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Museo Fellini, ecco come sarà. Gnassi: “Progetto unico al mondo”

le pagine del Libro dei Sogni che si spargono virtualmente nella stanza

La Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo del primo dei quattro stralci previsti per la realizzazione del Museo Fellini, che ha iniziato il proprio cammino nel febbraio del 2017 con l’obiettivo ambizioso di aprire i propri battenti entro la fine del 2020. “Non sarà un sacrario – spiega entusiasta il sindaco Andrea Gnassi -, ma un luogo della meraviglia che interagisce con i visitatori. Sarà un museo unico al mondo, perché unico è Fellini”. Un museo del “tutto si immagina”, capace di restituire tutto quello che il cinema vuole essere fin dalla sua origine e che i film di Fellini esprimono nel modo più compiuto: stupore, fantasia, spettacolo, divertimento. Un museo capace di interpretare il cinema del Maestro riminese non come opera in sé conclusa, ma come chiave per connettere tradizione e contemporaneità.

Tre gli assi del suo sviluppoCastel Sismondo, la rocca del Quattrocento al cui progetto contribuì Filippo Brunelleschi; Palazzo Valloni, un edificio di origine settecentesca recentemente restaurato, dove a piano terra ha sede il cinema Fulgor; il terzo e ultimo asse è costituito da una grande area urbana, una vera e propria Piazza dei Sogni, che, attraverso un percorso di installazioni e scenografie felliniane, “dialogherà” con questi due edifici dallo straordinario valore architettonico e simbolico. Il progetto è finalizzato al recupero funzionale di questa piazza, con la creazione di aree verdi, arene per spettacoli all’aperto e percorsi urbani di di attrazione storico-turistica. Un’esperienza visiva e interattiva senza precedenti.

“Nelle nostre intenzioni – commenta il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi il Museo Fellini dovrà avere lo stesso ruolo e centralità del Museo Guggenheim per Bilbao. Un motore attrattore di cultura e d’arte, che ha l’ambizione di coprire un suo spazio preciso nella grande rete museale internazionale. Sarà l’esaltazione dinamica e mai ferma dell’eredità più elevata lasciata dal Maestro: il ‘tutto si immagina’. Questo diceva Fellini, e questa sarà la chiave di questo museo diffuso. Una piattaforma su tre assi che potrà essere immaginata e interpretata da artisti di tutto il mondo. A questi geni, creativi di ogni provenienza e settore, sarà consegnata di volta in volta questa chiave per un’interpretazione sempre differente dell’arte di ogni tempo e del mondo”.

La realizzazione del Museo, che ha avuto un importante contributo dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali, avrà un costo complessivo di circa 30 milioni di euro: “Stiamo parlando del più grande investimento che ci riguarda – sono le parole dell’assessore alla Cultura, Giampiero Piscaglia -. Nel mondo nessuno sta pensando a Fellini sotto tutti i punti di vista come lo stiamo facendo noi da tre anni a questa parte. Questo è quello che il Maestro si merita”. Non a caso il gruppo di progettazione (costituito da professionisti di altissimo livello), prima di arrivare alla stesura definitiva del progetto, si è confrontato a lungo con gli otto componenti del Comitato tecnico-scientifico del Museo Fellini (Paolo Fabbri, Luca Beatrice, Vincenzo Trione, Stefano Della Torre, Mario Sesti, Laura Delli Colli, Francesca Fabbri Fellini, Sergio Metalli), con la componente tecnica del Comune di Rimini e con l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti.

Da questo incontro-confronto scaturiscono scenari di grande poesia universale che, attraverso sofisticati processi di realtà aumentata, vengono trasmessi e condivisi dai visitatori, non più chiamati solo a ‘guardare’ ma a ‘vivere’ completamente gli spazi. La sala della nebbia di ‘Amarcord’ con l’incontro con il nonno e quella del ‘Mare a Rimini’; le pagine del Libro dei Sogni che, grazie a un soffio, si spargono virtualmente nella stanza; la grande ‘vela dell’acqua’, un enorme schermo cinematografico ‘liquido’ realizzato nella piazza con un progetto complementare e integrato; convivono come in un capolavoro di Fellini con il candore pauperistico della moto di Zampanò o le lanterne magiche o la sala delle altalene o la gigantesca ‘Sognante’ a riprodurre l’iconica posa di Silvia ne ‘Le tentazioni del dottor Antonio’ e che occupa una stanza intera di Castelsismondo o la sfilata dei costumi ecclesiastici dal film ‘Roma’. A fare da cornice a questo museo diffuso, non solo nei luoghi fisici, ma metaforicamente lungo secoli di storia (castello malatestiano, teatro verdiano, il liberty col Fulgor, la piazza moderna) le tecniche messe in campo per una rigenerazione urbana a fortissimo stampo creativo come il protiro a vestire sinuosamente il ‘cinema più famoso al mondo’ insieme all’enorme schermo retroilluminato e sul quale proiettare film e immagini.

Dopo l’approvazione del progetto definitivo del I stralcio del Museo Fellini, il cronoprogramma prevede l’approvazione del progetto esecutivo nel mese di settembre, la pubblicazione del bando di gara con procedura aperta a ottobre 2019, l’inizio lavori tra fine inverno 2019 e inizio primavera 2020 per concludere l’intero intervento entro la fine dell’anno, in modo da omaggiare nel migliore dei modi il centenario di Fellini. L’obiettivo dichiarato in termini turistici è quello di attrarre 400mila visitatori all’anno.