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Rete 14 Luglio

L'impatto sociale delle cooperative e il riutilizzo dei rifiuti

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mer 20 nov 2019 15:28 ~ ultimo agg. 25 nov 12:20
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Dopo l’assemblea, svoltasi a Rimini giovedì 7 novembre in via Portogallo, nella sede de La Formica, i cooperatori della Rete 14 Luglio, si sono spostati a Ecomondo, presso lo stand di Legambiente, dove, nel pomeriggio, hanno partecipato ad un convegno dal titolo The Waste Land: il ruolo strategico della preparazione per il riutilizzo dei rifiuti, per approfondire il sentito tema dell’economia circolare.

Due incontri fondamentali nei quali, le cooperative ‘ruscarole’, come amano definirsi i cooperatori della ‘Rete 14 Luglio’, si sono confrontate sui temi a loro più cari: il sociale e l’ambiente. Uno scambio di relazioni e di esperienze che, per questo gruppo di imprenditori, è sempre intenso ed efficace perché, anche se con accenti differenti, all’interno della Rete,si parla lo stesso linguaggio e lo stesso codice interpretativo.

La ‘Rete 14 Luglio’ infatti riunisce intorno a se 19 realtà sociali, che hanno il medesimo DNA: consorzi e cooperative, provenienti da 7 regioni diverse, che lavorano tutte nel settore dell’igiene ambientale con un fatturato pari a circa 91 milioni di euro. Una realtà italiana molto importante che da lavoro a circa a 2.140 persone, di cui oltre un terzo appartenenti alla cosiddetta categoria dei lavoratori svantaggiati.

I due incontri, a cui hanno partecipato i cooperatori, si sono concentrati su due temi fondamentali: l’impatto sociale che producono le cooperative sul territorio e il ruolo strategico della preparazione per il riutilizzo dei rifiuti. La valenza del binomio ‘rifiuti – sociale’, ha un valore per il mondo cooperativo, che va aldilà di quello che in questi anni è stato fatto ed è una valenza che rappresenta un vero e proprio modello di sviluppo sostenibile. Uno sviluppo di cui sono consapevoli le cooperative e che adesso è necessario misurare.

Nasce da qui la necessità di una ricerca sull’impatto sociale, che viene proposta dalla rete in una seconda edizione, per dare una risposta sempre più adeguata alle esigenze delle comunità territoriali. Sfruttando infatti la prima esperienza, presentata l’anno scorso, l’assemblea della Rete ha deliberato una seconda ricerca, che possa restituire un ‘indice d’intensità sociale’ su un numero di comuni e che tenga conto delle specificità sociali della missione delle cooperative. Si tratta di un lavoro importante, che anticipa in un certo senso la normativa che dovrà essere adottata e che i cooperatori sentono come impegno verso le proprie realtà e come occasione di sviluppo e crescita.

Un lavoro esteso, non più localizzato come nel primo caso, perché dovrà produrre un sistema replicabile, in grado di coinvolgere tutti, con una matrice di indicatori in grado di fare una stima della variabilità del benessere complessivo di un territorio. La ricerca, che è già nella sua fase progettuale, verrà presentata ad Ecomondo nel 2020. Un appuntamento che oramai, per i cooperatori della rete, è diventato consuetudine, con l’assemblea che si svolge a Rimini nella sede di via Portogallo, a pochi passi dalla fiera.

“Si tratta di un lavoro complicato – precisa Giorgio Rosso presidente del Consorzio Stabile ECOBI e membro della Rete 14 luglio – che parte da banche dati di carattere nazionale, centrate su livello comunale. Vorremo trovare degli indicatori locali, metterli in relazione tra di loro e fare una ricerca anche sul benessere interno dei lavoratori della cooperative. Intrecciando questi aspetti dovremmo ottenere alcuni indicatori finali utili a misurare l’impatto sociale. Ci siamo dati come tempo un anno di lavoro, sfruttando la prima ricerca fatta l’anno scorso. Si tratta, in tutti i casi, di un lavoro dinamico, nel senso che si potrà sviluppare anche negli anni a venire.”

