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Numeri e riflessioni

Parco del Mare. Maggioli: potrebbe essere grande occasione per turismo e edilizia

In foto: Paolo Maggioli
Paolo Maggioli
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mer 2 ott 2019 13:31 ~ ultimo agg. 3 ott 11:47
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L’economia riminese rallenta, seguendo il trend nazionale, ma se la cava meglio dei cugini di Ravenna. E’ quanto emerge nel consuntivo dei primi sei mesi 2019 di Confidustria Romagna. Se l’Area Vasta vede diminuire sia fatturato che produzione, Rimini segna ancora una crescita: il fatturato cresce del 2,6% trainato dal +12% dell’export. Lieve calo per la produzione (-1,3) dove le performance peggiori sono quelle delle aziende più grandi che soffrono di più i problemi di dazi e blocchi esteri. Bene invece le realtà medie e piccole. Si conferma, per la sesta indagine consecutiva, il segno più dell’occupazione (+3,2%). Intorno al 60% il grado di internazionalizzazione.

Presentando l’analisi, il presidente di Confindustria Paolo Maggioli si è soffermato su alcuni aspetti di attualità: dal Parco del Mare, alle infrastrutture di collegamento, passando dalla necessità di una Romagna più unità anche in ambito Universitario.

Speriamo sia la volta buona per il Parco del Mare – ha detto Maggioli – dovrebbe essere l’aspetto definitivo per fare di Rimini una città rinnovata e più attraente. Ma auspichiamo dia una spinta anche al settore dell’edilizia, decimato negli ultimi anni, e ancora in grave difficoltà. Senza l’edilizia non ci può essere ripresa.” La speranza del presidente di Confindustria è che i lavori per il nuovo lungomare possano trovare ampio sostegno da parte di tutta la città, e in particolare modo da parte delle categorie più interessate. Albergatori in primis chiamati a rinnovare le proprie strutture. “Deve essere un’opportunità per riqualificare – ha detto – ci sono strutture non adeguate o da accorpare. Va fatto un gran lavoro.” C’è poi il tema delle infrastrutture. Non è possibile che Rimini sia tagliata fuori dall’alta velocità, ha detto Maggioli che è tornato anche ad auspicare un sistema regionale degli aeroporti. Necessario poi mettere mano ad arterie fondamentali come Statale 16, Consolare per San Marino ed E45. Il presidente ha poi invocato una Romagna capace di fare massa critica e di agire in modo condiviso. Senza fughe solitarie in avanti come recentemente accaduto sull’Università: “Serve una programmazione romagnola confrontandosi con l’Alma Mater. L’Università non è un vezzo ma serve a garantire competitività alle nostre aziende” ha concluso Maggioli.

I vari temi di attualità tratti dalla nota stampa

VALORI E PROGETTI CONDIVISI PER LA CRESCITA DEL TERRITORIO
Non è più il tempo di pensare ed agire come singole realtà. Solo se creiamo e progettiamo un percorso caratterizzato dalla piena unione di intenti, possiamo essere competitivi ed attrattivi.
Ogni provincia è Romagna, ognuna nelle sue peculiarità e particolarità, ma solo se amalgamata alle altre. Gli imprenditori ne sono convinti e l’avere trovato condivisione da parte di altre associazioni nella realizzazione del progetto Città Romagna ci fa capire che i tempi sono maturi.
La Romagna, pur avendo raggiunto alti standard di benessere e sviluppo non ha ancora espresso completamente le proprie potenzialità. Dobbiamo farlo meglio per essere più rappresentativi sia a livello regionale sia nazionale: dobbiamo lavorare con una visione unitaria per lo sviluppo del territorio che ha grandi potenzialità imprenditoriali, sociali e culturali.
Rimini insieme a Ravenna, Forlì e Cesena, deve andare oltre i campanilismi, le resistenze e ogni atteggiamento anacronistico di chiusura.

INFRASTRUTTURE
Parlando di infrastrutture purtroppo occorre porre ancora una volta l’attenzione sul tema della alta velocità. Rimini, come le altre province della Romagna, resta ancora indietro. Non possiamo più attendere: la nostra area deve essere collegata adeguatamente come accade per l’Emilia.
Per l’aeroporto Fellini i dati fanno presupporre che ci siano margini di crescita e di apertura verso nuove destinazioni. È comunque fondamentale che si operi in sinergia a livello romagnolo e regionale. Una vera rete aeroportuale di valore regionale, composta dai singoli scali di Rimini, Forlì, Bologna e Parma rappresenta la soluzione più logica e strategica.
Per la rete viaria restano prioritarie la realizzazione delle due rotatorie sulla consolare per San Marino e sulla provinciale per Coriano che il nostro territorio continua ad attendere da troppo tempo. Così come per la maggiore fruibilità al traffico sarebbe importante procedere con gli interventi sulla Statale 16 nei Comuni di Rimini, Misano e Riccione. Fondamentale, anche per il territorio di Rimini, il miglioramento della E45 per il collegamento con Roma ed il Nord-Est e la realizzazione del passante di Bologna soprattutto in considerazione della vocazione turistica della nostra area.
In tema di infrastrutture vanno ovviamente citati IEG e i palacongressi che rappresentano il valore aggiunto per permettere al territorio di destagionalizzarsi ed internazionalizzarsi proponendo servizi con elevati standard qualitativi.

