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Contagiati da focolaio lombardo

Coronavirus, tre casi a Piacenza. Chiuse scuole e impianti sportivi

In foto: il comitato in Prefettura a Piacenza
il comitato in Prefettura a Piacenza
di Redazione   
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sab 22 feb 2020 12:33 ~ ultimo agg. 18:45
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All’ospedale di Piacenza sono tre le persone trovate positive al tampone per accertare la presenza del Coronavirus. Alla signora 82enne, residente nel comune lombardo di Codogno, si sono aggiunti un paziente residente a Maleo, in provincia di Lodi, e l’infermiere piacentino addetto al triage all’ospedale di Codogno venuto in contatto con il primo paziente contagiato. L’ infermiere, che vive da solo, si era messo in isolamento volontario in casa propria. Si trovano in isolamento nel reparto Malattie infettive, non sono in condizioni critiche, e stanno ricevendo tutte le cure del caso.

Confermo che al momento non abbiamo un focolaio in Emilia-Romagna o trasmissione del virus nel territorio regionale – spiega Sergio Venturi, assessore regionale alla Salute – stiamo infatti assistendo tre persone che hanno contratto il Coronavirus in Lombardia. E ribadisco che il Servizio sanitario regionale è costantemente allertato per gestire al meglio la situazione, in contatto con le autorità nazionali e quelle delle altre Regioni. Vanno quindi seguite le indicazioni contenute nell’ultima ordinanza del ministro della Salute, che vede impegnato anche il nostro Servizio sanitario regionale, e il decalogo messo a punto in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità che le persone sono chiamate a seguire, poche ma importanti regole di igiene e prevenzione”.

In tutto il piacentino saranno chiusi fino a martedì scuole chiuse e gli impianti sportivi pubblici e privati. I cittadini, se non indispensabile, sono invitati ad evitare i luoghi affollati. Si tratta di provvedimenti assunti a solo titolo esclusivamente precauzionale, perché, come è stato ribadito, non si è verificato al momento alcun contagio nel piacentino e in Emilia-Romagna, visto che la signora 82enne è una cittadina di Codogno recatasi all’ospedale di Piacenza per ricevere assistenza.

Negativo, invece, il test effettuato su un altro paziente, mentre si è in attesa degli esiti di altri due tamponi, tra i quali quello relativo all’infermiere piacentino che lavora al triage dell’ospedale di Codogno, che ha avuto contatto diretto con il paziente 1, accompagnato nella notte in ospedale a Piacenza per febbre e tosse.

Vorrei ricordare– conclude Venturi- che chi presenta una sintomatologia riconducibile al coronavirus non si rechi ai Pronto Soccorso degli ospedali e negli ambulatori dei medici di famiglia, ma prenda contatti con il proprio medico di famiglia e, se non vi fosse questa possibilità, chiami il 118, oppure – per i cittadini piacentini – chiami il numero dedicato 0523 317979, stasera e domani con orario prolungato 8.00/20.00”.

Dopo la notizia, diffusa nella tarda serata di ieri, della negatività del tampone relativo alla paziente ricoverata nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza, collega del primo paziente risultato positivo e già dimessa, oggi c’è la conferma della negatività di altri tre tamponi relativi ad una famiglia piacentina, residente in città (nonna, madre e bambino), dimessi stanotte.

Intanto il numero degli infettati in Lombardia sale a 39, mentre in Veneto sono 12. Diventano quindi 52 i contagi totali in Italia. Due le vittime. Il 78enne Adriano Trevisan di Vò Euganeo, morto nella serata di ieri e già ricoverato da una quindicina di giorni per altre patologie, e una signora, ultrasettantenne, già debilitata da una polmonite che sarebbe stata in attesa dei risultati degli esami a cui era stata sottoposta.

La Direttiva del ministro Speranza

Chi torna dalla Cina oppure chi è stato in contatto con una persona risultata positiva in Italia deve restare a casa. Lo prevede l’ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede la «permanenza domiciliare» e prima ancora l’obbligo (e se non lo fa è sanzionabile) di riferire al Servizio di Sanità pubblica della propria azienda sanitaria di aver di aver viaggiato nelle zone a rischio negli ultimi 14 giorni.

In particolare, chi ha la possibilità di sostenere la quarantena a casa, avendo a disposizione una camera e un bagno personale, dovrà evitare contatti con altri famigliari e altre persone consumando i pasti nella propria camera, indossando mascherina protettiva e guanti in presenza di altre persone. chi non fosse in grado di attuare tali misure la Regione e le Aziende sanitarie offriranno una sistemazione alternativa, anche in collaborazione con le associazioni di volontariato.

In entrambe le situazioni il Servizio di Sanità pubblica garantirà il monitoraggio costante -due volte al giorno- delle condizioni di salute (febbre e altri sintomi) per tutta la durata dei 14 giorni di “quarantena” domiciliare.

Qualora si presentassero anche minimi sintomi verrà effettuato un tampone da personale sanitario al domicilio del paziente e nell’ipotesi nella quale risultasse positivo, trasferito con sistema del 118 appositamente attrezzato nei reparti ospedalieri di malattie infettive.

Nell’ordinanza si ribadisce inoltre che i soggetti a rischio non si devono rivolgere spontaneamente a strutture sanitarie, per evitare possibili contagi.

La raccomandazione rimane quella che, in caso di sintomatologia collegabile al Coronavirus (febbre e sintomi respiratori) di non accedere direttamente alle strutture di Pronto Soccorso e neppure agli ambulatori dei medici di famiglia, ma di contattare il proprio medico di medicina generale o, in caso di emergenza, il numero 118. Per i cittadini piacentini è attivo il numero dedicato 0523 317979.

Prevenzione, le regole da osservare

L’Istituto Superiore di Sanità e ministero della Salute in collaborazione con le Regioni, gli ordini professionali e le società scientifiche hanno definito un decalogo comportamentale per affrontare il rischio di contagio da coronavirus.

Poche semplici misure che ogni cittadino è tenuto a rispettare per contribuire a salvaguardare la propria incolumità e quella degli altri cittadini.

Oltre ad indicare i principali sintomi della malattia (da non confondersi con un banale influenza) nel decalogo si va dalle raccomandazioni basilari di igiene come lavarsi spesso le mani, non toccarsi occhi e mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, coprirsi bocca e naso in caso di starnuti e colpi di tosse, fino alla pulizia delle superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.

Altre indicazioni di tipo sanitario riguardano la raccomandazione a non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico; contattare il numero verde 1500 in caso di febbre o tosse per chi rientra da zone a rischio da meno di 14 giorni. E ancora: utilizzo della mascherina solo se si è sospetti di essere malati o si assistono persone malate. Infine, occorre ricordare che i prodotti made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi e gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus.