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Dopo la circolare di Salvini

Prefetture e sicurezza. Gnassi: adesso arrivino le risposte

In foto: Gnassi mostra un verbale
Gnassi mostra un verbale
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 19 apr 2019 15:10 ~ ultimo agg. 19:10
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Visto che ora il Ministro dell’Interno Salvini investe di maggiori competenze le Prefetture in tema di sicurezza, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi si attende ora risposte a diverse questioni avanzate da tempo. Anche a quelle dove nei tavoli tenuti nelle stesse Prefetture si rispondeva negativamente. Il primo cittadino di Rimini, che già ieri era intervenuto con sarcasmo sulla circolare di Salvini chiede una convocazione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, indicando una lunga serie di ordini del giorno: la sicurezza a Borgo Marina, nell’area Stazione e a Miramare. Chiedendo l’attivazione di pattuglie notturne sulla spiaggia ma anche nel forese. Poi, verbali alla mano, ricorda come nello stesso Comitato siano emerse contrarietà per esempio sullo stesso Daspo urbano suggerito dalla circolare: una misura inefficace “in quanto di difficile applicazione nella fase di controllo successiva”, spiegava l’ex Questore Improta. Così come problemi erano emersi per la presenza delle forze dell’ordine fuori dalle scuole, che avrebbe presentato (sempre dichiarazioni del Questore alla mano) “profili di incompatibilità con lanormativa posta a tutela dei minori, che vieta per gli arresti l’uso delle divise e delle auto con i colori di istituto”. Una presenza “di frequente non gradita dai dirigenti scolastici e persino dalle famiglie degli studenti”. Come sono fermi i protocolli per gruppi di vicinato urbano che si sarebbero attivati tramite segnalazioni via Whatsapp: problemi di intralcio all’attività delle forze dell’ordine. Problemi di privacy sono invece stati il freno per la proposta di mettere in rete i sistemi di videosorveglianza privati.

Gnassi sottolinea anche la questione risorse: per il progetto Spiagge Sicure ai comuni sopra i centomila abitanti non ne sono arrivate. In Provincia, sono arrivate solo a Riccione ma non a Misano che pure aveva presentato un progetto congiunto con la stessa Riccione. E su chi paga la sicurezza per gli eventi. C’è un “modello Rimini”, spiega Gnassi, dove ognuno fa la sua parte. E dove il Comune ha speso 700.000 euro negli ultimi due anni per le barriere antiterrorismo e la loro sistemazione. La Lega invece proponeva nel 2017 un emendamento per far pagare agli organizzatori degli eventi le spese per la sicurezza.

“La sicurezza non ha colore”, dice Gnassi citando il voto di ieri sera sull’ordine del giorno di Renzi (vedi notizia) condiviso da tutti tranne che dalla Lega. Un voto espressione del “partito della città”, spiega,  che per una volta ha messo da parte le casacche.