TURISMO
Il Parco del Mare sembra finalmente arrivato allo start dei lavori e deve essere letto da tutti come un’opportunità di rilancio, così come il proseguimento della realizzazione del nuovo sistema di depurazione delle acque che rappresenta per Rimini uno dei segnali del cambiamento che stiamo vivendo.
Ma occorre fare ancora molto affinché la zona mare di Rimini possa tenere il passo del centro storico, interessato da un percorso di riqualificazione che sta dando vita ad una nuova immagine costruita sulla storia e sulla cultura del nostro territorio.
Il 2020 sarà l’anno del centenario di Federico Fellini: agli occhi del mondo non possiamo farci trovare impreparati.

GIOVANI, FORMAZIONE E UNIVERSITÀ
Il problema del reperimento di figure adeguatamente preparate e specializzate continua ad essere ancora molto sentito dalle imprese del nostro territorio. Come è emerso anche in occasione dell’ultima edizione di Fattore R l’indagine “La Romagna e i Talenti”, realizzata su oltre 70 imprese, ha evidenziato che per oltre il 43% degli imprenditori romagnoli intervistati, le competenze sociali e tecnologiche non sono adeguate alle esigenze di mercato. Un gap che può essere colmato partendo da uno stretto rapporto di collaborazione fra mondo delle scuole e quello dell’industria.
In questa ottica l’università di Rimini rappresenta una grande risorsa. Per questo sosteniamo UniRimini sin dalla sua nascita e lavoriamo insieme con varie iniziative come tirocini, tesi e stage in azienda, corsi di formazione e specializzazione. Ma l’ateneo riminese deve essere una risorsa anche in ottica di sistema. Abbiamo creduto e portato avanti con grande impegno il polo universitario romagnolo. Oggi non possiamo permetterci che questo grande valore raggiunto si perda per decisioni autonomiste.
Anche in ambito universitario vanno fatte scelte condivise in un’idea di Romagna strategicamente unita.

La sintesi dell’indagine congiunturale

Area Vasta (aziende campione Ravenna e Rimini associate a Confindustria Romagna): nel primo semestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, calano fatturato totale ( -1,7%: -4.5% fatturato interno e + 5,4% fatturato estero) e produzione -0,8%. In crescita l’occupazione (+3,4%). Il 38,6% delle imprese evidenzia ordini in aumento, mentre il 24,4% in diminuzione. Nelle previsioni la produzione è stazionaria per il 52,4% delle imprese campione e in aumento per il 36,5%. Gli ordini per il 52,2% degli imprenditori saranno stazionari e per il 36,8% in aumento. L’occupazione è prevista stazionaria per il 69,8% del campione.

Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 48 %.

Rimini: Nel consuntivo del primo semestre 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, l’andamento del fatturato è ancora positivo +2,6% ma in calo rispetto a quanto registrato a fine dicembre. Buono l’export +12%, in negativo il fatturato interno -1,5%. Occupazione +3,2% che continua ad essere in crescita da 6 indagini congiunturali consecutive e conferma il trend nazionale. Produzione -1,3%, con una forte disparità data dalla dimensione delle aziende, +17,4% per le piccole, +1,5% per le medie e -4,7% per le grandi.

Le previsioni del secondo semestre 2019 danno in calo la produzione (per il 35,3% del campione). Ordini totali in aumento per il 34% del campione e stazionari per il 57,1%. L’Occupazione è stazionaria per il 60% del campione. Il grado di internazionalizzazione si attesta in media al 59,8 %.

Una situazione certamente non semplice che rispecchia lo stato dell’economia italiana, le vicende politiche del Paese ed un panorama internazionale in continuo mutamento.

Per affrontare al meglio il momento ed avere prospettive di crescita, è opportuno agire con una visione d’insieme indirizzata al superamento dei bocchi che frenano lo sviluppo e ad una maggiore valorizzazione dei nostri punti di forza.