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Crisi nella crisi

Mercatone, il futuro dei dipendenti appeso alle incertezze sul Governo

In foto: il punto di Rimini nord
il punto di Rimini nord
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 28 ago 2019 15:32 ~ ultimo agg. 15:55
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Da un’alleanza giallo-verde ad una giallo-rossa passando per l’ipotesi del ritorno alle urne. Se a Roma in questi giorni si decidono le sorti del Governo, nelle case di tanti lavoratori prevalgono invece rabbia e rassegnazione. Il ribaltone di queste settimane incide, infatti, anche sui tanti processi avviati a livello nazionale per trovare soluzione a gravi crisi aziendali come quelle di Alitalia, ex Ilva, Whirlpool e Mercatone Uno. Solo quest’ultimo, si traduce in 1.860 posti di lavoro, oltre una sessantina dei quali nel riminese. Un calvario iniziato a fine maggio, quando i dipendenti furono avvisati nella notte via whatsapp del fallimento della Shernon Holding, la società che nell’agosto 2018 aveva acquistato 55 punti vendita dopo un commissariamento lungo circa quattro anni. Un estate, quella 2019, che i lavoratori hanno vissuto tra preoccupazione e mobilitazioni anche davanti al ministero dello sviluppo economico. Primo passo, la riacquisizione del gruppo da parte dei commissari con i contratti da riportare a prima dell’ingresso di Shernon. Poi l’attivazione degli ammortizzatori sociali a dare un po’ di ossigeno. Tutto bene? No purtroppo. La cassa integrazione è erogata infatti sulla base dei nuovi contratti part-time firmati dopo la cessione e di conseguenza le cifre sono in molti casi ridicole: alcuni lavoratori si trovano a vivere con 400 euro al mese, meno del reddito di solidarietà. Nel riminese sono almeno una ventina gli ex dipendenti in difficoltà. Su sollecitazione dei sindacati, i comuni hanno attivato referenti ad hoc a cui queste persone possono rivolgersi per fare domanda di contributi. Un palliativo, non la soluzione. Sul piatto resta la questione lavoro: al momento le uniche certezze sono la cassa integrazione fino alla fine dell’anno e il bando di vendita dei negozi in scadenza il prossimo 31 ottobre. Sembra però che non ci sia la fila di acquirenti. Se ne potrebbe sapere di più all’incontro previsto per il 16 settembre al Ministero per lo Sviluppo Economico. La crisi di Governo potrebbe farlo saltare. L’ennesima beffa per i lavoratori.