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La Cisl contro il decreto sicurezza: alimenta lavoro nero e sfruttamento

i 3 centri predisposti all’accoglienza umanitaria di Viale Toscana, Viale Puglia e Viale Piemonte. “ Come tutti sanno la Prefettura predispone l’arrivo di cittadini stranieri nel territorio comunale - sottolinea il Sindaco Renata Tosi - a seguito di una decisione presa unilateralmente dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, per cui siamo costretti a ricevere nel nostro territorio queste persone senza poterci opporre in alcun modo”. “Occorre considerare, quindi –continua il Sindaco - che tali situazioni emergenziali sono caratterizzate dalla imprevedibilità, che spesso non ci consente la preventiva adozione delle conseguenti misure, in quanto si opera in una condizione di urgenza e necessità volta alla salvaguardia della vita e della dignità di esseri umani. Noi Sindaci - precisa ancora Renata Tosi -siamo i più concreti referenti dei nostri cittadini, siamo i soggetti deputati a garantire coesione ed equilibri sociali sui territori. L’accoglienza dei migranti è possibile solo quando ha davanti a sé la concreta prospettiva della sostenibilità e dell’integrazione di cui troppo spesso non si tieneconto. E così facendo, le comunità si trovano spesso spiazzate e ,oggettivamente, crescono così malumore e problemi”.

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Col decreto sicurezza si rischia di alimentare lavoro nero e sfruttamento. Il duro attacco al provvedimento del Governo arriva dalla Cisl. “Invasione? In Emilia-Romagna i richiedenti asilo rappresentano appena il due per mille della popolazione, mentre il vero rischio su cui occorre fare attenzione è la marginalità sociale”. A dirlo il segretario generale della Cisl Filippo Pieri. In tutta la regione i richiedenti asilo ospitati sono 9.201 e di questi in provincia di Rimini se ne contano 546 (il dato più contenuto dell’Emilia Romagna).
Tutto è migliorabile – spiega Ciro Donnarumma, componente della Segreteria regionale Cisl – “ma il sistema di accoglienza della nostra regione è stato sicuramente un modello virtuoso, per la presenza di un hub centrale per l’accoglienza in emergenza, la preferenza di strutture di piccole e medie dimensioni, la diffusione territoriale, fino ad arrivare all’’80% dei comuni che accoglieva”.

Il vero pericolo – sottolinea Pieri – è la marginalità sociale che finisce per alimentare il lavoro nero, specie quando importanti settori primari, come agricoltura, edilizia e turismo, non trovano la necessaria manodopera”. “D’altro canto – continua il massimo dirigente regionale Cisl – lo stesso l’Istituto per gli studi di politica internazionale ha previsto come l’abolizione del permesso per motivi umanitari, produrrà entro l’anno prossimo tra i 130 e i 140 mila migranti irregolari. Possibili, se non probabili, vittime di caporalato, lavoro nero e sfruttamento”.

Basta populismi, nel nostro Paese va fatta una grande operazione di verità per porre in evidenza il grande contributo sociale dato dall’immigrazione e, di conseguenza, dall’accoglienza, sia a fini demografici sia economici. Visto che, ad esempio, in Italia gli stranieri sono circa l’8% della popolazione e incidono sulla spesa pubblica solo per il 2.1%, senza contare i 131 miliardi di valore aggiunto generato (8,7% del PIL). Nella sola Emilia-Romagna, i lavoratori immigrati contribuiscono al 12% del Pil regionale”, conclude Pieri.