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Midnight Barabba

Al teatro Galli lo spettacolo inaugurale del Meeting

In foto: la sala del Teatro Galli
la sala del Teatro Galli
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 18 ago 2019 14:18
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Arriva sul palco più importante della città lo spettacolo inaugurale del Meeting, che questa sera farà accendere i riflettori sulla 40esima edizione con la rappresentazione Midnight Barabba. Prevista una replica domani sera.

Lo spettacolo, diretto da Otello Cenci e tratto dal Barabba di Pär Lagerkvist – Premio Nobel per la letteratura nel 1951 grazie a questo romanzo –, indaga in maniera inedita una delle più enigmatiche figure del Vangelo. La sua apparizione nella storia di Gesù è infatti improvvisa e rapidissima: pochi spunti, che ne disegnano semplicemente la figura dell’assassino liberato in cambio di Cristo. Nient’altro. Ma chi è Barabba? Che cosa ha vissuto dopo quell’incontro imprevisto, cercato, che gli ha restituito la vita e la libertà? Il testo di Lagerkvist parte da questo punto affascinante: dall’idea che quel cinico assassino abbia scoperto, dopo quell’incontro inatteso, in sé nuove domande, nuovi desideri, nuove profondità di sguardo; che quella vita restituita non potesse più essere la stessa di prima, non potesse più essere vissuta come prima, perché questa volta gli era stata ridonata.

Il testo di Cenci propone un’attualizzazione temporale della vicenda, collocandola ai giorni nostri, durante la notte di un party mondano per l’assegnazione del Nobel. Una compagnia teatrale è incaricata di recitare parti del romanzo di Lagerkvist in attesa dell’arrivo del vincitore. Qui avverrà una svolta improvvisa: a mettere in scena la vicenda saranno inaspettatamente gli invitati stessi, che scopriranno incarnate nella figura di Barabba le loro stesse inquietudini, i loro stessi interrogativi e timori.

Qui sta la chiave originale dello spettacolo di Cenci: nel cogliere in quella strana e drammatica vicenda avvenuta nella Galilea di duemila anni fa diversi accenti della condizione dell’uomo moderno: il disorientamento, la ricerca di una chiave di senso per la propria vita, un inestinguibile anelito alla verità. E, su tutti, il dramma della libertà, che in Barabba emerge potente. Egli ha avuto la vita restituita ma, in qualche modo, scopre che tale dono non è gratuito: sente infatti nascere in sé un nuovo io, suscitato dal fascino per Cristo, pur se incontrato solo per un istante. In lui lottano la tentazione di tornare alla vita passata e il desiderio profondo di rispondere a quel nuovo bene che improvvisamente ha fatto irruzione nella sua vita. Forse, in questa adesione della libertà, può situarsi il contributo che Barabba può dare al problema fondamentale dell’uomo contemporaneo: comprendere la propria identità.