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Il presidente sul futuro

Rimini FC. Grassi: "In ogni caso andiamo avanti. Ritengo il bilancio buono"

In foto: Giorgio Grassi
Giorgio Grassi
di Roberto Bonfantini   
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mer 13 mar 2019 11:55 ~ ultimo agg. 15 mar 15:14
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Il presidente del Rimini FC, Giorgio Grassi torna a parlare. Decide di farlo in un momento particolarmente delicato della stagione, con il Rimini a tre punti non solo dai play out ma anche dalla retrocessione diretta.

“Sono molto molto contento di quello che la squadra sta facendo con Martini. Finalmente la squadra ha un volto – dice Giorgio Grassi -. Abbiamo preso gol banali. Manca molto poco, però c’è un ottimo clima all’interno della squadra, i nuovi si sono inseriti benissimo. Stasera sono a cena da me. Sono andato a parlare con i ragazzi, sono un po’ deluso ma anche arrabbiato perché non è possibile che abbiamo portato a casa un bottino così magro. E siamo a credito con la fortuna, abbiamo colpito pali, traverse. Abbiamo portato a casa troppo poco. Sono un po’ deluso e amareggiato. È una squadra a cui manca un po’ la cattiveria e quelle come in don Abbondio o ce l’hai o non ce l’hai. Sto cercando altre strade per porre rimedio: ho fatto un mini-patto con i ragazzi. Non è il premio salvezza, un calcio nel c… in caso di retrocessione. Ho fatto anche un’altra proposta detta in termini pacati, ma anche duri, con comportamenti che ho chiesto alla squadra. Hanno apprezzato tutti la seconda. Sono stato morbido nei toni, ma molto duro nella sostanza. E ho visto una reazione anche durante gli allenamenti. Non è che i ragazzi non fossero motivati, lo sono sempre stati, però noi quando contrattualizziamo dei giocatori non li contrattualizziamo perché giochino la domenica”.

Sulla guida tecnica. “Per come la squadra si allena, e ci sono i dati, penso che Martini sia da questo punto di vista di qualità eccelsa. Se facciamo il raffronto tra punti fatti e prestazioni… il girone di ritorno è un altro campionato e in questo campionato, se andate a vedere, nel nostro girone ci sono tre squadre con 29 punti, negli altri gironi a 29 si è a metà classifica. Il nostro è un girone dove non ci sono penalizzazioni e nel quale tutte le squadre si sono iper rafforzate. Noi siamo a metà delle dieci squadre di seconda fascia che vanno dai 35 ai 29 punti. Io vi stupirò, ma il bilancio di questo primo anno è lusinghiero. Ricordate il famoso “guerra, guerra, guerra”, noi abbiamo un limite: questa squadra non è attrezzata per la “guerra”. Abbiamo pochi ammoniti e sempre gli stessi, per motivi anche abbastanza stupidi, guardate i cartellini di Volpe. Noi stiamo facendo un campionato anomalo. Se drammatizziamo noi pensate cosa dovrebbe fare la Virtus Verona, che nelle ultime gare ha fatto 7-8 punti. Il Pesaro nelle ultime 11 partite ha fatto 4 punti”.

Poi la vera notizia, che contraddice quanto detto nel precedente incontro con gli organi d’informazione. “In ogni caso andiamo avanti, più determinati di prima. Speriamo di non retrocedere anche per non perdere il settore giovanile perché vorrebbe dire ripartire da capo. Mi auguro che la città capisca che non c’è un interesse solo mio. In un campionato dilettantistico abbiamo meno obblighi come società anche dal punto di vista dell’organico. Gli incassi di quest’anno sono più o meno quelli della D. In caso di retrocessione si svincolerebbe anche qualche giocatore interessante”.

Sui ricorsi. “Le società retrocesse potrebbero fare ricorso, si aprirebbe un altro contenzioso. Queste società non hanno pagato le tasse. Il primo anno della serie C in Italia è un incubo. Nelle nazioni calcisticamente più evolute: Spagna, Inghilterra, Francia, Germania e non ricordo l’altra, quasi 200 milioni vengono ripartiti tra le società di B e C. A noi non arriva neanche il 4%. Se non c’è una base solida, e la base siamo noi, se noi non viviamo morirà anche il vertice”.

Sull’inesperienza. “Anche l’Imolese non aveva fatto la C e ha fatto meglio di noi. Abbiamo fatto errori: il primo una sopra valutazione dell’organico che ha fatto la D. Abbiamo sbagliato perché abbiamo preso troppi giocatori da valorizzare, fosse andata bene anche con uno solo di loro adesso staremo parlando di un’altra cosa. La percentuale di successo è stata bassa. La cosa buffa è che abbiamo due giovani dall’Eccellenza, i nomi li sapete (Arlotti e Guiebre, ndr), che stanno giocando titolari anche in C. Degli altri non è emersa neanche una figura in particolare: hanno giochicchiato. Secondo me ha fatto bene il portiere giovane (Giacomo Nava, ndr): ha fatto cose molto buone, ha avuto anche incertezze ma non credo che sia quello il problema. Poi quando abbiamo giocato con Nava abbiamo giocato con cinque giovani. Io vado controcorrente: ritengo il bilancio buono. Con otto partite vediamo come andrà a finire. Noi siamo attrezzati, abbiamo vinto con le prime. Mi dispiace che questa squadra quando è ora non ha il coraggio, la cattiveria. In questo momento sono contento anche di Piccioni perché si impegna e lavora duro”.

