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la sentenza

Delfini maltrattati, condannati l'ex direttore e la veterinaria

In foto: il sequestro dei delfini nel 2013
il sequestro dei delfini nel 2013
di Redazione   
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mar 30 apr 2019 14:33 ~ ultimo agg. 1 mag 15:40
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L’ex direttore del Delfinario di Rimini, Massimo Muccini, e la veterinaria della struttura, Clara Bruscolini, sono stati condannati in primo grado, rispettivamente a 6 e 4 mesi di reclusione, per maltrattamento di animali. Così ha deciso questa mattina il giudice del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli. Secondo l’accusa, ai delfini venivano somministrati troppi calmanti e cure ormonali per evitare che si accoppiassero tra loro. Non solo, perché la struttura all’interno della quale erano costretti a vivere è stata ritenuta dagli inquirenti inadeguata. Nello specifico veniva contestata la mancanza di sistema di raffreddamento e di ombreggiatura con conseguenti temperature elevate per i delfini, la bassa profondità della vasca (appena 5 metri, con l’impossibilità per i delfini di rifugiarsi in zone più fresche) e il lento ricambio d’acqua nella vasca che richiedeva molte ore. Per il pubblico ministero Marino Cerioni, gli imputati “sottoponevano i quattro delfini a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche e quindi incompatibili con la loro natura, sottoponendoli inoltre a trattamenti idonei a procurare danni alla salute con conseguenti gravi sofferenze”. 

Tutte accuse fin da subito respinte con forza dall’ex direttore Muccini, difeso dall’avvocato Piero Ippoliti, e dalla veterinaria Bruscoli, difesa dai legali Massimo Cerbari e Alessandro Petrillo. I due imputati hanno sempre ribadito di avere agito secondo le norme e di essere ricorsi a trattamenti che erano noti persino agli uffici dell’Ausl. Quanto alle dimensioni della vasca, è stato fatto presente che le varie amministrazioni hanno sempre negato i permessi di ampliamento.

La Procura di Rimini e la Lav, assistita dall’avvocato Carla Campanaro, hanno chiesto e ottenuto la confisca dei quattro delfini sequestrati nel 2013 dal Delfinario, che nel frattempo ha chiuso i battenti. Il sequestro era scattato il 12 settembre di sei anni fa, tra mille polemiche. Gli animali, tuttora all’acquario di Genova, saranno affidati ai Ministeri competenti – Ambiente, Salute e Politiche Agricole – e non potranno essere messi in vendita: una novità assoluta per l’Italia che apre un nuovo importante e positivo capitolo nella tutela giuridica degli animali.

“Siamo stati i protagonisti del primo processo in Europa a un delfinario, quello di Rimini, per il quale finalmente sono emerse responsabilità gestionali e strutturali, fino ai controlli, e dunque responsabilità penali rilevanticommenta la Lav -. Ci chiediamo come sia stato possibile il protrarsi di una simile gestione, peraltro per una città che aveva fatto di tale struttura un polo di attrazione. Ci auguriamo che questa penosa vicenda giudiziaria di malagestione sia l’occasione per ripensare il rapporto con i mammiferi marini purtroppo ancora imprigionati negli zoo d’acqua, favorendo la riconversione di queste strutture, investendo nel primo rifugio per delfini a mare per il quale Lav ha avviato, con un pool di esperti, il primo studio di fattibilità in Italia. L’auspicio è che questa storica sentenza di condanna e di confisca di mammiferi marini, possa davvero innescare un processo di cambiamento etico e culturale, di cui LAV è portavoce da più di 40 anni, che porti alla riconversione di tutte le prigioni e di tutti gli spettacoli con animali, perché la vera liberà per i delfini è in mare, la vera libertà per gli animali è in natura”.