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Crisi Rimini FC

Rimini Calcio. Presentati il nuovo allenatore Colella e il nuovo DS Pastore

di Roberto Bonfantini   
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mar 19 nov 2019 17:25 ~ ultimo agg. 20 nov 19:41
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Appuntamento alle 17:30 nella sala stampa del “Romeo Neri” per la presentazione del nuovo allenatore della Rimini Calcio, Giovanni Colella, e del nuovo direttore sportivo, Ivano Pastore (per il quale si tratta di un ritorno). Al tavolo dei relatori anche il presidente, Giorgio Grassi, ed il segretario Marco Mercuri.

A fare gli onori di casa Giorgio Grassi. “Mi trovo un po’ in imbarazzo nel ritrovarmi qui. Vorrei ringraziare Renato (Cioffi, ndr) e Rino (D’Agnelli, ndr) perché in questi mesi hanno messo il cuore, ci hanno provato, hanno dato tutto. Il mister, essendo tutti i giorni al lavoro, è quello che ci è rimasto peggio. Questo omone mi vedeva come un padre. Purtroppo la partita di domenica, che ho vissuta come un trauma quasi peggiore della sconfitta di Verona dello scorso 25 marzo, da quello che mi è stato raccontato da tutti, in oltre 50 partite di calcio professionistico a Rimini tra l’anno scorso e questo inizio di stagione, è stata la peggiore, la squadra non aveva mai giocato così male. Pensavamo lo scorso anno avessimo toccato il fondo, quest’anno stiamo purtroppo facendo peggio. Non potevo fare altro, una scossa era necessaria, siamo a novembre e dunque abbiamo tutto il tempo per rimediare. Giovanni (Colella, ndr) e Ivano (Pastore, ndr) hanno un grosso lavoro da fare perché ci sarà da fare un lavoro grosso anche dal punto di vista psichico. Abbiamo toccato il fondo, ci vorrà tempo, ma il tempo è dalla nostra”.

Ivano Pastore: “Per me è un po’ un ritorno a casa. Ringrazio il presidente perché venire in una città come Rimini è un piacere, sono venuto quattro anni fa, e soprattutto perché ho avuto la possibilità di rientrare dalla porta principale in un campionato che prima di fare due anni al Milan era il mio campionato di appartenenza. La cosa che mi ha più impressionato è la passione che c’è in questa piazza. C’è un po’ di lavoro da fare, quando si cambia è perché le cose non sono state fatte bene o non sono andate bene. A me e al mister, con due ruoli differenti ma in stretta sinergia, toccherà trovare il modo giusto per uscire da questa situazione e risolvere le problematiche che si sono venute a creare. È una società seria, una proprietà della quale nessuno si può lamentare. Da oggi con Marco Mercuri, che sarà al mio fianco, prenderò la maggior parte delle decisioni perché alla società spetta indicare le linee guida, a noi il compito di svilupparle”.

Giovanni Colella: “La mia presenza è dovuta ad un momento negativo e il mio pensiero va quindi a chi c’era prima, facciamo un brutto mestiere. Nel corso degli anni ho pensato tante volte che Rimini potesse essere una destinazione possibile e nonostante altre chiamate non ho esitato ad accettare una piazza importante come questa. Determinante nella scelta anche la conoscenza del direttore, la stima reciproca che ci lega, se ho la possibilità di lavorare con persone che stimo riesco a dare il massimo. Ho avuto il piacere di trovare nel presidente una persona che ha a cuore le sorti della società e della squadra, un uomo che nonostante l’impegno è bistrattato anche se non lo merita. È una persona che mi ha colpito e il motivo che mi ha spinto qua è questo: io punto sempre sugli uomini, con le persone giuste credo si possa andare lontano”.

Con quale modulo giocherà? “5-5-5. Penso che nel calcio si parli troppo di numeri e moduli, io credo che una squadra debba avere innanzitutto una strategia. Un allenatore che subentra non può cambiare tutto e subito, in pochi giorni deve cercare di ottenere il massimo”.

Come ha trovato la squadra biancorossa? “Ho visto che c’è qualche infortunio, ma avere venti giocatori fermi che non sudano non mi interessa. Se poi qualcuno va fuori giri ci si lavora. Se non c’è qualcuno giocherà qualcun altro, i giocatori ci sono. Chiaramente è una squadra in sfiducia, ma un gruppo nel complesso ben preparato. Sicuramente non credo sia una situazione irrecuperabile, abbiamo tutto il tempo per farlo, a cominciare dalla gara di domenica a Padova”.

Sul campionato. “È un campionato difficilissimo. Io non credo che giocare a Padova sia più difficile che giocare a Imola. Io a Imola l’anno scorso ho perso. Quanti punti abbiamo, 12? Con questi punti retrocediamo di sicuro. Una volta ho preso una squadra a 6 punti a dicembre e abbiamo finito a 43 (alla guida del Renate, ndr). Non trovo si debba fare una discriminazione tra una partita e l’altra, il campionato è complicatissimo”.

Grassi sul mercato. “Adesso è presto, adesso c’è Giovanni e farà lui. Qualche idea ce la siamo fatta”.

