Sudtirol-Rimini 4-1: le pagelle di Nicola Strazzacapa
SALA 6. Impotente sui primi due gol, è bravo a tenere in piedi la baracca con una parata plastica sul primo palo sul mammasantissima Mazzocchi. Si ripete su Casiraghi a inizio ripresa subito dopo il tris di Beccaro. Pronto con i piedi su Rover, prima che Casiraghi dal dischetto metta la pietra tombale sul match. Incolpevole!
AMBROSINI 5.5. Sognava probabilmente un esordio meno complicato, ma quantomeno ha la scusante di aver fatto appena un paio di allenamenti con i compagni e questo gli porta mezzo voto in più. Una prima in biancorosso in una retroguardia che ballava più di romagnoli e turisti nelle balere di una volta. Sfortunato!
DE VITO 5. Tutt’altro che impeccabile nell’uno-due iniziale che scrive la storia del match, non dà mai sensazione di grande sicurezza e naufraga insieme ai compagni. Impallinato!
PARAMATTI 5. È davanti a Mazzocchi ma gli concede il tiro comodo dell’1-0, sul raddoppio è parte dell’amnesia collettiva e il numero 9 di casa insacca da due passi in assoluta libertà. Qualche buona chiusura in 95 minuti di sofferenza estrema. Infilzato!
FINIZIO 5. Spinge poco e per una volta copre ancora meno, preso più volte in mezzo da altoatesini che sfondano spesso e volentieri proprio sulle fasce. Giornataccia!
AGNELLO 5.5. Avvio complicatissimo, con un Sudtirol arrembante che spunta da tutte le parti. Quando prende le misure (e il secondo giallo in due uscite), la lunga inattività presenta il conto e deve arrendersi a un guaio fisico. Luci e ombre!
MONTANARI 5. Tanta corsa, fatturato quasi zero. Pressa, scatta e insegue avversari e palla senza mai trovare la chiave per incidere. Maratoneta a salve!
SILVESTRO 5. Non è nel suo momento migliore e anche in Alto Adige è piuttosto deficitario in entrambe le fasi: si propone con il contagocce, chiude con grande difficoltà e nell’episodio del rigore (più che generoso) pare spaesato e pecca di ingenuità. In calando!
PALMA 5. Non accende mai la lampadina della creatività: qualche cross, qualche tentativo velleitario di innescare gli avanti, ma stringi stringi nulla di che. Spento!
LETIZIA 7. Come con la Feralpi è sua la prima conclusione biancorossa: un destro da buona posizione dopo un bello scambio con Mendicino. Una sorta di prova generale del biso in cui non perdona come sette giorni fa: sberla sotto la traversa da posizione defilata e secondo centro in due gare. Una zolla galeotta lo tradisce nel controllo in contropiede che lo avrebbe messo a tu per tu con Taliento ancora su una bella palla di Mendicino e a inizio ripresa viene richiamato in panchina per far spazio a Gerardi. Bella conferma, il migliore!
MENDICINO 6.5. Non riceve palloni a grappoli, ma li amministra tutti con bella padronanza e personalità: inizia difendendo palla e servendo un bell’assist lampo a Letizia, con cui pare intendersi a meraviglia. Quando lo schema si ripete arriva infatti l’1-2 e sulla terza assistenza potrebbe scapparci anche il pareggio. La coppia funziona, non è poco… Positivo!
39’ CIGLIANO 5.5. Il più lucido lì in mezzo, conferma la propensione alla manovra e buona personalità. Eccede spesso nella foga rischiando cartellini inutili. Prospetto!
5’ st GERARDI 5.5. La volontà non gli fa difetto, ci mette fisico e abnegazione in una ripresa più in salita di un Mortirolo con la Graziella ma non riceve nulla di commestibile sotto porta. Vorrei ma non posso…
5’ st MESSINA 6.5. Buona propensione offensiva e piede educato nel cross, spinge tanto, crossa bene e sfrutta nuovamente l’occasione concessagli da mister Colella. Arma in più!
15’ st ARLOTTI sv. Una mezzora a gara quasi decisa, solita grinta ma nessuno scossone.
15’ st VENTOLA sv. Vedi sopra.
COLELLA 5. Le prova tutte, ma viene tradito quasi sempre dai suoi ragazzi. Nell’avvio choc il Sudtirol si trova praterie spalancate e in dieci minuti Mazzocchi calcia tre volte solo a due passi dalla porta. Cambia uomini e modulo e Silvestro inaugura la difesa a quattro con l’ingenuità che costa rigore e 4-1. Non era la gara dei punti salvezza, ma quattro sberle fanno malissimo. Resettare e ripartire a tutta da Imola.
Nicola Strazzacapa