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In 374mila allettati dall’influenza. In regione 26 casi gravi

repertorio

Circa 374mila persone già messe a letto dal virus dell’influenza stagionale in Emilia-Romagna. È questa la stima dei malati a partire dalla metà di ottobre, e quindi dall’inizio della stagione influenzale.
In base alle rilevazioni dell’Istituto superiore di sanità si calcola che, nella sesta settimana del nuovo anno (precisamente dal 3 al 9 febbraio), la sindrome influenzale abbia coinvolto circa 55mila persone, con un tasso d’incidenza pari a 12,4 per 1.000 assistiti. Dati che collocano al momento l’influenza all’interno della soglia di intensità media; il picco epidemico stagionale sembrerebbe essere già stato raggiunto nella quinta settimana (27 gennaio – 2 febbraio) con un’incidenza pari a 13,1 casi per 1.000 assistiti.

In Emilia-Romagna, la copertura vaccinale è cresciuta: al momento risultano vaccinate più di 819mila persone; mentre l’anno scorso, a fine campagna, erano state complessivamente 786mila.

Da Piacenza a Rimini, nella sesta settimana le fasce d’età più colpite sono quelle 0-4 anni (40,8 casi per 1.000 assistiti) e 5-14 anni (26,3 casi per 1000 assistiti), seguite dalla fascia 15-64 anni (9,0) e da quella degli over 65 anni (1,7). Non sono state rilevate differenze significative rispetto all’andamento dell’infezione nella stagione precedente.

Ad oggi sono 26 in Regione i casi gravi per complicazioni legate all’influenza che nulla hanno a che vedere con il Coronavirus. Tra questi, 23 erano soggetti a rischio di complicazioni per la presenza di patologie croniche pregresse, solo 2 dei quali vaccinati. Quattro decessi, tra i 26 casi: tutte persone affette da patologie e non vaccinate.

Sia per quanto riguarda i casi gravi che i decessi, si assiste, nel rispetto del dolore che anche un solo caso provoca, a un netto calo rispetto alla stagione precedente (2018-2019): al 18 febbraio 2019 il Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione aveva ricevuto 110 notifiche di casi gravi, di cui 21 decessi, mentre a fine campagna i casi gravi avevano raggiunto quota 172, di cui 57 decessi.