prende a pugni

In foto: Repertorio
Repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 18 feb 2020 16:36 ~ ultimo agg. 19 feb 15:28
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E’ sposato e ha un figlio, ma per anni ha portato avanti una relazione con un altro uomo (un parrucchiere riminese di 49 anni, difeso dall’avvocato Alessandro Pierotti) all’insaputa di tutti. Fino a quando non ha incominciato a sospettare che l’amante lo tradisse proprio con sua moglie. E’ una vicenda alquanto intricata quella che vede a processo con l’accusa di stalking e lesioni personali un riminese di 37 anni, padre di famiglia, difeso dall’avvocato Matteo Paruscio.

Il padre di famiglia e il parrucchiere hanno una relazione clandestina che dura da più di 10 anni. Ma nella primavera del 2017 il rapporto tra i due si incrina: il 37enne, infatti, è convinto che l’amante si sia invaghito di sua moglie e che abbia iniziato a tradirlo con lei. A nulla valgono i ripetuti tentativi del parrucchiere di fargli capire che si tratta di pura fantasia. Il 49enne è da sempre gay dichiarato, non ha mai avuto rapporti sessuali con donne e non è attratto da loro. Niente da fare, perché il 37enne va su tutte le furie e inizia a perseguitare il compagno.

Pedinamenti, telefonate a tutte le ore del giorno e della notte e persino minacce di morte per mesi. Fino a quando dalle parole si passa ai fatti: il padre di famiglia si apposta sotto casa del parrucchiere e lo aggredisce sferrandogli un pugno in pieno volto. Inevitabile la denuncia, che sfocia in un divieto di avvicinamento. Nonostante tutto, le persecuzioni proseguono come se niente fosse. Nel frattempo, però, il pubblico ministero chiede e ottiene il giudizio immediato del 37enne, che il 6 febbraio del 2018 compare in aula per la prima volta per rispondere di stalking e lesioni personali.

Il processo va a rilento – complice il cambio di un giudice – e questa mattina in udienza l’avvocato Paruscio produce un certificato medico che attesta l’impossibilità per il suo assistito di presentarsi in aula. L’imputato, infatti, nelle scorse settimane sarebbe stato ricoverato a causa di una patologia psichiatrica. Nella prossima udienza, che si terrà il 28 aprile, è probabile che in caso di nuova assenza dell’imputato il giudice incarichi un perito di stabilirne la capacità di stare a giudizio.