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L'isolamento sociale

Hikikomori, il 5 Stelle chiede un protocollo in Regione

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 19 feb 2019 13:09 ~ ultimo agg. 13:25
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Hikikomori, un protocollo d’intesa che coinvolga Regione, Ufficio scolastico regionale e Ordine degli psicologi per cercare di mettere un freno al preoccupante fenomeno che colpisce soprattutto gli adolescenti che si isolano nella loro stanza rinunciando a relazionarsi con il mondo esterno. È quanto chiedono in una interrogazione indirizzata alla giunta regionale Raffaella Sensoli e Andrea Bertani, consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, dopo la diffusione dei dati della ricerca “Adolescenti eremiti sociali” realizzata dall’Ufficio scolastico regionale che ha rilevato 346 casi segnalati nelle scuole dell’Emilia Romagna e che ha indagato il fenomeno degli “Hikikomori”, termine giapponese che significa “stare in disparte”.

A Rimini i casi segnalati sono 32 e riguardano 16 maschi e 16 femmine che frequentano in grande maggioranza prime classe delle scuole superiori, “a testimonianza del fatto che questo fenomeno colpisce soprattutto i ragazzi impegnati nel delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza – spiegano Sensoli e Bertani – Stesso trend a Ravenna dove le segnalazioni sono state 24 mentre a Forlì ce ne sono state 27 con un equilibrio tra scuola media e superiori. Le ragioni che spingono i ragazzi verso il ritiro sociale sono diverse, ma ruotano sempre intorno al timore di fallire, di essere giudicati e derisi, o dal rifiuto di pressioni sociali ritenute eccessive e contrarie ai propri desideri o aspirazioni”.

Nella loro interrogazione i due consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle chiedono alla Giunta se non ritenga opportuno promuovere sull’intero territorio regionale la cultura e la definizione di strategie d’intervento su questo fenomeno per promuovere sia una sua maggiore conoscenza sia una presa in carico più completa e proficua da parte di tutti i soggetti coinvolti, attivando e consolidando, laddove possibile, tutte le opportune forme di collaborazione e integrazione tra le diverse istituzioni e servizi. “Anche per questo crediamo sia necessario realizzare e un protocollo d’intesa tra la Regione, l’Ufficio Scolastico regionale, l’Ordine degli psicologi e le Associazioni che sul territorio nazionale e regionale si occupano di questi casi per la definizione di strategie d’intervento sull’emergente fenomeno del ritiro sociale volontario” concludono Sensoli e Bertani.