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L'ultimo sindaco comunista

Si è spento l'ex sindaco Zaffagnini

In foto: archivio Il Ponte
archivio Il Ponte
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 21 gen 2019 12:27 ~ ultimo agg. 22 gen 10:58
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Si è spento nella notte Zeno Zaffagnini, ex Sindaco di Rimini dal 1978 al 1983 e protagonista della vita riminese in ruoli istituzionali  e politici all’interno del PCI prima e del PDS. Aveva 86 anni, si era definito nel titolo di un libro “L’ultimo sindaco comunista di Rimini”.

Zeno Zaffagnini era nato a Imola il 4 marzo 1932. Dirigente del Partito comunista italiano e prima ancora della Federazione giovanile comunista, fu eletto consigliere comunale con le elezioni del 1961 per poi vivere, dal 1964, una nuova esperienza di amministratore nella Provincia di Forlì. Di nuovo consigliere comunale nel 1970 ricoprì la carica di assessore nel 1976, prima di diventare Sindaco di Rimini il 9 luglio del 1978. Riconfermato consigliere comunale e poi sindaco con le elezioni del 1980, si dimise dalla carica di primo cittadino il 4 agosto 1983. Zeno Zaffagnini ha ricoperto numerosi incarichi nazionali, in particolare come responsabile del settore turismo del Pci e del Pds. Aveva aderito al Partito Democratico. A oggi, resta l’unico sindaco di Rimini ad avere accolto un papa in visita alla città: avvenne nel 1982 quando Giovanni Paolo II partecipò al Meeting.

Il funerale si terrà mercoledì alle 10 alla Sala del Commiato del cimitero civico di Rimini.

L’Amministrazione comunale si associa al dolore di familiari e amici per la scomparsa di Zeno Zaffagnini. Il ricordo del sindaco Andrea Gnassi:

“Zeno è stato uno degli uomini simbolo della storia politico amministrativa della città in un periodo – quello tra gli anni ‘60 e l’inizio degli anni ’80 – che ha segnato così fortemente il suo percorso di sviluppo fino a farne, consolidando la rotta intrapresa, la città di riferimento mondiale nel campo dello sviluppo turistico.

Ma alla figura di Zeno, politico e amministratore, si associa e in questo momento si sovrappone quella dell’amico di famiglia, di quella grande famiglia allargata che in quegli anni è stato il Partito comunista a Rimini dove, con la politica e con l’impegno personale, magari fatto di interminabili incontri, manifestazioni, cortei, comizi, confronti, era presente un grande sentimento d’amicizia, di solidarietà, di stima e collaborazione al servizio di un’idea comune.

Non è semplice per un Sindaco ricordare chi lo è già stato Sindaco. Lo è ancor maggiormente nei confronti di Zeno Zaffagnini su cui insieme a quelli politici si associano ricordi personali e domestici. Ricordi di un uomo la cui vita umana e politica ha attraversato la stagione del Novecento italiano fino al nuovo Millennio, in cui milioni di persone, famiglie, insieme a “quadri” politici, magari mandati apposta in un’altra città, hanno vissuto l’agire politico costruendo insieme una scuola, una casa del popolo, un campo da calcio, per poi andar a ricoprire, con spirito di servizio, un incarico politico e pubblico che contribuiva ad indirizzare alla democrazia stagioni dense e problematiche come quella degli anni ’60 e ’70.

Dal 1978 al 1983, come gli era piaciuto intitolare uno dei suoi ultimi lavori autobiografici, Zeno Zaffagnini è stato “l’Ultimo Sindaco comunista di Rimini”, capace di esprimere una cultura democratica e politica forgiata su un’idea preziosa: l’idea che una carica pubblica e un orientamento politico non dovessero mai essere argine o perimetro chiuso, ma al contrario un’opportunità volta ad aprire ponti e costruire relazioni, con tutti. Cito solo l’esperienza straordinaria e riminese del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli che lo ha visto, da sindaco e in anni difficili e di steccati ideologici, tra i fautori della sua nascita e del suo radicamento proprio qui, a Rimini.

In questo senso Zeno ha sempre avuto e praticato un’idea sempre aperta della politica alla ricerca di un riformismo solido e mai nostalgico, aperto a processi sociali e a evoluzioni politiche mai volte a denigrare, o a guardare con sospetto e dietrologia, le scelte di ciascuno, dentro o fuori ad un partito.

Una lezione di stile che mi ha aiutato in questi anni di web iper veloce e pensieri come rasoiate anche coi i suoi puntuali e garbati consigli fatti di parole e qualche lettera scritta, in cui certo c’erano anche sottolineature di errori e critiche, ma che appunto erano, per il modo con cui venivano fatte (ecco l’altro grazie), una lezione. La lezione di chi conoscendo il carico di problemi che una responsabilità pubblica comporta ha sempre dato una mano a chi la stava svolgendo senza mai la ricerca di un protagonismo ostentato e senza mai fare sgambetti o colpi bassi, cosa di cui abbiamo anche sorriso insieme constatando la prassi normale e spesso opposta dei tempi di oggi.

Zeno era questo, protagonista tra i protagonisti della vita politica e civile della città, ma anche una figura presente e di riferimento appassionata e capace, quando ci incontravamo, di non farmi mancare le sue lucide analisi e il proprio pensiero.

Un ultimo pensiero. Non so poi se è così vero che quando succede “si spegne la luce e via…”, come hai detto a tuo figlio Mino, a Esperia e ai tuoi. Ci vedo un modo sbrigativo fintamente sbrigativo e perfino fintamente pragmatico; che è un atto di amore per proteggere chi si ama per non farli star male. E’ un pensiero per gli altri. Di questo è stata piena la tua vita. Una storia italiana di una persona che ha avuto sempre solidi i valori della famiglia, della comunità, del pensare che l’esercizio di una responsabilità politica e pubblica dovesse avere al centro sempre un pensiero, un servizio, un’azione “per gli altri”.

Zeno ci mancherai. A Mino, a Esperia un affettuoso abbraccio personale e, a nome della Città, istituzionale. Un ringraziamento per tutto quanto per la nostra collettività ha voluto e saputo fare.

Ciao Zeno. Quaggiù avrai chi ti ricorderà, lassù, o da qualche parte, ci sarà chi ti aspetta.”

L’assessore regionale Emma Petitti lo ricorda così: “Zeno era senza dubbio una mente illuminata, aveva una visione che andava ben oltre il comune capoluogo e riguardava l’intero circondario riminese, perché aveva capito che era a quel livello che si potevano vincere le sfide più importanti dal punto di vista territoriale, applicando concretamente già allora il concetto di ‘fare sistema’, che poi è stato il faro politico del governo di questo territorio e che lo ha fatto crescere in modo virtuoso.
Zeno è stato uno di quei protagonisti. Era sempre bello chiacchierare con lui quando ve ne era l’occasione, c’era sempre qualcosa da imparare.
Mancherà non solo alla sua famiglia, alla quale va il mio sentito cordoglio, ma a Rimini e alla sua comunità”.