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I dati della raccolta

Sangue, Romagna ancora autosufficiente

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 2 feb 2019 10:02
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Il Sistema Sangue dell’Azienda USL della Romagna permette di garantire ancora l’autosufficienza. Anche nel 2018 per gli emocomponenti si è raggiunta in Romagna l’autosufficienza, grazie – sottolinea l’Ausl – alla costante e preziosa collaborazione dei donatori e delle Associazioni di volontariato e a un uso appropriato del sangue donato da parte dei clinici.

Nel dettaglio, nel 2018, sul territorio romagnolo, il numero complessivo di donazioni di sangue intero è stato di 54.820 unità, quelle di plasma da plasmaferesi di 16.233 unità.
Per quanto riguarda nello specifico gli ambiti territoriali:
– a Forlì sono state raccolte 7.966 unità di sangue intero e 3.010 unità di plasma plasmaferesi;
– a Cesena sono state raccolte 10.426 unità di sangue intero e 3.040 unità di plasma da plasmaferesi;
– a Ravenna sono state raccolte 21.547 unità di sangue intero e 8.062 unità di plasma da plasmaferesi
– a Rimini sono state raccolte 14.881 unità di sangue intero e 2.121 unità di plasma da plasmaferesi.

Sul fronte dei consumi, per quanto riguarda l’utilizzo clinico degli emocomponenti, nel 2018 negli ospedali romagnoli le trasfusioni di globuli rossi sono state 46.083 e quelle di plasma 1.670. Per migliorare l’appropriatezza della gestione e dell’impiego della risorsa sangue sono stati attivati in collaborazione con le unità cliniche specifici programmi multiprofessionali e multidisciplinari di “patient blood management” (PBM) –

Nel 2018 sono state inoltre distribuite al Centro Regionale Sangue 7.135 unità di globuli rossi.

Commenta la dottoressa Vanessa Agostini Coordinatore Sistema Sangue e Plasma dell’AUSL della Romagna: “la situazione è complessivamente stabile. Il sistema sangue dell’Azienda USL della Romagna, grazie alla preziosa collaborazione tra Servizi Trasfusionali e Associazioni/Federazioni di volontariato del territorio, alla sensibilità dei donatori e all’importante lavoro dei clinici, riesce a garantire l’autosufficienza romagnola.
“Per mantenere questa condizione – aggiunge la dottoressa Agostini – è necessaria comunque la continua disponibilità dei donatori, il lavoro costante delle Associazioni di volontariato e una continua opera di monitoraggio e raccolta dati: l’obiettivo è quello di continuare a garantire l’autosufficienza territoriale e concorrere all’autosufficienza regionale”.