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Verso le Regionali

Galli (Lega): per almeno 10 anni basta con i centri commerciali

In foto: Bruno Galli
Bruno Galli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 15 gen 2020 17:39
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Il commercio e le sue difficoltà restano al centro della campagna elettorale. Ad intervenire oggi è il candidato della Lega Bruno Galli. “L’eccesso dei controlli, la concorrenza sleale e la preoccupazione per un abusivismo che dilaga ovunque a
dispetto di regole che esistono e devono essere solo applicate
– dice – basti pensare alla polemica delle feste in
collina che avviene ogni estate in cui agriturismi o aziende
vinicole si trasformano in ristoranti e discoteche all’aria
aperta. Eppure dovrebbe vigere il leit motiv ‘Stesse regole e
stesso mercato’”. Nel settore immobiliare “gli agenti stessi
fanno pressione affinché entri in vigore la cedolare secca al
21% sugli affitti commerciali senza la quale piccoli negozi e
botteghe rischiano la chiusura. Gli albergatori chiedono fondi
regionali per la ristrutturazione ed il miglioramento delle
strutture, poiché quelli stanziati finora non sono sufficienti ed
hanno regole d’accesso che privilegiano solo alcuni e ad
esempio i piccoli albergatori sono tagliati fuori dal gioco”.
Galli si sposta poi sul settore turistico che, dice, “non è solo spiagge o albergatori. Ci dimentichiamo che abbiamo bisogno di Tour Operator nuovi, Agenzie Viaggi, nuove clientele estere che lascino qualcosa sul territorio. Non si parla del settore delle Guide Turistiche, manca un elenco chiaro su quante sono in regione e quante lavorino. Manca ancora una legge sulla Guida nazionale.” Il candidato del Carroccio chiede allora “il blocco dei corsi di formazione sia per Accompagnatore che per Guida” ma anche la “lotta alle agenzie fasulle con il coinvolgimento della Polizia locale e soprattutto una soluzione per trovare a Rimini un punto di carico e scarico sicuro per i turisti“.
Nelle riflessioni di Galli c’è poi spazio anche per l’aeroporto “con il grande problema dei parcheggi, con una struttura societaria che dobbiamo capire se riuscirà a sostenere i proclami di inizio gestione con risultati efficaci“. E infine i negozi: “in Italia ce ne sono 657mila sfitti vale a dire 7 miliardi di entrate in meno. Assurdo. Molte imprese chiudono, bisogna trovare soluzioni per agevolare le fidejussioni incentivando anche la qualità. E almeno per 10 anni basta con i centri commerciali, disponendo invece uno statuto chiaro e definitivo per gli outlet”.