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elezioni regionali

Gianfreda su Bibbiano: "fatto gravissimo. Ma fare qualcosa non è indossare una maglietta"

In foto: Il candidato Kristian Gianfreda (lista Bonaccini Presidente)
Il candidato Kristian Gianfreda (lista Bonaccini Presidente)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 15 gen 2020 18:13 ~ ultimo agg. 18:14
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Il candidato della lista “Bonaccini Presidente” nella circoscrizione di Rimini Kristian Gianfreda, educatore e operatore professionale con esperienza ultraventennale nel sociale nella realtà della Comunità Papa Giovanni XXIII di Don Benzi, interviene sui fatti di Bibbiano all’indomani della notizia dei 26 indagati a chiusura delle indagini.

Gianfreda: “fatto gravissimo. Grave anche strumentalizzazione per prendere voti. E chi paga sono i bambini”.

“Ieri hanno chiuso le indagini su Bibbiano, 26 indagati compreso il sindaco. Qualcuno a Bibbiano ha sbagliato. Ed essendo coinvolti bambini già vessati dalla vita è davvero gravissimo. Ma a questa gravità se ne aggiunge un’altra, la strumentalizzazione della politica e l’accanimento elettorale. L’affidamento è un istituto prezioso, fondamentale in tante situazioni familiari disastrate. L’uso strumentale di quello che è successo a Bibbiano ha bloccato di fatto un sistema. La politica gioca sulla pelle dei bambini, invece di lasciare che sia la magistratura a far pulizia e poi tirare le somme di quello che è successo. La politica invece di mettere magliette ed alimentare il clima di odio, dovrebbe fare proposte, avere idee per migliorare un ambito così delicato ed importante. Vedo invece una totale insensibilità in quella maglietta indossata dalla candidata Borgonzoni. Mentre la società civile non smette mai di proporci idee e progetti innovativi, anche in questo campo. Per esempio un progetto innovativo di affidamento efficace che propongo è quello già sperimentato a Forlì al “Villaggio della gioia”, in cui tre famiglie accolgono, in alcuni mini appartamenti adiacenti, interi nuclei familiari in affidamento. In sintesi, insieme al bambino arriva in affidamento anche la madre. Questo è un esempio da studiare e replicare. Nonostante si soffi sulla paura e sulla rabbia che costruisce muri, permane nella società un desiderio irriducibile di giustizia, di bellezza, di verità. Mettere la famiglia al centro del proprio progetto politico e culturale è qualcosa di concreto, di importante, di vero, non è una maglietta”.