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A drone for life

Vengono da Rimini i droni che salvano la vita

In foto: Fabio De Matteis, sales manager di DroneBase
Fabio De Matteis, sales manager di DroneBase
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 18 apr 2019 18:21 ~ ultimo agg. 18:24
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Vengono da Rimini i droni che salvano la vita. Ospite della conviviale di aprile del Lions club Rimini Riccione host Fabio De Matteis, sales manager di DroneBase, l’azienda riminese leader in Italia nella costruzione di droni professionali e nella formazione di piloti. Titolo della serata: “A drone for life”.

“Abbiamo creato una serie di mezzi per diversi scopi di utilizzo – attacca De Matteis -. Noi siamo focalizzati su tutto quello che sono le applicazioni industriali, quindi parliamo di mezzi di dimensioni superiori a quelli che solitamente siamo abituati a vedere, utilizzati per motivi di sicurezza, in collaborazione con le forze dell’ordine, o per scopi più nobili, e in questo caso parliamo di protezione civile o vigili del fuoco. Forniamo mezzi per la localizzazione di dispersi che hanno una grossa capacità di scansione del territorio: possiamo rilevare la posizione esatta di un disperso o, nel caso della sicurezza, di un malintenzionato. Considerate che l’impiego di un elicottero è molto costoso e che spesso un elicottero non è disponibile. Il drone può coprire aree paragonabili a quelle coperte da un elicottero: in un volo di circa 90 minuti si può ricoprire un’area di cento ettari. Fra i nostri “clienti” abbiamo avuto la fortuna di lavorare con la Regione Veneto, col presidente Luca Zaia, che ha creduto nel progetto patrocinato dall’Asl numero 4, che ha investito nella nostra azienda per creare il primo drone con defibrillatore. Questo ci ha dato un risalto internazionale perché hanno parlato di noi anche sul Times di Londra oltre che su diverse testate italiani e non nazionali. Le cardiopatie sono oggi una delle maggiori cause di morte: noi cerchiamo di essere presenti in tempi molto stretti, come abbiamo stimato in collaborazione con i responsabili del CREU (Coordinamento Regionale Emergenza Urgenza) del Veneto, avendo il vantaggio di non avere ostacoli lungo la strada. Un drone può decollare dal tetto di un ospedale con qualsiasi oggetto e percorrere per esempio due chilometri nel giro di un paio di minuti, muovendosi su mappe in maniera molto precisa. Questo ci permette di raggiungere zone remote, nel caso del progetto in Veneto si trattava delle isolette, ma può servire anche in montagna, per esempio per trasportare il siero antivipera per una persona ferita”.

“Abbiamo mezzi – continua Fabio De Matteis che possono volare a una distanza di 20 km e trasportare oggetti. Prodotti di questo genere sono sperimentati in regioni remote dell’Africa per trasfusioni o per il trasporto di medicine urgenti. È stato creato, grazie ad una collaborazione tra case che costruiscono software e case che costruiscono hardware, il primo sistema di volo autonomo all’interno di una zona desertica, quindi noi possiamo far decollare un mezzo e servire in poche ore aree remote per raggiungere le quali non ci sono neanche strade. Tutto questo tramite staffette: sono stati collocati in queste zone dei “lampioni” alti una decina di metri dotati di pannelli solari dove i droni atterrano, si danno il cambio del contenuto in maniera autonoma e decollano. Utilizzando questo meccanismo a staffetta riusciamo a raggiungere nell’arco di poche ore distanze di centinaia di chilometri, il tutto in maniera autonoma, e fare arrivare in tempi stretti quel bene che con altri mezzi impiegherebbe giorni ad arrivare. E quindi c’è la possibilità di salvare vite con un costo piccolo. Oggi stiamo ancora aspettando che si sblocchino alcune parti burocratiche, ma dal punto di vista tecnologico siamo pronti ormai da qualche anno”.