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La Classifica

Tempo libero: la provincia di Rimini non ha rivali. Gnassi: mood "dolce vita"

In foto: Rimini dall'alto
Rimini dall'alto
di Redazione   
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lun 19 ago 2019 08:28 ~ ultimo agg. 20 ago 10:20
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Qual è la provincia italiana dove il tempo libero dei cittadini è migliore? A scattare questa fotografia è la classifica pubblicata sul Sole 24 Ore di oggi, che analizza la situazione nelle 107 province del nostro paese attraverso 12 indicatori che rilevano l’offerta culturale, i servizi e l’attrattività turistica dei territori.

Sul podio si trovano Rimini, Firenze e Venezia, mentre maglia nera della classifica è Enna, capitale con la minore offerta per il tempo libero, seguita da Isernia e AgrigentoTra le grandi città anche Milano e Trieste compaiono nella top ten, che include ben cinque province della Toscana (Siena, Grosseto, Livorno e Pisa) e due del Friuli Venezia Giulia (Trieste e Gorizia).

Complessivamente, la classifica premia i grandi centri metropolitani dove la presenza di spazi e servizi favorisce la coesistenza di proposte di cultura alta (ad esempio il teatro) ed esperienze di cultura popolare (come i concerti pop) o sportiva, offrendo un ricco mix di proposte per il tempo libero della popolazione residente.

Il dettaglio sulla provincia di Rimini

La provincia romagnola si posiziona in cima alla classifica per capacità di attirare turisti sul territorio in termini di presenze per km/q anche se è solo 20esima per permanenza media dei turisti; è seconda per spesa pro capite in spettacoli culturali; quarta per incidenza di librerie ogni 100mila abitanti; sesta per numero di rappresentazioni teatrali realizzate nel 2018 ogni mille abitanti; ottava per ristoranti e bar. Decimo posto invece per numero di proiezioni cinematografiche e spesa per cinema e teatro. Le performance peggiori Rimini le incontra invece alla voce “ricettività e natura” (35esima) che prende in considerazione il numero di agriturismi. Per eventi sportivi si posiziona 31esima e 27esima per concerti.

Il commento del sindaco Andrea Gnassi

Negli ultimi anni Rimini ha scelto di cambiare pelle e di investire per diventare una meta turistica e attrattiva dodici mesi all’anno, proponendosi non solo e non più come meta balneare, comunque al vertice nel Paese per numero di presenze e arrivi, ma come luogo dove trovare l’essenza dell’italian lifestyle – sottolinea il sindaco Andrea Gnassi – I turisti oggi vogliono fare esperienze e cercano ciò che da sempre rende il nostro Paese una delle mete più sognate e desiderate: la capacità di vivere a pieno il tempo libero, la bellezza dei nostri territori, il giacimento di arte e cultura unico al mondo. Un asset, quello della valorizzazione dell’italian lifestyle, che è il motore degli investimenti dell’ultimo anno e che sarà al centro del nostro sviluppo anche per il futuro. Il 2020 sarà l’anno del Museo internazionale dedicato a Federico Fellini, un Maestro de”l cinema simbolo dell’Italia nel mondo: sarà un’occasione per celebrare il regista riminese nel centenario della sua nascita e un’opportunità preziosa per accrescere la nostra attrattività e per promuovere questo nuovo volto di Rimini. L’ambizione è quella di rilanciare il mood della Dolce Vita quale asset vero di sviluppo, ricchezza, occupazione. Abbiamo e stiamo tuttora investendo su infrastrutture che vogliono potenziare questo asset di sviluppo, dai vari contenitori culturali (piazza sull’acqua, Teatro Galli, la prossima apertura della galleria d’arte moderna e contemporanea), agli interventi diffusi di riqualificazione urbana, fino al Parco del Mare, altro progetto che incarna la volontà di Rimini di affermarsi come la città del benessere e del buon vivere”.

L’indagine complessiva

Guardando ai singoli indicatori, dalla classifica emerge che Savona e La Spezia registrano la maggiore incidenza di ristoranti e bar ogni 100mila abitanti, mentre Massa Carrara è in cima alla classifica per incidenza di librerie. Ascoli Piceno, Gorizia e Pescara sono sul podio per numero di proiezioni cinematografiche ogni mille abitanti, ma la spesa pro capite in cinema e teatro risulta più elevata a Verona e a Milano dove indubbiamente ci sono eventi capaci di attirare un pubblico più ampio e proveniente da fuori provincia.

Tre sono gli indicatori che raccontano le performance turistiche e quindi l’attrattività del territorio: la densità di presenze di turisti per chilometro quadrato premia le proposte di massa come RiminiVenezia e Napoli, capaci di attirare visitatori da tutto il mondo; la permanenza media (notti nelle strutture ricettive), invece, penalizza il turismo mordi e fuggi a vantaggio di territori capaci di “intrattenere” visitatori per lunghi periodi di vacanza (ad esempio Crotone, Fermo e Vibo Valentia); per ultima, la diffusione di agriturismi sul territorio racconta il successo del turismo slow che rende sempre più interessanti location italiane meno conosciute (sul podio Bolzano, Siena e Livorno).

La classifica finale è il risultato della media dei punteggi ottenuti dai diversi territori nei 12 indicatori presi in esame che fotografano tre aspetti fondamentali del tempo libero: l’attrattività turistica, i servizi e l’offerta culturale. Il diverso modo di offrire e di vivere la cultura nel tempo libero, rappresentato con questi dati, fa emergere una distinzione tra territori fast e slow. Nei primi prevale un’offerta culturale con ritmi, quantità e qualità frenetici e capaci di raccoglie la sfida dell’accelerazione. Nei territori slow si privilegiano, invece, il rallentamento dei ritmi e la valorizzazione di alcune nicchie di offerta culturale.

L’indice per la prima volta quest’anno verrà utilizzato nella Qualità della vita 2019, la classifica che storicamente viene pubblicata a fine anno e che misura i livelli di benessere del territorio. Quest’anno la storica indagine del Sole 24 Ore compie 30 anni dalla sua prima edizione pubblicata nel 1990 e, per l’occasione, verrà anticipata da una serie di tappe tematiche di avvicinamento durante l’anno.