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Presidente onlus ai domiciliari. Le istituzioni: rabbia e sgomento, rete è sana

In foto: repertorio
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di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 12 set 2019 16:46 ~ ultimo agg. 13 set 11:06
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Dopo la notizia dei domiciliari per la presidente di una associazione di tutela alle donne maltrattate, dalla consigliera di parità della Provincia di Rimini Carmelina Fierro e della consigliera provinciale delegata alle pari opportunità Giulia Corazzi, il dolore perché le vittime della vicenda sono donne già in difficoltà, e l’inevitabile ravvia per il discredito che rischia di coinvolgere anche chi con serietà e dedizione da anni si impegna a fianco di chi subisce violenza. Per l’assessore regionale alle Pari Opportunità Emma Petitti, la convinzione che se le accuse dovessero essere confermate la Regione sarà determinata a difendere le donne da qualsiasi tentativo di approfittare delle loro condizioni di debolezza.


L’intervento di Carmelina Fierro e Giulia Corazzi:

“Abbiamo appreso con sgomento dell’arresto della ex presidente della onlus Butterfly, accusata dei reati di truffa, estorsione, minaccia e falso. Ci sono indignazione, rabbia e dolore nel nostro sgomento. Indignazione perché siamo di fronte a reati gravissimi perpetrati nell’esercizio di una attività che dovrebbe essere pura e immacolata, in quanto fondamentale supporto e sostegno delle donne maltrattate e vittime di violenza. C’è poi rabbia, che non è mai un bel sentimento, ma siamo purtroppo consapevoli che, come in altre vicende analoghe, il discredito generato da questo caso possa piombare su tutto un mondo innocente, fatto di persone perbene e di lavoro serio e irreprensibile, minando la fiducia in un percorso e in un sistema costruiti pazientemente e con fatica.

E infine c’è dolore, perché pensare a quelle donne in difficoltà che chiedendo aiuto si sono imbattute in una frode stringe il cuore, ancor più a noi che siamo donne come loro. L’indignazione e il dolore purtroppo resteranno perché non c’è un antidoto per questi. La rabbia per le conseguenze che potrebbero derivare da questo brutto episodio possiamo lenirla fino a cancellarla lavorando tutti insieme: distinguendo con raziocinio caso per caso dove sta il bene e dove il male, attendendo che la giustizia faccia il suo corso e punisca chi ha sbagliato, senza che un’ombra di sospetto si allunghi su tutto un mondo, quello di chi lotta contro la violenza sulle donne, che è una conquista e un presidio di civiltà del nostro tempo.”

L’intervento di Emma Petitti:

“La premessa è d’obbligo, ed è che le accuse dovranno essere confermate. E questo vale sempre, per tutti. Ma sapere che ci potrebbe essere stato chi, anziché difendere donne vittime di violenza, come avrebbe dovuto fare, potrebbe aver invece commesso reati che vanno dalla truffa, alle minacce, all’estorsione nei confronti di chi avrebbe dovuto difendere, è cosa assolutamente grave. Peraltro, percependo fondi pubblici per farlo. Se tutto ciò dovesse trovare fondamento, saremo durissimi e determinati a difendere, in ogni sede, il diritto delle donne ad essere aiutate in circostanze per loro difficilissime, non lasciando alcuno spazio a chi volesse tentare di approfittare, in qualche modo, della situazione”

“La Regione Emilia-Romagna-prosegue l’assessore- è particolarmente impegnata sul tema violenza alle donne, un tema che drammaticamente continua ad essere di tragica attualità. E il nostro impegno è fatto non solo di risorse economiche messe a disposizione, pur ovviamente determinanti. Ma è fatto anche di impegno, di ascolto, di progettazione di interventi che possano essere utili a chi si trova a dover fare i conti con il dramma della violenza domestica”

“Ma se una cosa è certa- conclude Petitti- è che in Emilia-Romagna c’è una vera rete di Centri antiviolenza, fatta di persone competenti e responsabili, che ogni giorno, con il loro lavoro, ci dimostrano che la battaglia contro la violenza alle donne si può vincere. E il loro impegno, e i risultati che raggiungono, ci dimostrano che siamo sulla strada giusta”