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Molestie in albergo, il minore conferma le accuse

i carabinieri davanti al palazzo di giustizia

Ha ripercorso per circa un’ora, con qualche comprensibile pausa dovuta alla difficoltà emotiva di rivivere quei momenti, quanto accaduto nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2019 nella veranda accanto alla reception dell’albergo a quattro stelle di Rimini, dove soggiornava insieme al padre. Il minorenne, che accusa un albergatore riminese di 58 anni di averlo molestato sessualmente, questa mattina è tornato a Rimini, dov’è stato ascoltato in tribunale in audizione protetta.

Accompagnato dalla madre e dai suoi avvocati, Anna Vitale e Flavio Moscatt, alla presenza del gip Adriana Cosenza e del sostituto procuratore Davide Ercolani, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, il ragazzino non ha avuto ripensamenti o tentennamenti. Anzi, ha ribadito per filo e per segno le accuse nei confronti del gestore dell’hotel. Quella notte sarebbe sceso a piano terra, con il permesso del padre, poco prima di mezzanotte perché non riusciva a dormire. Una volta raggiunta la veranda, avrebbe incontrato l’albergatore. I due avrebbero parlato di calcio, poi il minore si sarebbe addormentato, con il cellulare in mano. All’improvviso si sarebbe svegliato con i pantaloni abbassati. Davanti a lui il 58enne, che avrebbe tentato un approccio sessuale per poi molestarlo approfittando del suo stato di imbarazzo misto a choc. Un racconto lineare, quindi, interrottosi per qualche secondo e poi ripreso per iscritto stante la difficoltà di esporre a voce i dettagli più delicati. A rafforzare le dichiarazioni della vittima anche la relazione dei Ris di Parma di qualche settimana fa, secondo la quale sarebbero emerse tracce del Dna negli indumenti indossati quella notte dal minore, il che aprirebbe all’ipotesi di un possibile contatto tra i due.

Il gestore dell’hotel ha sempre respinto con forza quelle accuse, pesanti come macigni. A suo dire, infatti, non ci fu alcuna molestia: “Lo sorpresi con i pantaloni abbassati in veranda – aveva raccontato al giudice dopo l’arresto – e lo rimproverai perché certe cose non si fanno. Gli dissi di rivestirsi e di tornare subito in camera”. Durante l’incidente probatorio erano presenti anche il 58enne (agli arresti domiciliari dal 4 settembre) insieme ai suoi legali, Paolo Righi e Alessandro Pierotti. “Il nostro assistito è provato da tutta questa vicenda – ha spiegato Righi -. Del resto non ha in alcun modo molestato quel minore, che questa mattina, a mio avviso, ha invece mostrato qualche incertezza su alcuni particolari esposti in precedenza. Ad ogni modo sono convinto che riusciremo a dimostrare la sua innocenza”.

I due racconti, com’è normale che sia, restano contrastanti. La palla ora passa nelle mani del pubblico ministero Ercolani, che sulla base di quanto emerso potrebbe chiedere il giudizio immediato.