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Le cinque vittime del 1929

A Riccione si commemora il naufragio della barca Bruna

di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 17 gen 2020 13:16
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Era la notte tra il 16 e il 17 gennaio del 1929, quando un forte vento sorprese più di un’imbarcazione romagnola a largo, in alto mare. La Bruna, con equipaggio interamente riccionese, cercò di trovare rifugio nel porto di Rimini ma senza successo e cinque persone quella notte non tornarono più a casa.

Questa mattina ore 8.45 la classe IV della scuola Marina Centro ha incontrato testimoni significativi del naufragio della barca Bruna. Al monumento caduti del mare erano presenti l’assessore al Demanio, Affari generali, politiche comunitarie, Andrea Dionigi Palazzi, lo scrittore Carlo Volpe, Referenti della Lega navale nonché i parenti dei Caduti in mare nel naufragio della Bruna. La classe si è poi spostata al centro di documentazione comunale dove l’assessore alla Scuola, Servizi Educativi, Alessandra Battarra ha accolto il signor Severo Pronti, figlio del caduto Roberto Pronti, assieme alle figlie, Roberta e Patrizia Pronti e il signor Roberto Gennari accompagnato dalla moglie, figlio del caduto in mare Giulio Gennari. Si è narrata la dura vita dei pescatori nel passato. Carlo Volpe, esperto di marineria tradizionale, ha ampliato la narrazione e la memoria tradizionale sul mare e le imbarcazioni evidenziando le vittime del naufragio che eccellevano per la loro perizia e coraggio rischiando la vita ogni giorno per superare la condizione di povertà in cui versavano le famiglie del tempo. Bambini e insegnanti hanno arricchito la commemorazione con domande, curiosità, sentita partecipazione.

Per l’assessore Dionigi Palazzi: “E’ molto importante ricordare la nostra storia, quanto sacrificio e impegno richiede il mare. Un impegno che tutti coloro che fanno del mare il proprio mestiere, il proprio impegno di vita sanno bene come questo abbia bisogno di rispetto, cura e sicurezza. Oggi commemorare i fatti della Bruna è servito proprio a dare un senso a tanti sacrifici”.

Per l’assessore Battarra: “Lo studio della storia per i nostri studenti deve partire anche da quelle storie vicine a noi. Da lì, dal toccare con mano, dall’essere dentro e protagonisti di ciò che accade nelle nostra città, parte il lavoro che abbiamo voluto portare avanti con i ragazzi della scuola di Marina Centro. La storia che inizia dal racconto e dalla testimonianza e che, oltre a essere materia di studio, diventa una vera e propria maestra di vita ed esperienze”.