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Sull'operazione Hammer

Immobile affittato ad attività malavitosa. Scontro Pecci-Morolli finisce in Tribunale

In foto: Pecci in Consiglio Comunale
Pecci in Consiglio Comunale
di Redazione   
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ven 18 ott 2019 14:55 ~ ultimo agg. 20:04
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Appartengono ai genitori dell’assessore Mattia Morolli i muri dell’immobile che ha ospitato prima un ortofrutta e poi l’autonoleggio Viserba Rent, attività sequestrata nell’ambito dell’operazione Hammer contro il gruppo camorristico di Ciro Contini che si stava prendendo spazio a Rimini (vedi notizia). Un fatto che Marzio Pecci della Lega, citando genericamente “un assessore” senza fare il nome, ha denunciato in settimana con un comunicato stampa. Nel frattempo la famiglia, in particolare tramite l’avvocato Monica Morolli, sorella di Mattia, ha subito spiegato di essere vittima nella vicenda in questione (il sequestro giudiziario riguarda infatti l’attività, non i locali) e di avere svolto tutte le verifiche richieste e consentite in un contratto privato come quello per l’affitto dell’immobile in questione.

Lo scontro si è poi spostato sui social network, dove Morolli (che non ha quote dello stabile) ha definito quella di Pecci una “vomitevole e imbarazzante strumentalizzazione”. Una “violenza verbale” inaccettabile, ha detto ieri sera Pecci in Consiglio Comunale in occasione dell’interrogazione sulla vicenda, ribadendo la legittimità della richiesta che l’attenzione ai fenomeni malavitosi sia esercitata in primis da chi occupa i vertici amministrativi della città.

Una scontro che finirà in tribunale: Morolli ha confermato anche nella risposta a Pecci che la sua famiglia lo querelerà, il capogruppo della Lega a sua volta si tutelerà da eventuali danni legati all’azione legale in questione. Sull’interrogazione Pecci avrà risposta scritta.

E la vicenda è giù uscita dai confini locali entrando nella contesa politica. il deputato della Lega Gianluca Cantalamessa, componente della Commissione Antimafia alla Camera, commenta: “Inammissibile che il sindaco ed il Partito Democratico dell’Emilia Romagna non abbiano ancora chiesto spiegazioni ufficiali e, nel caso, le dimissioni del loro amministratore”.