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Il clima che preoccupa

Riscaldamento climatico: a Rimini la media più alta dal 1900

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 23 set 2019 15:48 ~ ultimo agg. 24 set 08:20
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Nel 2018 anche Rimini, come altre città del nord Italia, ha segnato il record della temperatura media annua più alta del periodo 1900-2018. La media annua raggiunta, infatti, è stata di 15,46, un valore superiore di ben 3,11 gradi centigradi rispetto al minimo registrato nel periodo 1900-2018.  I dati arrivano da “Info data, notizie raccontata con i numeri” del “il Sole 24 ore”. Una infografica da cui emerge che il 2018 è stato l’anno più caldo di sempre in 24 delle 55 città italiane prese in considerazione, fra cui Rimini, e il secondo più caldo in altre 28 città.
Una fotografia che arriva nella settimana di mobilitazione internazionale per il clima: in questi giorni sono 150 i paesi coinvolti in tutto il mondo con manifestazioni e cortei di ogni tipo, a cominciare da New York, dove è stata proprio Greta Thunberg a guidare il corteo.

La ricerca del ‘Sole 24 ore’, finalizzata a  rappresentare gli effetti della crisi climatica nel nostro Paese, analizzare quali sono le città italiane dove il riscaldamento globale ha, fino ad ora, manifestato i maggiori rialzi termici, rialzi che si concentrano soprattutto nel nord Italia e negli ultimi anni. I dati presentati utilizzano quelli relativi alle temperature medie annue raccolte in 55 città italiane dallo European Datajournalism Network e confluite nell’inchiesta Europe 1 degree warmer.

In Emilia Romagna, Rimini è stata la città che ha registrato le medie annue più alte dopo quelle di Bologna, mentre risulta quinta come aumento in gradi centigradi (+3,11) rispetto al minimo registrato dal 1900, posizionandosi rispettivamente dopo Piacenza, Ravenna, Modena e Bologna e prima di Parma.

A livello nazionale è Treviso la città con il maggior rialzo termico all’interno del periodo considerato: +3,86 gradi fra la temperatura media del 2014 (13,52 gradi), e quella del 1940 (9,66 gradi) valore più basso dell’intera serie storica della città.

La situazione in Emilia Romagna nel 2018:

 


“Si tratta di dati preoccupanti, indicatori insieme ad altri aspetti di un fenomeno di tropicalizzazione che interessa l’intera area mediterranea – ribadisce  Anna Montini, Assessore all’ambienteNon vi è alcun dubbio che il tema del cambiamento climatico, che a rialzi termici accompagna anche episodi meterorici di particolare intensità,  debba stare al primo posto delle agende politiche internazionali, nazionali e locali. Come Rimini abbiamo recentemente illustrato la nuova fase del Piano Strategico aggiornato al 2039, incardinata appunto sull’approccio e sulle misure per affrontare strutturalmente il cambiamento climatico. Lo stesso Comune di Rimini, non più tardi di un semestre fa, ha aggiornato il suo Piano di salvaguardia di balneazione, potenziandone la parte idraulica per ridurre i rischi di allagamento dovuti a piogge sempre più torrenziali e intense. Abbiamo inoltre aderito al PAESC (e ancor prima al PAES), Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima, con chiari obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra fissati al 2030. Piu’ recentemente infine abbiamo aderito alla richiesta dei giovani di Fridays for Future per la dichiarazione di emergenza climatica e ambientali che denota la prosecuzione di un percorso gia’ intrapreso.
Io credo però che gli strumenti strutturali debbano essere accompagnati da misure in grado di incidere su quelle che oggi sono comportamenti che consideriamo abitudinari ma che, a guardarli bene, sono anche figli dell’ultimo secolo. Penso ad esempio alla necessità di ridurre gli sprechi nei consumi energetici e di contrastare l’inquinamento atmosferico da fumi di scarico di auto e da modalità di riscaldamento non efficienti. Su tutto questo, anche le amministrazioni nazionali e locali sono chiamate a uno sforzo enorme nei prossimi anni. Sia investendo sulla transizione energetica (da fonti fossili a quelle rinnovabili) sia favorendo interventi con effetti locali come la creazione di foreste peri urbane, l’aumento del patrimonio arboreo nelle città, il ricambio del parco mezzi, il potenziamento del trasporto pubblico, l’ampliamento delle reti di piste ciclabili cittadine e favorendo la mobilità elettrica. L’educazione, la sensibilizzazione e i comportamenti individuali saranno comunque gli ulteriori elementi chiave su cui puntare per ottenere impatti decrescenti sull’ambiente”.