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#ncefregagnente-news

In foto: repertorio
repertorio
di Gianluca Angelini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 11 mar 2019 17:53 ~ ultimo agg. 18:27
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Era la fine del 2016. Trentotto mesi fa o giù di lì e l’’Oxford Dictionaries’ aveva appena incoronato post-truth, post-verità, come parola dell’anno. L’autorevole istituzione britannica – guardandosi un po’ intorno – aveva sancito il primato dell’emozione sull’obiettività definendo la post-verità come la circostanza in cui “i fatti oggettivi sono meno influenti, nella formazione della pubblica opinione, del richiamo alle emozioni e alle convinzioni personali”. Di li a poco, il vocabolo era scolorito, sorpassato in due-e-due-quattro dalla sua naturale evoluzione.

Dalla post-verità, con assoluta non-chalance , si è passati alle fake-news. Le notizie-che-non-erano- notizie o, come si diceva un tempo, le care vecchie bufale. A rotolare un po’ dappertutto, preferibilmente dal Web. La notizia anche solo improbabile che, a forza di essere ripetuta, commentata, condivisa, postata e ripostata diventa verosimile se non verità. Per alcuni pure assoluta. Quasi inscalfibile. Una post-truth 2 o 3 o 4.0 a sua volta subito sorpassata. Già perché oggi, direi che siamo abbondantemente oltre le fake-news. Siamo alle ‘ncefregagnente-news’: si può dire qualsiasi cosa, vera o falsa che sia, tanto ogni fazione ha i suoi ultrà che non sentono ragioni. E quel che dicono loro, vero o falso che sia, è verità. Comunque. E per sempre. Ché sulla Rete tutta resta, piaccia o no.

Hai voglia a parlare di attenzione alle fonti e loro verifica. Di sguardo limpido e distacco, di notizie separate dalle opinioni. Diciamocelo: cose – di primaria importanza – di cui non frega più niente a nessuno. Ma davvero niente. Altro che verifica dei fatti – il mitico ‘fact-checking’ anglosassone come dicono quelli che parlano bene – ma ‘chissenefrega’: quel che leggo – è il ‘mantra’ che filtra dai commenti lasciati sulle bacheche più disparate – deve essere in linea con quel che penso. Anche se non è vero. Anche se viene smentito. Anche se viene dimostrato che una notizia è falsa. Anzi che non è manco una notizia. ‘Chissenefrega’: se il fatto è verosimile, va bene così. Conforta il mio pensiero, conferma quello che vorrei succedesse. Poi, succeda per davvero oppure no, succeda per finta, va bene lo stesso. Va bene così. Benissimo. Chè non si sa mai, prima o poi potrebbe succedere davvero. Intanto facciamo finta che sia successo. E crediamoci. Povero ‘Oxford Dictionaries’. Altro che post-verità: siamo al mi faccio la mia verità, comunque sia. Se ti va bene, bene. Se no va bene lo stesso. E vissero tutti felici e contenti.