Dopo l’intervento del sindaco di Rimini Andrea Gnassi (vedi notizia) anche il segretario provinciale del PD Filippo Sacchetti interviene sull’uscita di Matteo Renzi dal partito. “Noi restiamo nel Pd” spiega il segretario.  “Stiamo ricostruendo a Rimini, senza poca fatica, una comunità politica di persone che si incontrano e discutono dei bisogni del territorio. Idee, progetti e speranze che cambiano le città, parlano del mondo che cambia, delle opportunità globali e locali. Una comunità che deve restare coesa di fronte ai prossimi difficili appuntamenti che ci dovranno far tirare fuori l’orgoglio e la visione giusta per affermare che l’EmiliaRomagna è un posto in cui si vive bene e possiamo lavorare per stare ancora meglio.  Il pd deve ripartire, dopo aver dato vita a questo governo. Deve ripartire dal sogno di una comunità democratica di persone che credono nell’Europa e nella cittadinanza europea, nello sviluppo sostenibile che crea nuovi posti di lavoro, nella tutela minima di chi lavora e rischia comunque di essere povero. Il pd è un grande partito dove deve esserci posto per tutti quelli che hanno idee libere e vogliono cambiare le cose e aiutare chi sta peggio a stare un po meglio. E se ancora siamo distanti da questa definizione, si fanno battaglie e si affermano valori tramite la partecipazione democratica, senza scappare e senza mollare. È sempre sbagliato quando succede. Chiunque sia a compiere il gesto. Da Rimini proviamo a stare uniti e andare avanti con umiltà e tanto lavoro sui territori”.

Sul tema anche l’intervento della riminese Emma Petitti, parte della direzione nazionale del PD:

In queste ore in diversi, fra iscritti, simpatizzanti e amici, sono a chiedermi che cosa penso di questa situazione del Partito Democratico e dell’impatto che potrebbe avere in Emilia Romagna. Siamo di fronte ad un’operazione che francamente si commenta da sola, sbagliata nei tempi e nei modi e mi sento di condividere totalmente le parole del segretario Nicola Zingaretti e il suo invito ad occuparci di ciò che sta davvero a cuore agli italiani.

A chi invece mi chiede che cosa, secondo me, dovremmo fare nella nostra regione, penso di poter rispondere senza esitazione che servirebbe convocare una grande assemblea dei democratici per far partire un lavoro di rilancio politico sulla nostra Regione.

Riuniamo la nostra comunità, in parte disorientata da quanto accaduto e diamo un grande segnale di unità, oltre i personalismi. Convochiamo i nostri organismi, i nostri circoli, i nostri amministratori e scegliamo le grandi questioni su cui vorremmo fondare il progetto di governo per la Regione Emilia Romagna dei prossimi anni. Discutiamone tutti insieme, sollecitando una grande partecipazione.

E poi su quei temi, sulle proposte che ne deriveranno, apriamo senza supponenza, con umiltà e spirito costruttivo un confronto largo con la società e con tutte le forze politiche, civiche e sociali che ci vorranno stare e che siano alternative alla destra.

Io penso che la priorità sia ricostruire un centrosinistra largo, unito e forte.
Ma penso anche che non dovremmo avere paura a dialogare con i 5stelle, senza prefigurare automatismi ma nella consapevolezza che la scelta che abbiamo fatto a Roma è chiara: non abbiamo fatto un governicchio per tirare a campare e nemmeno un governo fondato su un nuovo contratto frutto della sommatoria di due programmi diversi e alternativi come quello giallo-verde.

Abbiamo scelto la via difficile di un accordo politico, con un programma condiviso e con una condivisa base valoriale. L’unica via capace di dimostrare che ciò che abbiamo fatto non è un’operazione trasformistica finalizzata ad una mera spartizione di ministeri.

Per questo motivo su quella scelta (sulla quale in molti nutrivano dubbi, ma che abbiamo compiuto insieme e uniti) ci si sfida ad ogni livello. Anche qui.

Dobbiamo aprirci, confrontarci ed ascoltare le idee di tanti e ripartire per rifondare un grande csx e vincere la Regione Emilia Romagna.