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strangolata a Riccione

Femminicidio Olga Matei. Pg Cassazione: legittimo sconto pena per tempesta emotiva

In foto: Olga Matei
Olga Matei
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 8 nov 2019 17:59 ~ ultimo agg. 9 nov 22:53
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Sarebbe legittimo lo sconto di pena per una ‘tempesta emotiva’ a Michele Castaldo, omicida reo confesso di Olga Matei uccisa a Riccione il 5 ottobre 2016. Lo sconto di pena da 30 a 16 per l’uomo che ha ucciso Olga Matei è ‘in linea con la giurisprudenza’. È quanto conclude il sostituto procuratore generale della Cassazione che ritiene sia da rigettare il ricorso avanzato dalla procura generale di Bologna contro la sentenza d’appello a carico di Castaldo che 3 anni fa ha strangolato la donna.

La “tempesta emotiva”, come elemento della situazione psicologica dell’imputato, concorre assieme ad altri elementi alle concessione delle attenuanti generiche. Per questo, secondo il sostituto procuratore generale della Cassazione Ettore Pedicini, è da rigettare il ricorso della procura generale di Bologna contro la sentenza della Corte d’assise d’appello che ha quasi dimezzato, portando da 30 a 16 anni, la pena a Michele Castaldo per l’omicidio di Olga Matei. Il caso fece discutere proprio per le motivazioni della sentenza che, a ridosso dell’8 marzo, valorizzava tra gli altri elementi la perizia psichiatrica su Castaldo secondo la quale l’imputato fu preda di una “soverchiante tempesta emotiva e passionale” dovuta al suo vissuto. Il delitto avvenne a Riccione il 5 ottobre 2016: i due si frequentavano da circa un mese quando l’uomo, in una crisi di gelosia, la strangolò a mani nude e poi tentò il suicidio; un gesto ripetuto anche in carcere, a marzo.

Castaldo fu condannato dal gip di Rimini, con rito abbreviato, a 30 anni di carcere ma in appello la condanna è passata a 16 anni (24 anni, ridotti di un terzo sempre per effetto del rito) per il bilanciamento tra attenuanti ed aggravanti dovuto allo stato emotivo, alla valutazione positiva della confessione e della volontà di risarcire la figlia della vittima. “La sentenza impugnata” – ha sottolineato il sostituto pg di Cassazione chiedendo alla prima sezione penale di dichiarare inammissibile, perché strutturato in punto di fatto, o infondato, il ricorso della procura generale di Bologna – “ha esplicitato le ragioni che giustificano la scelta, che ha valorizzato, pur prendendo atto della gravità del fatto, la situazione psicologica dell’imputato. Ed è in linea con la giurisprudenza della Cassazione, secondo cui gli stati emotivi e passionali possono essere valutati ai fini della misura della pena. Tale valutazione attiene al giudice di merito”.

Castaldo, difeso dall’avvocato Monica Castiglioni, è attualmente recluso a Ferrara. La sentenza è attesa in serata.

(fonte ANSA)

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