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Riconoscimenti e bilanci

Saluto fine anno a Santarcangelo. Parma: per un sindaco al secondo giro vietato sbagliare

In foto: La Giunta comunale e la Famiglia Marchi
La Giunta comunale e la Famiglia Marchi
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 9 minuti
dom 22 dic 2019 12:15
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Una sala consiliare gremita di pubblico per il saluto di fine anno a Santarcangelo e la consegna dell’Arcangelo d’Oro. Nel suo intervento il sindaco Alice Parma, rieletta lo scorso maggio, ha parlato della città ma anche del suo nuovo mandato: “per un sindaco il secondo giro è anche l’ultimo, quindi è vietato sbagliare” ha detto. Ha ricordato poi anche le ricorrenze del 2020: cento anni dalla nascita di Tonino Guerra e cinquanta di Festival del Teatro. 

C’è stato poi l’omaggio a Lucio Bernardi e l’Arcangelo d’Oro alla famiglia Marchi. Le Benemerenze all’Itse “Rino Molari”, all’attore Massimo Rocchi e al medico William Raffaeli. Socio onorario della Pro Loco è invece Werter Paesini

L’intervento di Alice Parma

Benvenuti a tutti e grazie di essere qui. Quest’anno abbiamo deciso di cambiare un po’ il format, abbiamo cominciato con un video dedicato al grande artista santarcangiolese Lucio Bernardi. Il perché è presto detto. Nel 2019 Lucio avrebbe compiuto cento anni, una ricorrenza straordinaria che fa il paio con un’altra di alto valore simbolico: nel 2009, infatti, in occasione dei suoi 90 anni Bernardi riceveva l’Arcangelo d’oro, il primo in assoluto assegnato dall’Amministrazione comunale.

Celebrare questo doppio anniversario con un piccolo omaggio a Lucio Bernardi, alla presenza delle figlie Anna e Cristina che ringrazio di cuore per essere qui, è il minimo che potessimo fare per ricordare un maestro che nel suo laboratorio aveva trovato il luogo naturale d’espressione. Santarcangelo, come sapete, è un luogo storicamente ricco di botteghe, presenti in passato o tuttora in attività. Oltre al forno di Lucio Bernardi penso alla bottega dei fabbri Giorgetti, e naturalmente all’antica stamperia artigiana della famiglia Marchi, su cui torneremo abbondantemente più tardi.

Essendo ricca di botteghe, si potrebbe dire per estensione che Santarcangelo stessa è una città-laboratorio, dove il sapere incontra il fare, le tradizioni si mescolano alla sperimentazione. Ad accomunarci, in un amalgama davvero unico, sono i nostri valori, la nostra cultura e la nostra storia. È questo mix a renderci quello che siamo: un impasto di solidarietà, schiettezza e creatività, con un pizzico di follia.

Ciascuno di noi è parte di un tutto, di quel “brodo” così ben descritto da Fabio De Luigi, lo scorso anno in questa sede, che ha dato vita a eccellenze in ambito culturale, sociale e produttivo. Lo abbiamo detto tante volte, ma voglio ribadirlo anche oggi, in questa giornata che dall’artigianato parte e all’artigianato ritorna: fare delle nostre eccellenze un traino economico e produttivo è la forza più grande che questo territorio possa mettere in campo.

Perché se da un lato abbiamo le botteghe, con i loro prodotti tradizionali e le ricadute dirette in termini di attrattività turistica, dall’altro abbiamo una serie di imprese che qui hanno base, che sono da sempre a Santarcangelo o che l’hanno scelta come luogo in cui stabilire la propria attività.

Penso ai gruppi imprenditoriali storici, aziende che anche recentemente hanno ricevuto premi prestigiosi, o hanno deciso di investire a Santarcangelo consolidando la propria presenza sul territorio. Oppure a quelle imprese che hanno trovato nel web l’elemento fondamentale del proprio business, giovani che hanno deciso di mettersi in proprio con il loro carico di freschezza e innovazione.

Imprese che spesso alimentano settori in crescita, come quello turistico. Che il turismo a Santarcangelo sia un settore in espansione lo dimostra il riconoscimento indipendente arrivato dalla Lonely Planet, che ci ha inseriti tra le 16 mete da non perdere nella nuovissima guida dell’Emilia-Romagna.

