Indietro
menu
La relazione della Dia

Rapporto Antimafia. Nel riminese 'ndrangheta, camorra e malavita cinese

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
ven 15 feb 2019 17:25 ~ ultimo agg. 16 feb 17:28
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

In Emilia Romagna, l’elevata propensione imprenditoriale del tessuto economico regionale è uno dei fattori che catalizza gli interessi della criminalità organizzata. Lo si legge nel rapporto della Direzione Investigativa Antimafia reso noto ieri e relativo al primo semestre del 2018.
In Regione si registra la presenza sia di malavita autoctona che straniera. E la provincia riminese purtroppo non ne è esente. Le attività portate avanti sono in prevalenza il riciclaggio e il reinvestimento dei profitti illeciti in attività economiche. Per quanto riguarda la ‘ndrangheta a Rimini, si legge nella relazione, si è registrata la presenza di soggetti riconducibili alla cosca Vrenna di Crotone e ai Pesce-Bellocco di Rosarno. Hanno trovato spazio sul territorio anche le attività camorristiche del cartello dei Casalesi e sono stati segnalati alcuni elementi legati ai clan napoletani Vallefuoco e D’Alessandro, mentre, più di recente, sono state documentate presenze riconducibili ai Belforte di Marcianise. In particolare nel 2017 a Rimini è stata rintracciata e arrestata la moglie di uno dei capi storici del clan, domiciliata in Riviera da diversi mesi. Ma sul territorio c’è spazio anche per la criminalità di matrice cinese, attiva nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nello sfruttamento della prostituzione e della manodopera irregolare.

. Il rapporto integrale