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al museo della città

Righetti e Montini. Se ne parla con Matteo Truffelli

In foto: Montini e Righetti in una fotografia degli anni '30
Montini e Righetti in una fotografia degli anni '30
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 7 mag 2019 11:35 ~ ultimo agg. 19:33
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Giovedì 9 maggio, alle 17 alla “Sala del Giudizio” al Museo della Città (via Tonini, 1 Rimini), il Prof. Matteo Truffelli (docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Parma) terrà una relazione, seguita da dibattito, su la stretta collaborazione tra Igino Righetti e Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, nell’Italia degli anni Venti-Trenta.

Nato a Riccione nel 1904, quando la cittadina era ancora frazione di Rimini, Igino Righetti è stato protagonista della vita riminese, sino al momento in cui si trasferì a Roma, all’Università “La Sapienza”, per seguire i corsi della Facoltà di Giurisprudenza. Si deve a lui la fondazione a Rimini di una fiorente Università popolare aconfessionale e una dura polemica giornalistica con il fascismo riminese nascente.

Eletto presidente della FUCI nazionale, collaborò intensamente con l’allora Mons. Giovan Battista Montini, assistente ecclesiastico dell’Associazione, e diede impulso alla cultura cattolica italiana, aprendo l’associazione ai mondi filosofico – teologici di Francia e Germania, in particolare all’opera di Jacques Maritain. Insieme difesero l’autonomia del Movimento universitario dalle interferenze del regime, che in diverse occasioni, cercò di porre ostacoli alla elaborazione di una cultura alternativa a quella ufficiale.

Righetti fondò poi e diresse, sino alla morte precoce (1939), il Movimento dei laureati Cattolici. Attraverso i Convegni annuali di Camaldoli, preparò le condizioni perché molti intellettuali (da Lazzati a La Pira e Aldo Moro) partecipassero attivamente alla Costituente e alla vita politica del nostro paese nel secondo dopoguerra. È noto che, proprio nel Convegno di Camaldoli del luglio 1943, Sergio Paronetto, Ezio Vanoni e Pasquale Saraceno, stesero un documento, il cosiddetto Codice di Camaldoli, che servì da guida ai cattolici democratici nell’elaborazione della Costituzione repubblicana e nella ricostruzione del paese nel secondo dopoguerra.

Quello con il Prof. Truffelli è il primo di quattro incontri pubblici previsti nell’arco di quest’anno, a ottant’anni dalla morte di Igino Righetti (interverranno i professori Renato Moro, Nicola Antonetti, Tiziano Torresi e altri). L’iniziativa è promossa congiuntamente dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” e dalla Fondazione “Igino Righetti”, in collaborazione con l’Azione Cattolica diocesana e altre istituzioni ecclesiali e culturali.