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Troppe lavoratrici lasciano

Lavoro e maternità. La Sensoli sollecita la Regione

In foto: Raffaella Sensoli
Raffaella Sensoli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 19 giu 2019 19:11 ~ ultimo agg. 19:13
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Invertire il trend che vede il preoccupante aumento di dimissioni dal posto di lavoro di neo mamme impossibilitate a conciliare vita lavorativa e nuova situazione familiare: è la richiesta contenuta in una risoluzione presentata da Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, e che prende spunto dai dati presentati nei giorni scorsi sulle convalide di dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri nei primi tre anni di vita dei figli.

“Conciliare lavoro e maternità per le donne che vivono in Emilia-Romagna sta diventando una corsa ad ostacoli sempre più difficile da portare a termine – spiega Raffaella SensoliUna delle criticità più evidenti riguarda i costi dei servizi educativi per l’infanzia. Anche se le percentuali di posti offerti ci colloca fra le prime posizioni in Italia, il loro reale fabbisogno è, in questa regione, nettamente più elevato rendendo il gap fra disponibilità e richieste tanto alto da determinare proprio in Emilia-Romagna un inaccettabile incremento delle dimissioni dal lavoro da parte di donne-madri. Con il paradosso che la ‘locomotiva d’Italia’ lascia a terra o addirittura fa scendere dal treno mamme e bambini, non essendo in grado di offrire un numero adeguato ai propri bisogni di posti negli asili, e dovendo fare i conti con rette particolarmente elevate sia per i servizi educativi sia, per altri versi, per l’assistenza rivolta alle persone anziane”.

Nella sua risoluzione la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle rileva che il tasso di partecipazione al lavoro da parte delle donne in Emilia-Romagna, tradizionalmente molto alta e identitario della nostra realtà, richiede l’adozione di politiche e la messa a disposizione di servizi in linea con le caratteristiche della nostra società. “Le profonde modifiche del contesto demografico regionale, con fenomeni spesso più accentuati di quelli presenti sul piano nazionale, impongono di fare investimenti sulle politiche di conciliazione così come furono fatti in altre stagioni di questa Regione. Ecco perché – conclude Raffaella Sensolichiediamo alla Regione di invertire la linea fin qui condotta di sostanziale arretramento rispetto alle politiche realizzate mezzo secolo fa per la conciliazione fra tempi di vita e di lavoro e per la tutela e promozione della condizione di genitore lavoratore, e in particolare di madre lavoratrice, a cominciare dal render disponibili nuove risorse per la riduzione delle rette e l’incremento dei posti nei servizi educativi per la prima infanzia, anche sulla scia di quanto sta preparando il Governo a livello nazionale per la riduzione della cosiddetta penalità della maternità”.