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I motivi da Palazzo Garampi

Autorizzazioni bar Jole: i termini della questione

In foto: il chiosco della Jole
il chiosco della Jole
di Redazione   
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gio 2 mag 2019 19:42 ~ ultimo agg. 3 mag 07:48
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Non è passata inosservata a Rimini la mancata apertura del bar Jole in via Destra del Porto, storico chiosco delle estati riminesi. Una questione di autorizzazioni, esposti della Sovrintendenza e difformità edilizie ancora non sanate che da Palazzo Garampi, nel ripercorrere la complessa vicenda, ricordano come potrebbe essere ancora risolta.

Il manufatto antecedente al 1967, anno spartiacque per la legislazione italiana in materia di edilizia, era autorizzato per 14 metri quadrati. Nel 1972 il concessionario presentò un progetto di ampliamento che venne all’epoca diniegato dal Comune di Rimini. Nel 1982, il concessionario presentò quindi domanda per eseguire lavori di sistemazione in ordine a bagno disabili e altro. Il Comune concesse l’assenso ma nel 1984 il concessionario comunicò la rinuncia al’esecuzione dei lavori.

Fino ai giorni nostri, con una situazione che così sintetizzata: nel 2011 venne rilasciato dal Comune di Rimini un titolo edilizio per la demolizione e la ricostruzione di un nuovo manufatto su quell’area, incrementando la superficie fino a 77 metri quadrati contro i 14 metri quadrati iniziali. Il concessionario chiese una proroga per l’inizio lavori; proroga concessa dal Comune per l’avvio dei lavori, fissato al gennaio 2013.  Il concessionario non ha mai eseguito i lavori autorizzati e il titolo edilizio per l’ampliamento e la regolarizzazione del chiosco bar è scaduto il 13 gennaio 2016.

Sempre nel 2016 la Soprintendenza ha inviato formale segnalazione alla Procura e al Comune di Rimini, invitando a verificare lo stato di legittimità del chiosco bar in via Destra del Porto, un manufatto su area demaniale che allo stato attuale paga un canone concessorio annuo di 364 euro. Nel maggio 2018, a seguito dell’esposto della Soprintendenza, la Procura si mosse per i controlli, eseguiti da parte della Polizia Municipale. Il verbale della PM è stato redatto nel luglio 2018, a seguito di sopralluoghi che mettono alla luce numerose difformità edilizie, sismiche e paesaggistiche anche con parti del manufatto senza alcun collaudo statico. Sulla base di questa relazione, il Suap nel novembre 2018 ha disposto provvedimento di revoca della licenza commerciale ma il concessionario non ha impugnato l’atto al Tar entro i 60 giorni di legge. Dopo mesi di silenzio, spiega ora l’Amministrazione, il concessionario ha presentato nel marzo 2019 una richiesta di rivisitazione del verbale della PM, inoltrato alla Procura, ma senza presentare alcuna documentazione storica né atto recente che modifichi quanto emerso dai sopralluoghi.

Ci sarebbe comunque una soluzione: secondo l’articolo 56 del nuovo RUE del Comune di Rimini, situazioni come queste, ovvero manufatti su aree demaniali, possono essere sanate con interventi autorizzati di demolizione e ricostruzione fino a 50 metri quadrati, tre volte in più del manufatto originale. Il concessionario può fare questo anche subito con la possibilità, una volta eseguito, di riprendere immediatamente riprendere in piena regola l’attività.