Il tessuto imprenditoriale è uno degli elementi che garantisce la disponibilità di lavoro sul territorio e, di conseguenza, quella sicurezza sociale che consente a una comunità come la nostra di continuare a esistere da una generazione all’altra, attraverso i decenni e i secoli.

Naturalmente questo non sarebbe possibile senza una collettività forte, dove la socialità continua a essere un elemento cardine, come dimostrano la grande quantità di associazioni attive sul territorio. Senza contare i semplici cittadini che si mettono in gioco quotidianamente per la propria comunità.
Come Amministrazione comunale il nostro ruolo è quello di guida a tempo, perché abbiamo un mandato che ci è stato conferito dalle persone per amministrare Santarcangelo, avendo ben chiari i suoi valori e la direzione nella quale continuare ad andare.

Nell’esercizio delle nostre funzioni, siamo alla guida di una macchina – quella comunale – che da tempo aveva bisogno di una revisione importante, non il semplice tagliando che si fa ogni 15.000 km. Grazie anche al cambiamento delle normative a livello nazionale, un po’ alla volta ci stiamo muovendo per rinnovare un organico ormai ridotto al minimo da pensionamenti e fuoriuscite.

Abbiamo cominciato dai dirigenti, intendiamo proseguire nei prossimi anni rafforzando la struttura con nuove professionalità e competenze che ci consentano di affrontare in modo sempre più qualificato le sfide della contemporaneità. Nel frattempo non posso che ringraziare, da parte mia e di tutti gli assessori della Giunta, i collaboratori che tutti i giorni si fanno in quattro per mandare avanti servizi di cui ciascuno di noi fruisce quotidianamente, avendo sempre come orizzonte il bene di Santarcangelo nonostante il momento difficile.

Perché in questa città, in fondo, noi che la abitiamo siamo allo stesso tempo la materia prima e gli artigiani. A noi la responsabilità di dare forma alla comunità di cui facciamo parte e la libertà di parteciparvi con le modalità che preferiamo. Ma noi amministratori, lo abbiamo detto, siamo un caso a parte. Per la responsabilità di cui siamo investiti, prima di partecipare dobbiamo contribuire a creare, lavorare provando a imitare l’attività degli artigiani nella pazienza, nel metodo, nella lungimiranza.

Per questo vorrei ringraziare gli assessori della Giunta, impegnati con me in un lavoro quotidiano che richiede passione e competenza. Un ringraziamento da estendere al Consiglio comunale, in gran parte rinnovato, che con la sua vivacità contribuisce a stimolare non poco il nostro lavoro.

Il primo mandato è stato quello dello slancio, con tante iniziative portate a termine ma ancora di più avviate con lo sguardo al futuro. Negli scorsi cinque anni abbiamo fatto un lavoro di prospettiva, del quale ora dobbiamo essere pronti a raccogliere i frutti. Senza dilungarmi su questi primi mesi di attività, che sono serviti prevalentemente a impostare il lavoro del prossimo anno, vorrei ricordare che per un sindaco il secondo giro è anche l’ultimo, quindi è vietato sbagliare.
Forse non sarà possibile riuscire a realizzare tutti gli obiettivi, ambiziosi e importanti, che ci siamo dati in sede elettorale e programmatica. Ma dovremo essere concreti, efficaci, sistematici, per “portarne a casa” il più possibile senza mai abbassare l’asticella della qualità.

Il nostro impegno si riverserà innanzitutto sul 2020, un anno denso di ricorrenze così importanti da far tremare i polsi. Cento anni dalla nascita di Tonino Guerra. Cinquant’anni di Festival del Teatro. E forse non tutti lo sanno, ma l’anno prossimo sono anche trent’anni di Festival dei Burattini, un patrimonio straordinario della nostra città che probabilmente i più piccoli conoscono meglio dei grandi.

Traguardi che vogliamo trasformare in un anno tutto da vivere, in cui festeggiare insieme questi pilastri della nostra storia e del nostro presente. Perché è grazie a uno scenario del genere che, trent’anni fa, la Mutoid Waste Company ha scelto di stabilirsi a Santarcangelo, regalandoci un altro anniversario da celebrare nel 2020.