Pastore: “Abbiamo chiacchierato di tante cose. È chiaro che l’elemento squadra è stato toccato, se andiamo a vedere i numeri. Quando si cambia l’allenatore si deve vedere anche come la squadra reagisce. Adesso vediamo queste partite, siamo tutti in discussione”.

Il nuovo DS sugli under: “va rivisto il pacchetto degli under. Non è un lavoro facile perché c’è una rosa grande. Si cercherà anche di abbassare il numero di giocatori in rosa perché per me un allenatore non può lavorare con 27 giocatori. Non sarà facile però io ci provo”.

Il mercato sarà fatto da subito o si aspetterà gennaio? “Ci sono in giro tanti buoni giocatori – risponde Pastore -. L’idea sarebbe riuscire a fare il più possibile adesso e sfruttare poi il momento di sosta. Chi non gioca da un’altra parte si allena un mese con te e poi è pronto. Il mister ha il suo vice (Moreno Greco, ndr), per il resto lo staff rimane lo stesso. Tra i discorsi c’è tutto. Il mister si è portato una persona di fiducia, io a volte dico che è più importante il secondo del primo. Abbiamo altri collaboratori, noi al momento non abbiamo chiuso la porta a nessuno. È chiaro che chi resta, al di là di con chi sia venuto, deve dare il cento per cento”.

Sul futuro, ancora Pastore. “Adesso impareremo a conoscerci. È chiaro che l’idea sarebbe quella di costruire qualcosa per il futuro”.

Mister, ha già visto il Rimini quest’anno? “Le partite del Rimini le ho viste quasi tutte, un’idea me la sono fatta – risponde Colella -. Prima di fare valutazioni, commenti, operazioni bisogna valutare bene, con pazienza. Non è il momento per dare dei giudizi, c’è bisogno di sollevarci, dopo faremo delle valutazioni. Non penso che questa squadra sia inferiore ad altre squadre. Si tratta solamente di trovare un po’ di fiducia perché non c’è niente di peggio di una squadra che si senta scarsa. È peggio una squadra che pensa di essere scarsa di una squadra scarsa. Non ho trovato certo una squadra allegra. Ci vuole quell’equilibrio che nelle piazze importanti è difficile mantenere per tutto l’anno”.

Presidente, potrebbe essere la volta buona in cui si riesce a costruire senza poi distruggere? “Finalmente ci sono persone che hanno un’esperienza importante in serie C – risponde Grassi -. Anche quelli che c’erano erano dei buoni professionisti. Sto vedendo anche nel mio lavoro che bisogna coniugare competenza ed esperienza. I 40 anni nel calcio di Colella e Pastore sono importanti. Mi auguro che tutto il potenziale che abbiamo possa essere espresso, adesso abbiamo le ruote a terra. La sfortuna è che l’anno scorso abbiamo avuto un po’ di fortuna. Avessimo avuto quest’anno anche metà della fortuna dell’anno scorso adesso loro due non sarebbero qui. Ma loro per noi sono una risorsa. 23 partite cono un’eternità, più la sosta con l’opportunità di fare dei correttivi”.

È sempre intenzionato a vendere la società? “Io credo che dobbiamo vivere come se domani fosse l’ultimo giorno della nostra vita. Io se domani fosse l’ultimo giorno della mia vita non cambierei nulla. Nei momenti in cui si sono fatte delle scelte si era perfettamente convinti di avere fatto le scelte giuste. Anche quelle che abbiamo fatto nell’era Penta pensavamo fossero giuste”.

Sull’esonero del DS D’Agnelli: “Ha avuto tutto il tempo per lavorare”.

Pastore, il lavoro al Milan potrebbe tornarle utile adesso in termini di rapporti? “Certo, ma noi dobbiamo lavorare anche con Inter, Roma e altre società. È chiaro che dobbiamo prendere giocatori che siano utili, non solo perché vengono dal Milan”.

Grassi fa un passo indietro e parla delle scelte dei precedenti allenatori e direttori sportivi. “Prima avevo attorno persone che mi influenzavano. La prima scelta mia in assoluto è stata Petrone. Non ero circondato evidentemente da persone che avevano competenze ed esperienze sufficienti. Per D’Agnelli e Cioffi è più un discorso di esperienza. La squadra l’hanno fatta loro e in relazione a tanti ragazzi non abbiamo avuto quello che speravamo. Sulle tante scommesse forse il margine di riuscita è stato basso”.

Sul monte ingaggi: “abbiamo 30 società in Italia che hanno un budget come il nostro. Non sono i soldi alla fine che ti fanno perdere le partite. Il Ravenna è andato a vincere con il Padova, non dico il monte ingaggi del Ravenna, ma quello del Padova è di 7 milioni. Tra le nostre concorrenti ci sono solo Imolese e Cesena che hanno un monte ingaggi superiore al nostro. Se ci fossimo basati sugli ingaggi nostri e dell’Arzignano domenica avremmo dovuto vincere 3-0”.

Su Cangini. “Non avrebbe convissuto con Penta”.

Che autonomia avranno direttore sportivo e mister? “Qui c’è la favola metropolitana che io entri nelle scelte dei giocatori. Io non ho mai suggerito giocatori o moduli. L’unica cosa che abbiamo detto, come hanno fatto altre società nostre concorrenti, è che avremmo preferito giocare con gli under”.

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