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Il Tar rigetta la richiesta cautelare di Rovereta contro il Comune di Coriano

alcuni dipendenti di Rovereta con il sindaco Spinelli

Il Tar dell’Emilia Romagna ha respinto l’istanza cautelare urgente presentata da Petroltecnica e Rovereta, che puntava a sospendere l’ordinanza del Comune di Coriano che ha portato alla chiusura dello stabilimento di Cerasolo. Il presidente del tribunale amministrativo ha motivato così la decisione “… il ricorso risulta infondato in relazione al complesso delle censure in esso delineate. Rilevato altresì che la stessa prospettazione di una situazione di estrema gravità ed urgenza …, risulta contraddetta del comportamento processuale delle società ricorrenti, che hanno provveduto a notificare soltanto in data 1° luglio c.a. il presente ricorso ovvero l’impugnata ordinanza di demolizione notificata … sin dal 8 maggio c.a., nonché avverso l’impugnata ordinanza di divieto di utilizzo di immobili notificata … sin dal 28 maggio c.a.”

Successivamente il Tar, con ordinanza del 30 luglio 2019, ha respinto la domanda cautelare con le seguenti motivazioni “… ad un sommario esame, i motivi dedotti non appaiono supportati da sufficiente fumus bonis iuris (avuto riguardo alla sufficienza dell’istruttoria svolta dall’amministrazione e ai chiarimenti in replica riguardanti tutte le vicende intervenute nell’autorizzazione al trattamento dei rifiuti)”.

La medesima ordinanza condanna le società al pagamento delle spese processuali. Il sindaco di Coriano, Mimma Spinelli ringrazia “gli uffici che con grande impegno in questi mesi si sono dedicati alla ricerca di una soluzione ottimale, nel rispetto delle norme, di questa complicata situazione” e rinnova “i complimenti e i ringraziamenti all’avvocato Marco Perrone che segue a fianco dell’ente l’evolversi di tutti i passaggi con grande disponibilità e professionalità. Come preannunciato attendiamo ora, con massima disponibilità, la riconvocazione dei tavoli istituzionali al fine di far fronte al disagio che i dipendenti stanno affrontando e tutelare i loro posti di lavoro”.