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Dopo il caso "tonno e cracker"

Morolli e le rette della mensa: "nessun bimbo resta senza pasto"

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 11 apr 2019 11:47 ~ ultimo agg. 13:31
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Supera gli 800mila euro il totale recuperato dal comune di Rimini per le rette non pagate dei servizi educativi per gli anni 2016 e 2017. “Un’operazione di equità – spiega l’amministrazione – che sta avendo anche un importante effetto deterrenza sull’oggi”. Nel 2018 la percentuale iniziale di insoluto si è già sensibilmente contratta, passando dal 20% degli anni precedenti al 10%. Diminuiscono anche i tempi di recupero: nel 2018 in soli 15 giorni dall’invio dei solleciti sono tornate nelle casse comunali quasi 10 mila euro.

E nel commento ai dati l’assessore Morolli fa riferimento implicito anche al caso sollevato a livello nazionale dal comune che ha lasciato a tonno e cracker una bimba i cui genitori da mesi non pagavano la retta della mensa e al gesto fatto da Antonio Candreva che si è proposto di sostenere i costi.

Risultati ancora più importanti – sottolinea Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – perché arrivati semplicemente attraverso il dialogo con queste famiglie. Un metodo affidato a personale preparato che contatta telefonicamente e riceve personalmente le famiglie, spiegando dove vanno a finire e a cosa servono quei soldi. Il punto è proprio questo, perché vanno ad offrire un pasto per tutti i bimbi delle nostre scuole, nessuno escluso. Nessun bambino, nelle scuole di Rimini, resta senza pasto. Questo siamo e questo vogliamo essere. Leggiamo periodicamente di Comuni in cui, a causa dei comportamenti della famiglia, sono i piccoli alunni stessi a subire differenze di trattamento ala presenza dei compagni di classe. Poi sono slanci altruistici di un singolo, famoso o meno, a riparare magari a forme a mio avviso non accettabili di ‘riscossione’. Ecco, noi lavoriamo perché non si arrivi mai a quel punto, perché non esiste che un bimbo non mangi o sia comunque discriminato per motivi economici. Quello che però è giusto fare è recuperare da quelle famiglie, con confronto e determinazione, che invece sono nella possibilità di farlo per recuperare quanto devono non tanto al Comune ma alla collettività riminese. Ogni euro recuperato va infatti indirizzato in servizi di diritto allo studio e alla persona per potenziare l’aiuto a quelle famiglie oggettivamente in difficoltà”.