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L'aggiornamento

Coronavirus. Nuovi casi in Italia, un morto in Veneto. Controlli in Emilia Romagna

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 21 feb 2020 13:53 ~ ultimo agg. 22 feb 10:21
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Sono una ventina i casi di coronavirus in Italia, due in Veneto, tre nel Lazio e gli altri in Lombardia. Uno dei pazienti veneti, un uomo di 78 anni, è deceduto in serata. Era ricoverato da una decina di giorni per precedenti patologie.

Due treni fermi a Milano e Lecce per casi sospetti. 

In Lombardia risultano contagiati dal coronavirus il paziente 38enne, la moglie incinta, il figlio di un barista di Castiglione d’Adda e tre clienti del bar. Positive altre otto persone, fra cui cinque operatori sanitari e tre pazienti dell’ospedale di Codogno dove erano stati ricoverati i primi contagiati. Un contagio anche a Cremona.

L’Emilia Romagna, in una nota, fa sapere che c’è pieno raccordo tra ministero della Salute, Protezione civile, Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna e Aziende sanitarie per la gestione della situazione. Tutti i protocolli sono stati attivati e la situazione è monitorata costantemente.

Chi è entrato in contatto con il paziente zero, il primo a essere stato diagnosticato al Coronavirus – afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi è già stato individuato dai Servizi della Regione Lombardia, che sta facendo tutti gli accertamenti del caso. In secondo luogo, se qualcuno lavora o frequenta gli ambienti di quella stessa persona, o ha sintomi o dubbi, invito a contattare il 118 invece di presentarsi al Pronto soccorso. Voglio tranquillizzare sul fatto che la situazione è monitorata da tutti i servizi, sia quelli lombardi sia i nostri per quanto ci compete”.

È risultato negativo al tampone il commensale del paziente zero (residente nel lodigiano) dipendente della Mae spa di Fiorenzuola d’Arda (Pc), attualmente isolato all’ospedale Sacco di Milano. Nonostante l’esito negativo che attesta l’assenza di infettività, secondo il principio della massima precauzione, sono in corso ulteriori ricerche per capire se può essere risultato infetto nei giorni passati.

Ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza una donna, sintomatica, collega del paziente zero all’Unilever di Lodi: il tampone esaminato presso il laboratorio di riferimento regionale del Sant’Orsola ha dato esito negativo.

È inoltre in isolamento domiciliare volontario l’infermiere triagista piacentino che ha accolto il paziente zero al Pronto Soccorso di Codogno (Lodi): vive solo e, benché asintomatico, gli è stato eseguito il tampone.

Per quanto riguarda le due aziende coinvolte, Unilever e Mae spa, sono già stati attivati i protocolli ministeriali previsti: la gestione dell’azienda lombarda (Unilever) – come prevede lo stesso ministero – è in capo alla Regione Lombardia, mentre la Regione Emilia-Romagna, in pieno raccordo con l’Azienda sanitaria di Piacenza, si sta occupando della Mae. Il dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl piacentina ha già contattato il medico competente della Mae per avviare la vigilanza sui lavoratori dell’azienda, che è stata chiusa prudenzialmente per iniziativa del titolare. Se il dipendente Mae, rientrato dalla Cina il 21 gennaio e già negativo al tampone, dovesse essere negativo anche agli ulteriori accertamenti, l’approccio verrà modificato di conseguenza. La sanità pubblica regionale, in via precauzionale, ha già contattato 70 dipendenti della Mae spa per i quali è ritenuta necessaria un’ulteriore verifica perché valutati potenzialmente a rischio.

Ai cittadini si chiede di mantenere la maggiore tranquillità possibile. La raccomandazione è quella, in caso di sintomatologia collegabile al Coronavirus (febbre e sintomi respiratori) di non accedere direttamente alle strutture di Pronto Soccorso, ma di contattare il proprio medico di medicina generale o il numero 118. Attivo anche il numero nazionale 1500.

La Regione Emilia-Romagna, attraverso l’assessorato alle Politiche per la salute e l’Azienda sanitaria piacentina, sta collaborando con le Aziende sanitarie lombarde e conferma la massima disponibilità a mettere a disposizione le proprie strutture ospedaliere per accogliere, in caso di necessità, pazienti provenienti dalla Lombardia con problemi diversi da quelli legati al Coronavirus e che non possono accedere al Pronto soccorso attualmente chiuso, come peraltro sta già avvenendo dalle prime ore di oggi. Inoltre, è impegnata a realizzare tutte le misure di isolamento e sorveglianza concordate con i colleghi lombardi.