Sulla contestazione dei tifosi. “I mugugni mi avevano dato fastidio quando abbiamo cambiato allenatore, poi il pubblico si è unito e ri-motivato. A me dispiace molto che la squadra venga contestata fuori. Il tifoso lo fa in buona fede. Non rientra in quello che è nel dna di questo gruppo”.

Avanti con Martini: “Io cambio l’allenatore quando percepisco che si rompe qualcosa. È successo così con Righetti e con Acori. Io in questo momento sento un clima sì di grande delusione, anche dopo Fermo. A Fermo i ragazzi devono capire che la partita non finisce al 9′ della ripresa perché hai preso un palo: è una squadra che si abbatte troppo facilmente. Io vado al campo, sento un clima di fortissima coesione. Con gli altri due allenatori il clima era diverso, c’erano situazioni che anche a livello umano non filavano al cento per cento”.

“Ho chiesto alla squadra di trasferire quella rabbia che la domenica devi mettere in campo. Avete visto tutti la partita della Juventus di ieri sera: avete visto la differenza tra casa e trasferta. Le facce dei giocatori dell’Atletico Madrid erano terree: il boccone te lo stavano portando via. È quello che la squadra deve far capire agli avversari: “oggi mangio io, tu hai già mangiato”. Manca quella cattiveria da spaccare il portiere… Non c’è, non basta”.

L’appello per i tifosi si trasforma in un appello alle società affiliate. “Se venissero 5mila persone, farei entrare i tifosi anche gratis. Ma tanto non vengono. Tra guardare le immagini e venire allo stadio ce ne passa. L’appello è alle società affiliate, a tutti, perché il futuro anche delle affiliate dipende dalla nostra categoria. Nella classifica della C noi come pubblico siamo al terzo posto, siamo quindi tra i più numerosi della serie C e guardate quanta gente viene a vedere la partita”.

Grassi vuole avanzare in Lega una proposta provocatoria. “Nella prossima assemblea farò questa proposta: che in serie C ai pareggi non vengano dati punti. Riflettete cosa significherebbe. Mi è venuta vedendo i gol: la maggior parte dei gol in C viene da calci da fermo. È diventato un calcio ridicolo, solo fisico. Se uno non è tifoso non va a vedere una partita di serie C perché è inguardabile perché le partite sono troppo tattiche perché nessuno vuol prendere gol. Togliere punti al pareggio vuol dire che tu la partita o la vinci o la perdi. Domenica scorsa ci sono stati nove pareggi”.

Sulla possibile ingerenza del presidente nelle formazioni domenicali. “È una leggenda metropolitana: io la formazione la vedo, come i tifosi, alla fine. Sul modulo credo che la squadra debba giocare in base alle caratteristiche dei giocatori. Ho detto ad Acori che se avesse perso a Trieste sarebbe stato esonerato. Acori mi è stato presentato da una persona di fiducia, non l’ho scelto io”.

Sulla scelta di Scott Arlotti capitano al posto di Francesco Scotti. “È stata una scelta mia. Vi spiego l’antefatto: la settimana prima di questa decisione è uscita un’intervista, che dopo ho rimosso dalla mia memoria, in cui tra i problemi, parliamo di novembre, c’era il fatto che avevamo molti giovani e la cosa mi ha fatto adirare molto. Per me il giovane che incarnava l’esempio migliore era anche per il modo di giocare Arlotti. Poi il capitano non può uscire dall’area e questo è penalizzante quando il capitano è il portiere. Su Scotti e Nava, siccome Nava è un giocatore su cui abbiamo puntato per la valorizzazione, ho chiesto se era pronto per giocare. Lo staff ha detto serenamente che era in grado di giocare. Io non ho mai detto: deve giocare Nava. Anche del fatto che sarebbe tornato in porta Scotti io non sapevo nulla. Mi hanno chiesto se il capitano lo avrebbe dovuto fare Scotti o Arlotti. Io ho detto che il problema non si poneva neanche perché il capitano deve stare fuori dalla porta. Anzi ho fatto vicecapitano Ferrani. Scotti per come gioca, per tutto, merita di essere capitano. Sulla fascia mi assumo completamente la responsabilità. Scotti io lo devo elogiare pubblicamente: c’è stata anche una cosa tra di noi, ho detto delle cose alla squadra e lui è venuto in azienda a ringraziarmi. È una persona straordinaria”.

Sulla cittadella dello sport. “Ho saputo che esponenti della politica riminese hanno espresso preoccupazioni per il centro sportivo della Gaiofana, dopo le mie dichiarazioni. Mi ha chiamato anche Brasini, i tempi si sono allungati e per me il tempo è fondamentale perché noi non abbiamo le strutture, non ci sono strutture adeguate. Non è normale per una società professionistica non avere un’impiantistica. Io ribadisco sia all’amministrazione che all’opposizione che noi ci siamo. Non vuol dire che noi ci aggiudicheremo per forza quest’area, ma parteciperemo quando sarà ora a questo bando. Non sappiamo come finirà il campionato ma sappiamo che se domani mattina ci sarà il bando noi siamo pronti a partecipare”.

Infine sull’errore più grosso in questa prima stagione di C. “L’errore più grosso è di aver un po’ sottovalutato il professionismo, pensavo fosse un dilettantismo potenziato e non è così”.

LA NOTA DEL RIMINI FC
Daremo tutto ciò che abbiamo dentro per mantenere la categoria, il progetto Rimini F. C. proseguirà indipendentemente da quello che sarà l’epilogo della stagione, confermiamo la nostra disponibilità a partecipare al bando per il centro sportivo della Gaiofana. Questo il chiaro messaggio lanciato questa mattina, durante una conferenza stampa che si è svolta nella sede di via XX Settembre, dal presidente biancorosso Giorgio Grassi. Un appuntamento organizzato per dare un segnale forte a tutto l’ambiente alla vigilia del decisivo finale di campionato, ma anche per parlare di programmi futuri.

Inevitabile cominciare dal presente con il Rimini che, a 8 giornate dal termine del campionato, è più che mai concentrato sull’obiettivo salvezza. “Sono molto contento di quello che i ragazzi stanno facendo con mister Martini, la squadra gioca bene, i nuovi si sono inseriti al meglio e in tutto il gruppo c’è un clima positivo. Sono però anche un po’ arrabbiato perché, nonostante delle buone prestazioni, abbiamo raccolto meno di quanto avremmo meritato. È vero che in questo momento la fortuna non sta girando dalla nostra, è però altrettanto vero che ci manca un po’ di cattiveria. I ragazzi stanno lavorando sodo ma servono più grinta e capacità di reazione, non dobbiamo abbatterci al primo episodio negativo, le gare durano 90 minuti”.

Il numero uno biancorosso pensa positivo. “Rispetto agli altri gironi, dove ci sono penalizzazioni e società con i problemi che ben conosciamo, il nostro è anomalo. Nel nostro girone ci sono tre squadre a 29 punti che sono ultime, negli altri con lo stesso bottino si è in posizioni ben differenti. Noi abbiamo 32 punti, quelli che nel girone A permettono alla Juventus U23 di essere a ridosso dei play-off. Noi abbiamo dimostrato di essere vivi, abbiamo vinto con le prime e ce la siamo sempre giocata. Ho la massima fiducia nella squadra e nello staff, ci crediamo e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per salvarci”.

Il presidente Giorgio Grassi ha poi inteso tranquillizzare la piazza circa il rischio di un disimpegno in caso di epilogo stagionale negativo. “Andiamo avanti, più determinati di prima e indipendentemente da quello che sarà il risultato sportivo di questa stagione. Retrocedere sarebbe naturalmente un grande dispiacere per tutti, un vero peccato dopo essere ritornati nei professionisti nel giro di appena due stagioni. La retrocessione comporterebbe anche la perdita di tutto il settore giovanile, dovremmo ricominciare daccapo dopo il grande lavoro svolto con i nostri ragazzi. In gioco non c’è solo l’interesse della società ma quello della città intera. In ogni caso non lasceremo, il progetto andrà avanti”.

La medesima cosa vale per il discorso impianti, la società è disponibile a fare la propria parte anche nella partita relativa al centro sportivo della Gaiofana. “Anche in questo senso tengo a tranquillizzare sia l’amministrazione comunale che le forze di opposizione, noi ci siamo. Per una società professionistica non è pensabile non avere a disposizione strutture adeguate, tanto per la prima squadra che per il settore giovanile. Non sappiamo se riusciremo ad aggiudicarci l’area, di certo quando sarà ora ribadiremo il nostro interesse partecipando al bando”.

Tra i numerosi temi come di consueto trattati dal presidente Grassi non sono mancati i capitoli autocritica e proposta da presentare in Lega. Così circa il primo. “L’errore più grosso è stato quello di avere un po’ sottovalutato il professionismo, pensavo fosse una sorta di dilettantismo potenziato ma non è stato così. Per questo abbiamo pagato dazio in termini di esperienza per il semplice fatto che molti di noi non ne avevano da dare. Tra gli altri errori quello di aver preso troppi giovani da valorizzare, la percentuale di successo in relazione al rischio è stata troppo bassa”.

Poi la proposta per rendere più gradevole lo spettacolo in categoria. “In Serie C le partite sono troppo tattiche, c’è troppa fisicità, la maggior parte dei gol nasce su calcio da fermo. Con la conseguenza che a risentirne è il bel gioco, se uno non è un tifoso non potrà mai appassionarsi a uno spettacolo del genere. Alla prossima assemblea di Lega proporrò di togliere i punti al pareggio, in quel caso credo le partite potrebbero essere più avvincenti”.

Sergio Cingolani
Ufficio stampa Rimini F. C.

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