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La Diocesi presenta il bilancio. Debiti in forte diminuzione

Il Vescovo, 2.500 ragazzi e altrettante famiglie: quattro appuntamenti in Duomo, il primo domenica 18 febbraio con video e vibranti testimonianze Un invito. È firmato di pugno dal Vescovo Francesco, quello che mons. Lambiasi ha recapitato ai ragazzi. Sì, proprio un invito, di quelli che si ricevono per le feste di compleanno di amici. Un invito che parte da un’immagine che ha colpito il Vescovo di Rimini: il Bianconiglio che corre agitato nella favola di alice nel Paese delle Meraviglie, e il suo ritornello: “è tardi! È tardi!”. “Che i piaccia o no, anche noi dobbiamo fre tante volte al giorno i conti con l’orologio e le cose per non arrivare tardi. Ma non sempre viviamo gli orari con ansia come il povero coniglio”. Ci sono orari che ci piacciono ed altri più importanti che non si dimenticano mai. Quello della nascita o del battesimo, ad esempio. Quello dell’incontro con Gesù, come è accaduto al suo migliore amico, Giovanni. La lettera personale che mons. Lambiasi ha inviato a tutti i cresimati e cresimandi di quest’anno della Diocesi di Rimini, si apre con la immagine del bianconiglio e del discepolo Giovanni, colui he nell’ultima cena appoggi il capo su Gesù. Amicizia, vera e incontenibile, e tempo bello e indimenticabile è quello che il Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi augura ai ragazzi e ai loro genitori in occasione di quattro incontri programmati dall’Ufficio Catechistico Diocesano per coloro che si apprestano a ricevere (o hanno ricevuto) il Sacramento della Confermazione durante questo anno pastorale. Il Vescovo incontrerà i ragazzi (circa 2.500) e i loro genitori in quattro appuntamenti distinti. Il primo appuntamento sarà domenica 18 febbraio e riguarda il Litorale Sud e il Vicariato Morciano. Il secondo è previsto domenica 25 febbraio per il Vicariato Urbano. Il terzo incontro è in programma domenica 4 marzo, per i Vicariati Valmarecchia, Coriano, e Zona pastorale Santarcangelo e zona pastorae Poggio Torriana. Il quarto ed ultimo appuntamento è domenica 11 marzo con i Vicariati Litorale nord, zona pastorale Savignano, zona pastorale Sogliano e zona pastorale San Giuliano. Il ritrovo è alle ore 15. I genitori dei cresimandi si ritroveranno in Cattedrale assieme al Vescovo, mentre i ragazzi si incontreranno in Sala Manzoni, seguiti dal direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano don Daniele Giunchi, il quale li aiuterà a riflettere sull’icona evangelica di Giovanni, il discepolo. Il tema dell’amicizia e degli incontri importanti, decisivi, verrà trattato da don Daniele e dalla sua équipe attraverso alcuni video e video musicali, tra cui quello di Simona Atzori, la ballerina senza braccia, e la storia di Giulia, la ragazzina morta quattordicenne dopo il percorso che l’ha portata alla cresima. Verranno letti brani del diario di Giulia. Papà e mamme potranno ascoltare alcune testimonianze (una giovane e positiva sposa e mamma che racconta la sua esperienza in famiglia, con il marito e con i gruppi di ragazzi del dopo cresima, e A. un recuperando della Casa Madre del Perdono), prima di una breve catechesi del Vescovo. Genitori e figli si ritroveranno insieme con mons. Lambiasi in Cattedrale, per la visione di un video commentato dallo stesso Vescovo Francesco. La preghiera conclusiva sarà l’ultimo atto dell’incontro che terminerà intorno alle ore 17.00.

il vescovo in un incontro in Duomo

Sarà presentato il 23 novembre in un incontro in seminario rivolto ai membri dei consigli parrocchiali per gli affari economici, ma una dettagliata anteprima del bilancio della Diocesi di Rimini, trova spazio sulle pagine dell’ultimo numero del settimanale Il Ponte.

Il bilancio della diocesi di Rimini anche quest’anno vede un segno più. L’avanzo al 31 ottobre è di 1.709.000 euro, contro i 952.000 del 2018. Vanno tolte le tasse ma i numeri confermano il cambio di passo, dopo anni di grande difficoltà. Il saldo alla fine sarà più basso del 2018 anche se i ricavi sono aumentati: 3.949mila euro a fronte di 3.176mila. Il motivo è presto detto: un aumento di 500mila euro nei finanziamenti alle parrocchie, che salgono ad un totale di 1.300.701 euro. “La Diocesi non è un’impresa – spiega l’economo don Danilo Manduchi sulle pagine del settimanale Il Ponte – l’obiettivo è la sostenibilità, non il profitto. Ogni euro deve essere speso per il bene della gente”. Il suo scopo cioè “non è ricavare degli utili ma solo coprire i costi che l’attività pastorale, quella liturgica e quella caritativa (sempre più importante, decisiva e onerosa!) comportano. Moltissimi di questi costi sono supplenza a ciò che lo Stato dovrebbe fare ma non riesce a fare e di fatto non fa. Riteniamo che attraverso la sussidiarietà passi molto della testimonianza cristiana che ci sta a cuore”.

Casa Paola del Villaggio I Maggio e la parrocchia S. Maria Ausiliatrice sono solo alcuni degli interventi più recenti che hanno avuto il contributo della Diocesi. Alla voce entrate ci sono offerte, locazioni (peraltro in numero sempre minore e sempre meno redditizio), donazioni, in quella uscite la gestione, i restauri, le nuove costruzioni di culto le attività pastorali, e soprattutto la carità. Al secondo posto nella classifica dei costi – si legge sulle colonne de Il Ponte – figurano gli interessi passivi scesi a 276.959 (ovvero 113.762 in meno rispetto ai 390.721 del 2018), seguiti dalle spese di gestione, che fanno registrare apparentemente un’impennata poco virtuosa di 27.000 euro, passando da 189.818 a 216.605. In realtà si tratta di una voce che va conteggiata insieme a quella del personale per comprendere il virtuosismo: in questo caso, infatti, la Diocesi è scesa da 360.539 dell’anno scorso a 283.470 dell’anno in corso. Importante anche la voce “Imposte”: la Diocesi ha pagato nel 2019
87.531 euro (95.548 nel 2018)

Importante capitolo è il finanziamento dell’8xmille: 800mila euro del milione e mezzo annuo è destinato al sostegno di famiglie, poveri, anziani ed emarginati.

Prosegue anche il cammino verso l’azzeramento del debito, creatosi tra il 2008 e il 2013 quando alcuni investimenti per parrocchie, nuovo seminario, Istituto di Scienze Religiose, messa a norma del vecchio seminario che era previsto dovessero essere pagati con alienazioni di immobili non sono andati a buon fine. Si è dovuto così ricorrere al credito bancario, ma il lavoro di contenimento dei costi degli ultimi anni ha ridotto il debito dai 34milioni del 2014 ai 20 di oggi, con una forte diminuzione anche degli interessi: dal milione di cinque anni fa ai 320mila attuali. A ciò si aggiunge il credito di 5milioni che la diocesi vanta sul comune di Rimini per il vecchio seminario, che porterà nel 2024 il debito a 15 milioni. “Realizzando un avanzo di 500.000 euro l’anno – spiega don Danilo – nel 2050, cioè tra 30 anni, avremo azzerato il debito”. “Ma – conclude – ciò deve essere di sprone, e non deve farci dormire sui risultati raggiunti”.