Fieravicola – salone internazionale avicolo – lascia la location della Fiera di Forlì per approdare a quella del quartiere fieristico riminese dove si terrà nel 2021 in contemporanea con Macfrut e assumendo, da quella data, la cadenza annuale. Il Consiglio d’Amministrazione di Italian Exhibition Group (IEG) ha accolto con pieno consenso la conclusione del progetto annunciata nella seduta odierna dal presidente Lorenzo Cagnoni. Sia il CdA della Fiera di Forlì sia il Consiglio comunale forlivese (che della Fiera è socio di maggioranza) avevano infatti nelle scorse settimane approvato il progetto di alienazione e trasferimento. La formalizzazione dell’accordo sarà naturalmente sottoposta a due diligence.
L’accordo tra IEG e Fiera di Forlì prevede la costituzione di una newco con IEG al 51%, Fiera Forlì al 35%, Cesena Fiera al 10%, Assoavi e Unaitalia entrambe al 2%. Fieravicola a Rimini potrà contare non solo su un plant fieristico moderno, funzionale e dotato di una stazione ferroviaria interna sulla linea Milano – Bari, ma anche sulla contemporaneità del Macfrut la rassegna internazionale del comparto ortofrutticolo che Cesena Fiera ha trasferito a Rimini cinque anni fa.
“Una decisione frutto di una strategica valutazione e progettazione, ogni aspetto dei possibili vantaggi per i diversi soggetti coinvolti – fiere, territori, mercato – è stato attentamente esaminato e portato a chiarezza formale e sostanziale”.
Con l’acquisizione di Fieravicola si amplia ulteriormente il portafoglio di IEG nel settore agroalimentare dove è da tempo protagonista con il Sigep, Beer&FoodAttraction, FoodWeell, Foodnova, Macfrut, Cosmofood a Vicenza e Golositalia a Montichiari.
“I ruoli in questo accordo – conclude Lorenzo Cagnoni – sono chiari e paritari. Le linee strategiche della manifestazione saranno dettate dalla newco a maggioranza IEG, la gestione operativa sarà in capo a Cesena Fiera con il grande vantaggio di sinergie comuni a quelle del Macfrut. Mentre i contenuti tecnici e culturali, i convegni e gli approfondimenti di mercato saranno localizzati su Forlì che detiene un expertise sul settore a far data dal 1961. L’avicoltura intensiva gettò infatti le basi di quello che sarebbe diventato un fiore all’occhiello dell’agroalimentare del nostro Paese proprio negli anni cinquanta. Ne è nata nel tempo una filiera articolata sia per tecnologia sia per prodotto con un pieno protagonismo internazionale delle aziende territoriali”.