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Verso il voto

Montevecchi (Lega): serve un cambio di visione sull'urbanistica

In foto: Matteo Montevecchi (Lega)
Matteo Montevecchi (Lega)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 20 gen 2020 18:13
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Serve un nuovo approccio culturale in materia urbanistica“. A dirlo è il candidato della Lega alle Regionali Matteo Montevecchi. “Si e’ arrivati al paradosso – attacca – che per cambiare la destinazione d’uso di un singolo vano in un capannone artigianale o in un albergo costruiti negli anni ’60 va richiesta una nuova abitabilita’ sull’intero fabbricato rispondente alle norme piu’ recenti, cosa del tutto irragionevole ed insostenibile. Nel periodo in cui e’ stato affossato un intero settore che era un fiore all’occhiello della nostra economica la regione ha risposto concedendo ai Comuni di far cassa attraverso l’aumento degli oneri concessori“.

La legislazione urbanistica regionale – evidenzia – non ha mai riconosciuto la peculiarita’ della fascia turistica costiera impedendo di fatto la ristrutturazione degli hotel, semmai al contrario preoccupandosi di imporre vincoli di svariata natura quali il vincolo alberghiero e le colonie marina. L’attuale legge sul condohotel e’ del tutto inapplicabile se non per hotel al di sopra delle 80-100 camere”.

Ed ecco allora le proposte di Montevecchi. Si parte dalla “riduzione dei vincoli sulle colonie e su tutta la fascia turistica, tale per cui la destinazione di un edificio dovra’ essere determinata da parametri di sostenibilita’ economica e non imposta da vincoli anacronistici.
E ancora, “una nuova legge sul condohotel con la parte residenziale in aggiunta rispetto all’attuale cubatura e non a detrazione come avviene oggi.” Il candidato della Lega propone anche “l’abbattimento degli oneri di costruzione con azzeramento nella aree rurali al fine di evitare l’abbandono e lo spopolamento delle aree disagiate presenti sul territorio regionale, entroterra e appennino Riminese Valconca e Valmarecchia. La regione Emilia Romagna compenserà il mancato gettito ai Comuni istituendo un fondo a hoc”. Spazio anche alla “revisione su tutta la regione della classificazione dei vincoli ambientali con una mappatura puntuale dei territori. Infatti molti casi ciò che è regolato e classificato a livello di cartografia, non corrisponde alla realtà e questo porta un dispendio di tempo e di risorse a carico di colui che vuole effettuare l’intervento.” E infine la “riduzione degli enti preposti ad intervenire dei processi formativi dei titoli edilizi“.
Un passaggio, chiosa Montevecchi, da un cultura del vincolo ad una concezione di servizio e sostegno del progetto di sviluppo del privato.