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A Riccione

Mostra e incontro dedicato a don Montali

In foto: Parrocchia di San Lorenzo Riccione
Parrocchia di San Lorenzo Riccione
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 30 set 2019 14:59
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Don Giovanni Montali: La forza della carità per una rinascita civile è il titolo della mostra che sarà inaugurata giovedì 3 ottobre alle 20.30, nella sala parrocchiale di San Lorenzo di Riccione. Subito dopo, alle 21 in chiesa il professor Tiziano Torresi, docente all’università Roma Tre e studioso del cattolicesimo italiano del XX secolo, terrà una conferenza dal titolo “Don Giovanni Montali e l’eredità culturale di I. Righetti. La Chiesa di fronte al modernismo e al fascismo: tra carità e politica”.

La mostra si compone di 13 pannelli, con foto, materiali d’epoca e prodotti audiovisivi riguardanti la vita, la testimonianza e l’eredità sociale e pastorale di don Giovanni Montali, che fu parroco per quasi cinquant’anni a San Lorenzo in Strada e che ha profondamente segnato la storia riccionese del secolo scorso, lasciando un’eredità ecclesiale e civile di eccezionale valore, in gran parte tutta da riscoprire. Sarà esposta dal 3 al 6 ottobre nel contesto della festa della famiglia a San Lorenzo e poi ancora al Palazzo del Turismo di Riccione il 25 ottobre, in occasione della terza conferenza del ciclo dedicato ad Igino Righetti.

 

Giovanni Montali, notevole studioso di Dottrina Sociale della Chiesa ebbe un ruolo importante nell’approfondire e diffondere l’interpretazione delle Encicliche Rerum Novarum e Quadragesimo Anno, sviluppando il pensiero sociale cristiano nel contesto della crisi economica del ’29 e della crescente influenza del materialismo marxista. Avversario del socialismo, fu tuttavia sempre dalla parte dei poveri, contadini ed operai, prendendo le loro difese nel rapporto con i proprietari terrieri e fondando la prima Cassa rurale di Riccione, a San Lorenzino, nel 1914. Allievo spirituale e amico personale di Romolo Murri, storico primo fondatore della Democrazia Cristiana, rimase sempre ancorato alla tradizione e all’idealità democratica e per questo motivo divenne fiero oppositore del nazi-fascismo, della guerra e delle leggi razziali come testimoniano, tra l’altro, i suoi articoli sul Diario Cattolico (1933-’38).  Subì per questo la persecuzione e l’atroce uccisione del fratello e della sorella, avvenuta il 10 settembre del 1944. Fu personalmente incaricato dal papa Pio XII di tenere i rapporti con Romolo Murri e di favorirne il ravvedimento e il reintegro nella Chiesa Cattolica, prima della sua morte. Fervido scrittore e predicatore, tradusse dal francese opere esegetiche di grande valore, come Le lettere di San Paolo, di padre Delatte, che hanno contribuito al rinnovamento biblico italiano, nonché opere di dottrina sociale e di spiritualità.