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Accusati di tentato omicidio

Accoltellamento a Riccione. In tre sottoposti a fermo, anche un minore

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 9 feb 2019 18:06 ~ ultimo agg. 10 feb 12:19
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Dopo gli interrogatori del pomeriggio, sono tre le persone sottoposte a fermo per l’accoltellamento avvenuto nella notte tra venerdì e sabato a Riccione, all’esterno del locale La Mulata, in via Torino. Si tratta di tre giovani di 17, 25 e 27 anni, di etnia sinti e di nazionalità italiana, residenti nel campo della Colombarina tra Riccione e Coriano. Al momento l’ipotesi di reato per tutti e tre è tentato duplice omicidio in concorso e tentata rapina in concorso. Hanno precedenti per reati di spaccio e reati contro il patrimonio. Andranno in carcere ai Casetti, il minore a Bologna. Momenti di tensione si sono registrati all’esterno della caserma dei carabinieri di Riccione, dove i giornalisti e i fotoreporter presenti sono stati avvicinati da un parente degli aggressori che li ha insultati: “Cosa fate qua? Andate via!”, “Se non sparite vi sputo, vi urino addosso”, “Siete degli sciacalli”. Un atteggiamento intimidatorio in contrasto con quello avuto una mezz’ora più tardi dallo zio di uno dei tre arrestati, che agli stessi giornalisti ha tenuto a precisare che “il primo pensiero va ai due ragazzi accoltellati, speriamo che presto stiano bene. Non vogliamo che la gente pensi che tutti i sinti sono così. Se i nostri ragazzi hanno sbagliato, pagheranno, sarà la giustizia a deciderlo”. 

La tensione fuori dalla caserma a Riccione:

Le vittime dell’aggressione sono due 23enni di Gradara residenti a Rimini. Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, i due amici erano usciti dal locale per fumare una sigaretta. All’improvviso sono stati avvicinati da tre-quattro persone,  anche loro a quanto pare all’interno del ristorante, in evidente stato di ebbrezza, che li hanno minacciati: “Dateci cento euro per comprare la bamba”, avrebbero detto. I due ragazzi hanno rifiutato in maniera cortese ma decisa, poi davanti all’insistenza dei sinti li hanno invitati a darsi una calmata. Al che i tre li hanno presi a schiaffi e pugni, poi hanno estratto un coltello a serramanico di venti centimetri sferrando tre, quattro fendenti. Gli aggressori sono fuggiti in auto, facendo perdere le loro tracce fino alla tarda mattinata di oggi, quando sono stati rintracciati dai Carabinieri della Compagnia di Riccione, guidata dal capitano Marco Califano. Uno era nel campo nomadi di Rimini, gli altri due in quello della Colombarina. Imponenti le forze messe in campo dai militari: una settantina di uomini e 20 posti di blocco lungo tutta la provincia.

L’intervista al comandante Califano:

Determinanti al fine delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, la testimonianza di alcuni clienti, oltre alla collaborazione del titolare del locale e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Ritrovato e sequestrato nelle vicinanze del ristorante anche un coltello ancora sporco di sangue. All’appello mancherebbe una seconda arma da taglio. Le condizioni dei due feriti restano molto serie. Entrambi sono stati operati d’urgenza ieri notte all’ospedale Infermi di Rimini. Il più grave è in Rianimazione con un polmone perforato. L’altro in Chirurgia dopo un intervento all’arteria addominale. La prognosi resta riservata. Le indagini continuano per identificare eventuali altri responsabili.