Prima di concludere e passare alla consegna dei riconoscimenti, vorrei leggervi qualche parola dall’intervento di saluto agli ospiti del sindaco Romeo Donati in occasione della seconda edizione del Festival, nel 1972: “Questa nostra cittadina malatestiana che ha dato e sta dando un valido contributo di intelligenza, di talenti, di amore per l’arte e la cultura, è orgogliosa di riproporre, migliorata, una grande iniziativa che vuole inserirsi nel contesto culturale e sociale di una comunità che lavora e dal lavoro trae ispirazione e volontà, per dare significato concreto al concetto di cultura popolare”.

Parole, perfettamente valide ancora oggi, che testimoniano come anche il Festival sia parte di un tutto, quel tutto che si chiama Santarcangelo. E che allo stesso tempo esprimevano già allora la capacità del Festival di proiettare Santarcangelo nel mondo, pur senza poter immaginare una storia che sarebbe durata 50 anni.

Il 2020 sarà un anno particolare, ci sarà tanto da fare e tanto da vivere. Ci piacerebbe che fosse davvero, parafrasando le parole di Giuliana Rocchi, una festa quotidiana, e con una festa intendiamo cominciarlo. Quindi vi do fin da ora appuntamento alla festa del Capodanno in un km quadrato, che con la formula ormai consolidata ci accompagnerà verso un 2020, come abbiamo visto, ricco di sorprese. Prima però proseguiamo nel saluto di questo 2019, che ha comunque dato occasione a tanti santarcangiolesi di distinguersi negli ambiti più disparati.

Collaboratori in congedo: Paolo Ambrogiani, Feliciano Panarese, Donatella Sabioni e Ivan Ventrucci.

Menzioni speciali
Ad Agnese Latini, per il senso civico dimostrato consegnando alla Stazione dei Carabinieri di Santarcangelo un portafogli smarrito, con all’interno oltre 500 euro e una carta di credito, restituito al legittimo proprietario.

All’associazione Famiglie in cammino, per 25 anni di impegno in educazione e formazione all’interno delle scuole, con i gruppi di auto aiuto e le reti di solidarietà, esempio encomiabile di supporto sociale alle famiglie nel momento di maggiore bisogno.

A Milena Masini, per l’attività di street photography culminata nella pubblicazione del volume “Il respiro degli occhi” e nella realizzazione di mostre in tutto il mondo, da Mosca a Parigi, da Berlino a Barcellona.

Alla classe quarta della scuola “Marino Della Pasqua”, per la realizzazione del volume “Pinocchio”, con le illustrazioni di Giovanni Canini, testi e colori dei compagni di classe in collaborazione con educatrice e insegnanti della scuola.

Ai creatori dell’app Toc Toc, per l’ideazione di un prodotto profondamente innovativo a disposizione di tutte le attività cittadine, in grado di valorizzare le tipicità locali in un settore altamente competitivo come quello tecnologico.

A Edmondo Turci per i risultati scientifici di primissimo livello conseguiti nell’ambito della ricerca spaziale, fino ai progetti realizzati per la NASA, con attenzione costante all’etica e alla libertà di pensiero.

Vincitori borse di studio in memoria di Caterina Gambuti
Beatrice Giovannini (Liceo “Giulio Cesare Manara Valgimigli” di Rimini), Astrid Cecchi (Liceo “Marie Curie” di Savignano), Francesca Giuliani (Liceo “Giulio Cesare Manara Valgimigli” di Rimini) e Gretel Bevilacqua (Istituto tecnico economico “Roberto Valturio” di Rimini).

Benemerenze
All’Istituto tecnico per il settore economico “Rino Molari”, Scuola secondaria superiore protagonista di un’offerta formativa ricca e diversificata per i propri studenti, per il riconoscimento come miglior istituto tecnico-economico della Romagna nel 2019/2020, testimonianza del livello di efficacia e qualità raggiunto dalla didattica.

A Massimo Rocchi, attore e regista teatrale, affermato da oltre 40 anni sui palcoscenici di tutta Europa, per una carriera di successi cominciata in Romagna e proseguita oltre i confini nazionali, coronata da riconoscimenti prestigiosi e dall’entusiasmo duraturo del pubblico.

A William Raffaeli, medico e ricercatore, docente universitario e presidente della Fondazione ISAL, per l’impegno costante e gli straordinari risultati raggiunti nello studio e nell’applicazione della terapia del dolore, a beneficio di pazienti e familiari.

Tessera di “socio onorario” Pro Loco 2019
A Werter Paesini, per l’infaticabile impegno in ricordo delle vittime di guerra, a sostegno dei reduci e delle famiglie dei caduti, nonché di diffusione della memoria specialmente tra i più giovani; per il suo ruolo di cerimoniere ufficiale in occasione di tutte le ricorrenze istituzionali di Santarcangelo; per i titoli a più riprese conferiti dalla Presidenza della Repubblica, ultimo dei quali quello di Cavaliere ufficiale nel 2017.

Eccoci al momento più importante della mattinata, la consegna dell’Arcangelo d’oro alla famiglia Marchi. Prima di chiamare qui con me Alfonso, Flora, Gabriele e Lara, vorrei dire ancora due parole su questa scelta, e su come entri a far parte del ragionamento che facevo poco fa.

Non che l’Antica Stamperia Marchi abbia bisogno di particolari presentazioni. Tutti noi conosciamo il Mangano del 1633, la sensazione che si prova a entrare in quel laboratorio, a osservare una maestria che si tramanda nei secoli come abbiamo visto nel video di Saverio Femia.

Toccare con mano quei tessuti antichi, annusare l’odore del legno, riempirsi gli occhi con il colore della stampa a ruggine, “testimonianza della tradizione più vera della Romagna”, come si legge sul sito della stamperia.

Non ci sono dubbi che la famiglia Marchi sia custode di un tesoro, di uno scrigno che conserva qualcosa di importante per tutti noi. Ma attenzione, non sto parlando “solo” della bottega o dello straordinario patrimonio immateriale del sapere artigiano tramandato di generazione in generazione.

Sto pensando ai legami duraturi, importanti, che nei decenni la famiglia Marchi ha instaurato con la comunità di Santarcangelo, con i suoi artisti e poeti, con imprenditori e altri artigiani del territorio.

Un intreccio di legami che non si riassume dicendo semplicemente che la famiglia Marchi è parte di una rete sociale. Perché questa famiglia è uno dei fulcri di quella rete, uno dei nodi; e la loro bottega è un luogo fisico e spirituale a cui tutti noi santarcangiolesi, ciascuno a modo nostro, apparteniamo.

Il bello di Santarcangelo, dopo tutto, è quello di essere come una famiglia. Spesso si va d’accordo, a volte si hanno punti di vista diversi, ma in fondo ci si vuole bene e si lavora tutti per il bene comune.

L’eccellenza rappresentata dall’Antica stamperia della famiglia Marchi è una di quelle cose che riescono a metterci tutti d’accordo, senza discussioni. Poi ci sono eccellenze su cui invece siamo soliti confrontarci tutti insieme, fino a discutere animatamente, come il Festival.

Ma a riprova che Santarcangelo è un insieme, una comunità che nonostante le differenze si compone in unità, vorrei leggervi le parole di ringraziamento che il primo direttore artistico del Festival, Piero Patino, scrisse per il catalogo della prima edizione, nel 1971.

“A Romeo Donati, sindaco, che ha subito creduto nel Festival nell’interesse della città, e lo ha fattivamente e costantemente sostenuto.
A Flavio Nicolini, sensibile sempre alle iniziative culturali e a questa in particolare fin dall’inizio.
Ad ambedue, per la totale fiducia manifestata, sempre, nei miei confronti.
La mia amicizia fraterna e il mio ringraziamento spontaneo.
La mia gratitudine, per l’assiduo impegno nell’attività quotidiana a favore del Festival e per l’aiuto concessomi nella soluzione di problemi organizzativi, a Filippo Tassinari, vice sindaco, e ad Alfonso Marchi, Presidente della Pro Loco”.

A questo punto, per quanto mi riguarda, il cerchio si chiude. Quindi chiamo qui con me per la consegna dell’Arcangelo d’oro 2019 la famiglia Marchi.

▪ per il ruolo di custodi della tradizione secolare della stampa a ruggine su tela, patrimonio culturale della Romagna, portata avanti dal 1633 con l’ausilio dell’antico mangano;
▪ per la disponibilità nell’aprire la bottega e il laboratorio artigiano a santarcangiolesi e visitatori, apportando un rilevante contributo allo sviluppo dell’offerta turistica locale;
▪ per la partecipazione alla vita cittadina attraverso forti legami con la collettività, la comunità artistica e culturale, fino a diventare una parte imprescindibile della storia santarcangiolese.

Prima del brindisi finale, auguro a tutti buone feste.

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