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Dopo i casi di Rimini e Bologna

Anziani maltrattati, le contromisure della Regione

In foto: la conferenza di Bonaccini e Venturi
la conferenza di Bonaccini e Venturi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 22 feb 2019 17:33 ~ ultimo agg. 18:33
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I casi di dicembre nel riminese, con il sequestro di una casa famiglia per anziani a Rimini e di una casa di riposo a Montebello, ma anche quello più recente di una “casa di riposo degli orrori” scoperta sull’appennino bolognese. La Regione, con una lettera scritta dal presidente Bonaccini a Governo e Ministeri, chiede di cambiare la norma nazionale per evitare aperture facili di case famiglia per anziani. Altrimenti, se i tempi si allungheranno, arriverà una legge regionale entro l’estate.

E intanto si lavora da subito a nuove misure: una task force con Ausl, Comuni, sindacati, associazioni di volontariato o sigle del settore per aumentare i controlli su tutte le strutture, e l’introduzione di requisiti obbligatori più stringenti su spazi, personale, contratti di lavoro e moralità. Si prevede di rendere obbligatoria l’apertura delle strutture non solo a parenti e conoscenti, come già ora previsto, ma anche ad associazioni di volontariato accreditate e organizzazioni sindacali. E contributi per la formazione degli organi ispettivi. Nel territorio dell’Ausl Romagna le strutture private o case famiglia sottoposte alla sola dichiarazione di inizio attività sono 198, sulle 505 in Regione, con 1.134 posti letto, sui 2.746 totali.

Impraticabile, per la ragione, l’ipotesi di videosorveglianza fissa nelle strutture. Per l’impossibilità di monitorare migliaia di videocamere, ma innanzitutto per motivi di privacy. Poco convinto il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti: “Ho come l’impressione che la Regione stia facendo melina in attesa che l’attenzione mediatica sul caso di San Benedetto val di Sambro cali”; “la Regione apra gli occhi e riconsideri l’utilizzo delle telecamere negli ospizi e nelle scuole, sia come strumento deterrente verso eventuali operatori violenti, che come mezzo utile per perseguire eventuali comportamenti violenti o oltraggiosi”

Con controreplica dell’assessore Venturi: “Le telecamere non si possono installare perché la legge non lo permette. Noi vogliamo controlli preventivi e non aperture facili, si cambi la norma nazionale o ne faremo una regionale: il consigliere Marchetti e la Lega sono pronti a votarla o preferiscono continuare a far solo delle chiacchiere”

Le interviste a Bonaccini e Venturi: