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L'intervista a Biagini

Appalti Acqua Arena e Tecnopolo. In commissione l'ex assessore Biagini

In foto: l'ex assessore Roberto Biagini (Newsrimini.it)
l'ex assessore Roberto Biagini (Newsrimini.it)
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 19 mar 2019 12:59 ~ ultimo agg. 20 mar 10:51
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Le vicende relative agli appalti di Acqua Arena e Tecnopolo sono state al centro dei lavori della seconda commissione consigliare lunedì pomeriggio a Rimini. Obiettivo della discussione, nata da una mozione del consigliere della Lega Marzio Pecci, capire se nelle vicende giudiziarie che interessano le due opere ci siano anche responsabilità di carattere politico.
Nel corso della seduta è stato sentito l’ex assessore ai lavori pubblici Roberto Biagini che nell’estate del 2015 (quando era ancora in Giunta) ha presentato in procura l’esposto che ha dato poi il via alle indagini. L’ex assessore si è soffermato in particolare sulla figura di Mirko Ragazzi, presentato come una sorta di “facilitatore” per alcuni appalti importanti. A presentare Ragazzi al direttore lavori pubblici del comune, ha spiegato, sarebbe stato il capo di gabinetto Funelli.

Biagini è poi intervenuto in mattinata alla trasmissione di Icaro Tempo Reale

L’assessore Gian Luca Brasini ha precisato come le vicende Acqua Arena e Tecnopolo siano comunque ben distinte e non collegabili. Concetto ribadito anche da una nota diffusa dal Gruppo consigliare Pd. “Sul caso Acquarena nessuno dell’Amministrazione di Rimini è imputato per alcun che – si legge – anzi l’Amministrazione risulta parte lesa in quanto, in fase di gara, durante quello che viene chiamato “soccorso istruttorio” il raggruppamento capitanato da Axia ha prodotto un documento ideologicamente falso in quanto retrodatato. Da qui l’accusa di falso ideologico con conseguente accusa di turbativa d’asta in quanto la produzione del documento retrodatato ha indotto la commissione in errore circa l’esistenza di un documento indispensabile per la partecipazione alla gara. Da qui sia l’imputazione di chi ha partecipato e prodotto il documento retrodatato, sia il potenziale danno all’Amministrazione Comunale. Se ciò non bastasse – prosegue la nota – a sancire la correttezza dell’operato della commissione vi è anche una sentenza del TAR la quale, sul ricorso del raggruppamento escluso, conferma la correttezza dell’esclusione e quindi della procedura di gara”.

Diverso il caso Tecnopolo. “La Procura – scrive il Pd – afferma che i lavori finanziati attraverso i fondi Europei non sarebbero stati ultimati entro i termini stabiliti dalla Regione Emilia Romagna, mentre i soggetti che hanno redatto i verbali di collaudo avevano dichiarato le opere come ultimate. Di qui l’accusa di falso ideologico rivolta a funzionari dell’amministrazione, tecnici terzi e rappresentanti delle imprese esecutrici dei lavori. Soggetti questi ultimi del tutto diversi da quelli imputati per il punto precedente. Da notare – prosegue la nota – che se così stanno le cose l’Amministrazione Comunale non risulterebbe parte lesa in quanto beneficiaria dei finanziamenti. Tutt’al più se venisse confermata l’ipotesi di reato, la Regione Emilia Romagna si troverebbe ad essere parte lesa visto che ha erogato il contributo”. Il 28 maggio è prevista l’udienza preliminare che dovrà decidere il rinvio a giudizio sul caso Tecnopolo. 18 gli indagati in totale (fra loro tre dipendenti comunali). Non figura nella lista degli indagati, come precisa l’avvocato Maresi, il capo di gabinetto Sergio Funelli.

Compatta la minoranza nel chiedere approfondimenti e provvedimenti mentre secondo il Pd quello del consigliere Pecci sarebbe un tentativo strumentale di “tentare di lucrare politicamente su una vicenda che sarà la Giustizia a chiarire e che comunque vede l’amministrazione parte lesa.
I consiglieri Pecci e Rufo Spina hanno chiesto un’ulteriore udienza con altri protagonisti della vicenda.

In particolare per Pecci della Lega “il sindaco è al capolinea e deve scendere”. La lega chiede l’impegno del sindaco

  1. A) a spiegare le ragioni per le quali si è permesso a tale Ragazzi Mirco, di girare liberamente per le stanze del palazzo, al fine di “promuovere, organizzare e dirigere” l’attività delle persone che sono concorse nei reati elencati.
  2. B) perché riferisca quali provvedimenti intende adottare nei confronti dei dipendenti comunali rinviati a giudizio;
  3. C) perché riferisca quali provvedimenti intende adottare nei confronti dei componenti la Commissione di Gara che, con la loro superficialità, non si sono avveduti della irregolarità della gara.
  4. D) A dimettersi qualora dal dibattito consigliare emergesse la responsabilità del Sindaco, della Giunta e del Gabinetto del Sindaco.

Che la vicenda Aquarena nascondesse riti e comportamenti inusuali – afferma Pecci – lo si diceva da oltre tre anni in tutti gli ambienti cittadini e la Lega, col proprio Capogruppo, ha iniziato a lavorare per “vederci chiaro” dato che alle interrogazioni, presentate in Consiglio Comunale (la prima dell’aprile 2018), l’assessore Brasini, per il Sindaco e per la Giunta, in modo sprezzante e reticente, ha sempre dichiarato che tutto era in regola e che l’Amministrazione comunale nella vicenda era “parte lesa”. La Lega non si è accontentata della risposta ed ha chiesto che si convocasse la Commissione di Controllo e Garanzia per fare chiarezza sui fatti, oggetto della “mozione Aquarena”, soprattutto per ascoltare l’ex assessore Biagini che risultava essere a conoscenza dei fatti.

L’audizione dell’ex assessore, avv. Roberto Biagini, ha evidenziato che all’interno dell’Amministrazione Comunale, sugli appalti, un “faccendiere” aveva libero accesso agli uffici, che era il referente di AXIA s.r.l., la società vincitrice dell’appalto Aquarena, da poco fallita con perdita da parte del comune di € 300.000,00, e che, fatto ancor più grave che lo stesso “faccendiere” era “un referente del Capo del Gabinetto del Sindaco”.

“Secondo quanto è stato dichiarato da uno degli indagati lo stesso faccendiere avrebbe “dato una mano per l’appalto della Scuola Primo Maggio e per l’appalto della Scuola Gaiofana”. L’assessore, il Sindaco, la Giunta e la maggioranza sono stati sbugiardati! Solo questi fatti, a tacere degli altri, sono di una gravità assoluta e, indipendentemente dalle risultanze delle indagini penali che sembrano essere in corso, ciò che preme alla opposizione è avvisare il Sindaco, l’Assessore Brasini e la Giunta che “il banchetto” è finito e che chi si è assunto la responsabilità risponda per i fatti emersi: la Lega non vuole tenere bordone a nessuna delle loro malefatte. Il Sindaco ha sempre dichiarato di assumersi le responsabilità per ogni sua azione politica, ha sempre difeso e minacciato querele ai “si dice” contro il proprio Capo Gabinetto ed ora che i “si dice” trovano conferma in fatti precisi e circostanziati bisogna che ne tragga le conseguenze: si dimetta … la prima condanna politica l’ha avuta ieri!”