“L’aspetto più importante del lavoro varato oggi – ribadisce Giovanni Iozzi, Responsabile Progetto Culturale presso la Cooperativa Arcobaleno – è che, fin ad oggi, le cooperative vengano considerate come clienti e basta. Noi come rete stiamo costruendo una massa critica competente, che vuole sfidare anche la costruzione di nuovo modelli con una validità scientifica importante e questo è davvero un cambiamento significativo.”

“Oltre a lavorare sull’ambito comunale – precisa Pietro Borghini presidente de La Formica – e a generare quindi indicatori più comparabili per ogni singola realtà, la ricerca che oggi abbiamo lanciato come Rete, include altri aspetti importanti, come quello di una copertura abbastanza importante a livello nazionale, perché possiamo ricavare un dato guardando anche gli andamenti sia dei comuni che delle nostre realtà con uno sguardo nazionale. Un risultato che, anche se non completo, comunque abbastanza capillare. Infine è anche un’occasione per lavorare, come rete, tutti su uno stesso progetto, e quindi dare anche più senso alla rete stessa.”

La giornata dei cooperatori ha avuto un suo secondo apice di condivisione anche nel pomeriggio, a Ecomondo, dove, nello stand di Legambiente si è svolto l’incontro ‘The Waste Land: il ruolo strategico della preparazione per il riutilizzo dei rifiuti’. Un tema vicinissimo alle cooperative sociali e nello stesso tempo anche una strategia vincente per l’economia circolare. Il confronto, molto partecipato si è concentrato sulla preparazione per il riutilizzo è l’attività di controllo, pulizia o riparazione, che trasforma un rifiuto in un bene, affinché venga riutilizzato senza subire ulteriori trattamenti e senza richiedere elevati interventi energetici o di materia prima. Operazioni che hanno una miriade di benefici, che vanno dalla riduzione dei rifiuti, alla valorizzazione delle risorse, fino al risparmio e all’occupazione delle persone: obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Tanti gli stakeholder che hanno dato il loro prezioso contributo, come: Sandro Polci, (moderatore e Presidente del Comitato Scientifico di Legambiente), Tito Ammirati (Presidente della Rete 14 luglio), (Alberto Pizzocchero (Rete 14 luglio), Filippo Brandolini (Vicepresidente Utilialia), Stefano Ciafani (Presidente Legambiente), Daniele Carissimi (Ambiente legale). Tanti esperti del settore che, con il contributo video di Michal Len (Direttore RReuse), hanno commentando il recepimento della direttiva europea sui rifiuti, ed hanno prospettato un modello reale di preparazione per il riutilizzo dei rifiuti, vicinissimo al mondo delle imprese sociali che da anni operano nel settore.

“Per favorire la fine dei rifiuti – sottolinea Sandro Polci, moderatore e Presidente del Comitato Scientifico di Legambiente – occorre prepararla al meglio, facendo in modo che il rifiuto non diventi tale e avendo l’intelligenza della selezione della qualità che inizialmente può essere fatta con un’azione di preparazione al riutilizzo. Molte persone che si avvicinano al mondo del lavoro, che hanno micro professionalità, anche se non sempre normodotate, possono fare la differenza. Con un approccio olistico, che considera tutte le variabili, ci accorgiamo come questo nesso tra recupero, creatività, invenzione e micro professionalità orientate, possa fare la differenza e il benessere economico del nostro paese.”

“L’idea è quella di individuare nuove opportunità di occupazione per i soggetti svantaggiati – aggiunge Tito Ammirati, Presidente della Rete 14 luglio e della cooperativa Arcobaleno – Crediamo che la preparazione al riutilizzo dei rifiuti possa essere una nuova frontiera ed è per questo che vorremmo che questo ambito fosse proprio una priorità per le cooperative sociali. Non esistono lavori ad alta intensità di manodopera sui quali possiamo cimentare e sperimentare i nostri percorsi d’inclusione, questa ci sembra veramente una grande opportunità. Per questo c’è bisogno della collaborazione e della condivisione di tutti: dallo Stato , alle multiutility, fino ai cittadini. L’esperienza della cooperazione sociale non può esistere se non è legittimata dal resto degli attori della società.”

Emiliano Violante

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