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Gruppo Samorì

Rimini FC. Mongardi, ultimatum a Grassi: "Altri sette giorni e ritiriamo la nostra offerta"

In foto: Giulio Mongardi
Giulio Mongardi
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 5 lug 2019 11:53 ~ ultimo agg. 6 lug 21:39
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Giulio Mongardi, consulente finanziario del gruppo facente capo all’avvocato Samorì, ha convocato un incontro con la stampa per spiegare la posizione del gruppo, che ha portato avanti la trattativa per l’acquisizione di quote di maggioranza del Rimini FC, trattativa poi stoppata dal presidente del sodalizio biancorosso, Giorgio Grassi.

Conosco Giorgio Grassi da un anno e mezzo – attacca Mongardi, poi sono molto legato alla città di Rimini per due motivi: ho fatto il tesoriere per il Pio Manzù dal 1980 al ’92, nel periodo in cui Gianni De Michelis era ministro. L’altra ragione è che io sono molto amico di Leo Acori: lo conosco dal 2002, ci telefoniamo continuamente. In più, avendo fatto il vicepresidente del Faenza Calcio, nel 2002/’03 ho mandato a Rimini un certo Sergio Floccari. Preferisco Rimini a Cesena. Il gruppo che rappresento non è solo Samorì, anche se mi rendo conto sia più facile chiamarlo così per semplificare, c’è anche un fondo internazionale. Il fondo ha scelto proprio Rimini perché qui ci sono più possibilità: c’è la possibilità di fare un centro sportivo alla Gaiofana, se si dovesse andare in B si potrebbe lavorare anche sullo stadio. In questo contesto il fondo, che tra l’altro è partecipato da investitori russi, americani e cinesi, vede Rimini meglio di Cesena perché vede in Rimini una sorta di cattedrale del turismo. Non dimentichiamo che Rimini ha 16 milioni di presenze. Gli altri due soci che fanno parte del gruppo, dei quali non posso fare il nome, sono riminesi. Lancio un messaggio a Rota (altro imprenditore che ha manifestato il suo forte interesse per l’acquisto del Rimini FC, ndr), che è un imprenditore molto valido e che lavora in un settore strategico come quello della logistica, con 600 dipendenti e 25 milioni di fatturato, di potersi conoscere e fare un incontro”.

Perché il Rimini? “Perché la situazione è difficilmente ripetibile: Rimini e Cesena nello stesso campionato. È chiaro che il Cesena per quanto riguarda il futuro è lontano anni luce. Ma questo gap col tempo si può colmare. Poi noi siamo in grado di mettere una bocca di fuoco finanziaria non indifferente. Con Grassi il 4 giugno avevamo fatto tutto ed il 6 giugno è stato tutto disfatto. Avevo già l’accordo con il presidente Lotito per il prestito di quattro giocatori, il cui ingaggio sarebbe stato interamente pagato dalla Lazio, e ora invece si sono accasati altrove”.

Perché è saltata la trattativa con Grassi? Grassi è allo stesso tempo una risorsa ed un problema. Se non ci fosse stato uno egocentrico e tenace come lui il salto dall’Eccellenza alla C non si sarebbe fatto. Ma adesso non basta. Lo stesso Rota farà fatica perché gli è stato chiesto di entrare con il 25% quando avrebbe voluto il 51%”.

Mongardi rivela il budget che il gruppo metterebbe a disposizione del Rimini? “Noi in tre anni vogliamo andare in serie B. Abbiamo 3 milioni di euro di budget per il primo anno, 5 milioni per il secondo e 6 milioni per il terzo“.

Perché questa conferenza stampa? “Perché se quando si parla della cessione di un bar si far riferimento solo al padrone, nel caso di una società di calcio ci sono in ballo più interessi: ci sono i tifosi, l’amministrazione comunale e altre componenti. Grassi deve finire di dire che vuole aiuto, di piangere e non coinvolgere“.

Mongardi rivela il nome del fondo interessato ad entrare nella Rimini Calcio. “Il fondo, Invest International, ha 60 milioni disponibili e sta prendendo tre squadre: una in America, una in Cina e una in Europa”.

Ecco l’appello a Grassi. Faccio un appello a Grassi perché riapra la trattativa, ma entro una settimana perché abbiamo già perso un mese. Trascorso questo termine chiederò un incontro al tifo organizzato e all’amministrazione comunale. Poi faremo gli abbonamenti per vedere le partite e, come dicono i cinesi, aspetteremo sulla riva del fiume a vedere cosa succede”.

Mongardi ricostruisce le tappe della trattativa. “Noi in un primo tempo eravamo interessati al 60%, Grassi aveva però paura di rimettere due milioni nel caso in cui ci fosse stata una perdita di 5 milioni. Abbiamo poi trovato l’accordo sull’80%, ma poi Grassi ha detto che anche il 20% era troppo. Gli abbiamo detto “dì tu un contributo fisso e lo mettiamo nel contratto”. Non è andata bene neanche questa soluzione. Lui voleva il 20% del capitale società del Rimini Football Club ed il 51% dell’Immobiliare Gaiofana“.

Ecco alcune prospettive, che però non hanno ancora nessun reale fondamento. “L’idea è fare un accordo con il Garden. Il fondo può portare a Rimini anche squadre straniere, dall’America e dalla Cina. Io con il fondo voglio rilanciare anche il Pio Manzù. Tutto questo interessa all’amministrazione? Deve prevalere l’interesse del singolo o l’interesse della collettività? Io sono qui per dare una soluzione al Rimini”.

Grassi ha motivato la sua decisione di interrompere la trattativa? “Quel sabato Grassi mi ha mandato una mail anonima in cui mi revocava il mandato e poi, lo stesso giorno, una raccomandata. Il direttore sportivo sarebbe stato Antonio Recchi. Sono stanco dopo un anno e mezzo di andare dietro a uno che non vuole vendere”.

Perché oggi non è presente Samorì e perché non ha ancora quantificato l’entità dell’investimento? “La cifra non posso dirla perché il mandato è vincolante e se la dicessi Grassi mi potrebbe fare causa. La cifra è comunque superiore a quella detta da Rota (superiore ai 600mila euro, ndr). Per quanto riguarda Samorì, lui delega tutto a me. Chi prende una società di calcio lo fa per avere visibilità. Grassi ha chiesto di rimanere presidente e ha chiesto il 51% della Gaiofana. La Gaiofana costa 3 milioni e mezzo. Noi abbiamo interesse a utilizzare la Gaiofana perché adesso il problema grosso del Rimini è che non ha strutture e quelle che ha sono fatiscenti. Il Rimini spende 100mila euro per l’utilizzo dei campi”.

Come potrebbe intervenire secondo lei l’amministrazione comunale? “L’amministrazione può svolgere un compito di convinzione”.

Con il vostro gruppo l’allenatore resterebbe Mario Petrone? “So che c’è già un motivo di contenzioso tra lui e la società”.

Dopo questa conferenza stampa si rende conto che sarà ancora più difficile per voi prendere il Rimini? “So che in famiglia stanno già litigando. Credo Grassi abbia ancora un barlume di lucidità. Io confido molto che tra i tifosi, la piazza e l’azienda si convinca a cedere”.