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Il futuro della professione

Ordine Medici. Il punto sullo stato di salute della professione

In foto: un momento della premiazione
un momento della premiazione
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 18 mag 2019 19:33
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Si è svolta al centro congressi del Grand Hotel di Rimini la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra, giunta alla decima edizione. L’appuntamento è stato anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute della professione.

Da una parte la premiazione per i decani, medici e odontoiatri che riceveranno un attestato per i loro 50, 60 e 65 anni dalla laurea. Dall’altra il giuramento professionale di 64 neolaureati. Sono loro il futuro della sanità italiana ma, purtroppo, si trovano a fare i conti con una realtà non semplice dove in tanti sono costretti ad emigrare all’estero per completare la propria formazione. “Abbiamo chiesto come federazione nazionale che tutti i laureati possano continuare il loro percorso di studio fino alla specializzazione – spiega Maurizio Grossi, presidente dell’Ordine dei Medici di Rimini tra l’altro ogni medico costa alla comunità circa 200mila e spendere questa cifra per poi regalare questi professionisti ad altri paesi non penso sia conveniente per nessuno.

Chi decide di restare si trova alle prese con la difficoltà a trovare lavoro. Le statistiche evidenziano che gli odontoiatri ad esempio a cinque anni dalla laurea ancora faticano a trovare una occupazione stabile. Il settore si trova poi a fare ancora i conti con gli effetti della liberalizzazione della pubblicità in ambito sanitario e con una concorrenza non sempre leale. “Aprire uno studio è veramente complicato a meno che uno non sia figlio d’arte – spiega Marco Vigna, presidente della Commissione Albo Odontoiatric’è la burocrazia, ci sono gli impegni fiscali e c’è la pubblicità. Proprio quest’ultima ormai la fa da padrona e il passaparola non funziona più. Chi ha più soldi ha un ritorno in immagine sicuramente maggiore però ne deriva una percezione distorta da parte del paziente che finisce per scegliere in base agli sconti e all’incisività comunicativa. Si perde il concetto di salute.” C’è poi il tema dell’abusivismo: “i dati della Federazione evidenziano che nella professione odontoiatrica ci sono ancora 15mila abusivi. Persone che lavorano senza avere i titoli.