Indietro
menu
I numeri 2018 in provincia

Presenze sopra i 16 milioni. A Riccione la crescita più alta, bene Rimini

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 12 feb 2019 16:04 ~ ultimo agg. 13 feb 13:28
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min Visualizzazioni 1.546
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Dopo quelli dell’Osservatorio Turistico, elaborati da Trademark, arrivano anche i dati Istat sull’andamento turistico 2018. La provincia di Rimini torna a superare i 16 milioni di pernottamenti, dato superato solo altre due volte negli ultimi 20 anni: nel 2001 e nel 2011. Da gennaio a dicembre le presenze sono state 16.188.285 con una crescita dell’1,4% mentre gli arrivi sono stati oltre 3,7 milioni (+3%).

Guardando i singoli comuni, la crescita più consistente di pernottamenti si registra a Riccione, +2,2%, che arriva a quota 3.637.605. La Perla Verde segna anche un incremento del 4,7% degli arrivi (881.436). Bene anche Cattolica con un aumento dell’1,5% delle presenze (1.857.218 in totale) e del 3,2% degli arrivi (353.968). Se la cava bene anche il comune capoluogo, Rimini, che chiude il 2018 con 7.460.844 presenze e una crescita dell’1,1%. Gli arrivi si attestano invece a 1.854.513 (+2,9%). Crescita dell’1% delle presenze anche per Bellaria Igea Marina (2.221.444) che vede anche un uguale aumento percentuale di arrivi (395.480). Lieve incremento anche per Misano Adriatico: +0,6% di presenze (826.591) e + 0,5% di arrivi (154.393).

Guardando la componente estera, il peso complessivo si attesta al 23,6% delle presenze con il comune di Rimini che sfiora il 30%. Tra gli altri comuni, Bellaria si attesta al 20%, Misano al 18,4%, Cattolica al 17,3 e Riccione al 16,9. Da sottolineare però come proprio Rimini e Bellaria, a differenza degli altri comuni, registrino nel 2018 un calo (lieve per la prima e più accentuato per la seconda) dei pernottamenti esteri.

Il commento del sindaco di Rimini Andrea Gnassi

Dopo quelli dell’Osservatorio Regionale, anche i dati Istat confermano la perfomance turistica del territorio della provincia di Rimini che accumula dati in crescita sia per arrivi che per presenze. Su quest’ultimo fronte in particolare si supera dopo 7 anni quota 16 milioni di pernottamenti. Rimini capoluogo consolida la sua crescita nei numeri, ormai quadriennale, a conferma che non si tratta di fuochi di paglia o dovuti a qualche evento estemporaneo, ma di un trend che assume i contorni della strutturazione e che non si può non legare anche all’allargamento dell’offerta turistica complessiva, data dall’affiancamento al balneare della proposta fieristica, congressuale, culturale, dei tanti eventi durante l’intero corso dell’anno. Facendo un semplice confronto quinquennale, si vede come Rimini incrementi sensibilmente arrivi e presenze, a conferma di un aumento dell’attrattività e della ricaduta positiva in termini di occupazione e benessere (i circa 500 mila pernottamenti in più garantiscono una ‘ricchezza’ aggiuntiva di oltre 30 milioni di euro sulla città). Il 2019 si presenta come un anno delicato, in cui nessuno di noi potrà e dovrà sedersi sugli allori, visto che alcune tensioni internazionali e il difficile momento economico dell’Italia rischia di interferire sulla tasche e sulla capacità di fare vacanza sia degli italiani che di diverse popolazioni europee. Dovremo dare il meglio di noi stessi per consolidare il tanto e buono fatto dai Comuni della nostra provincia negli ultimi anni. E dare il meglio significa completare i processi di riqualificazione urbana, ambientale e culturale in corso; così come trovare coordinate comuni sul fronte della promozione e della valorizzazione manageriale delle nostre località e delle nostre eccellenze turistiche. Visit Romagna, in questo senso, è uno strumento nuovo e dalle potenzialità infinite, sul quale bisogna investire in termini prima di tutto di convinzione. Questo quanto può, anzi deve, fare il pubblico. Altrettanto però tocca al privato, sia sul fronte complesso della riqualificazione alberghiera sia su quello dell’offerta commerciale più ampia, di cose e di servizi. In definitiva, bene il 2018 ma non abbiamo né tempo né spazio per cullarci sugli allori”.